giovedì 31 agosto 2023

Il Paese è un Bene Comune

Ma in mano di chi siamo? È da porsi veramente l'interrogativo. Affidiamo la gestione delle nostre vite, nonché i sacrifici del nostro impegno lavorativo alla negligenza di chi nella sostanza dell'amministrazione pubblica cerca invece il modo più semplice per pregiarsi di poltrone, benessere e privilegi. La Cultura civile, della brava gente, - i cui territori sono fragili, come l’economia, questo per regresso morale, incapacità politica, assenza di spirito comunitario -, non nega l’evidenza, non nega la negligenza. I deputati amministratori sono tenuti ad ascoltare tutti, con la cortesia del servizio alla Comunità civile, non ad altro, possibilmente con il buongusto di soluzionare richieste di sostegno! I paesani tutti, civili cittadini delle Comunità, possono e #devono potersi esprimere liberamente, pubblicamente, con critica costruttiva: questa è civile forma di convivenza, che non può essere ripresa, tacitata o silenziata!

Cultura civile è aspetto sostanziale dell’esistenza umana che esige impegno sociale serio, vigile. Certo, cultura civile non può andare a braccetto, con la superficialità reiterata, tendenziosa e oscurantista, arbitrio di ottusità e inviluppo mistificatore dei dormienti al senso del rispetto. Urge Cambiamento!

Quando si tende a fare cappotto e a mettere il cappello dappertutto, illudendosi di tacitare menti libere, credendo che la gente abbia l’anello al naso, e comunicando opere di distrazioni di massa a Comunità, non metropolitane, che si spopolano ma nelle quali si continuano a sfornare parcheggi, occorre chiedersi Perché? Per Chi?

Il mescolare sacro e profano, deve poi fare i conti con chi il cappotto lo usa per riscaldare il proprio corpo, e il cappello lo usa come stile personale, proprio come nelle storie di altri tempi, in cui i nonni, i padri insegnavano, educavano al rispetto, non alle metamorfosi poiché, con Aristotele, la dignità non consiste nel possedere onori, ma nella consapevolezza di meritarli!

Va da sé che, chi non ha idee, annaspa nel sentimentalismo vuoto, confondendo gli ambiti di opportunità che la storia offre. A questi auguro una voce sana di coscienza, soprattutto, dico semplicemente che vi dovete VERGOGNARE. I Santi si conoscono nella loro umana realtà, si pregano, NON SI USANO! Né si copiano idee di nobili finalità e li si calpesta per finalità immorali per come agiti! E si reitera indecenza nella piazza cirotana, supportata dal Comune di Cirò, dalla interessata giunta che amministra alla non cultura del territorio, stabilendo chi appartiene a Cirò e chi no, foraggiando spettacoli di piazza che rasentano il ridicolo, in collaborazione con la tiepida Parrocchia e l’ausilio di Pro Loco e Associazioni di servizio, fatti passare per eventi estivi, che avrebbero potuto essere senz'altro buona cosa, se non fosse per l’agire che insiste a non aggiornarsi al dato culturale acclarato, agire ingannevole che viene protratto circa il luogo di nascita di S. Nicodemo, -che non è Cirò, né mai a Cirò è venuto- Santo usato senza vergogna, racconto che ancora si perora a danno di verità, cultura, e di s. Nicodemo stesso.

La storia a Cirò è cambiata, fatevene una ragione, e procede in questa decisa direzione. Si nobilitano i territori in verità, si rispetta Cirò e suoi paesani.

La cura del Bene Comune deve porre attenzione ad un’economia in ginocchio, i cinghiali si moltiplicano e i viticoltori sono lasciati soli, economia che non si rialza cercando di operare commedie, mera opera di distrazione di massa, assai risibile e volgare in proposta. Il paese è un Bene Comune, si serve con il coraggio della verità, con opera di produttività concreta per l’edificazione del territorio, della sua gente, nel rispetto del divenire.

* Cf. Ma in mano di chi siamo? 7 ottobre 2011.

* Cf. Opporsi alla metamorfosi di cappello e cappotto!, 28 novembre 2020.

* Cf. PER S. NICODEMO UNA VOCE SANA, DI COSCIENZA, PER FAVORE!!!, 4 agosto 2022.

Nessun commento:

Posta un commento