domenica 11 marzo 2012

Madre Maria Addolorata Luciani: dai suoi occhi la ‘passione’ che si rivela



Si schiude l’immenso del cielo quando si scorge la beltà di un’esperienza umana quale quella di Madre Maria Addolorata Luciani. In punta di piedi ci accostiamo alla comprensione di sostanziali tracce di Lei, donna profonda di ieri ma capace di comunicare immensamente oggi ciò che di sostanza è assente all’attenzione del mondo, Dio, il senso compiuto dell’amore, soprattutto il senso del sacer facere.

Addentrarsi in talune profondità umane, per molti aspetti, “mistiche” e volerle così comprendere, meglio conoscerle per apprenderne l’intima bellezza, è arduo impegno e non sempre facile compito da esplicitare. Il fascino che però suscita il misterioso universo profondo dell’essere umano, non può lasciare indifferenti, piuttosto invoglia a scrutarne l’orizzonte imperscrutabile nell’anima. La bellezza d'insieme dell’esperienza umana di Sr. Maria Addolorata, Serva di Dio, riempie, rinnova di speranza, e diviene modello significativo dell’amore che incarna l’espressione di una temerarietà sanamente coraggiosa. Ci insegna perciò a impreziosire il mondo, qualunque di esso viviamo, a partire da noi stessi, nell’assoluta consapevolezza che Dio è amore e, per questo, compenetralo nella propria vita, poiché vigorosa e salutare è sempre la sorgente dell’Amore.

Dagli scritti di Sr. Maria Addolorata leggiamo: “Sulla via dolorosa che porta al Calvario, ti chiedo, Gesù, di divenirti compagna ... insegnami ad abbracciare la croce e quando cado, insegnami a rialzarmi ... insegnamelo tu Gesù a vedere nel dolore un disegno di amore ... innamorami del patire”.
Saziandoci di sana conoscenza di lei, della sua amorevole passione, della sua tenera capacità di comprensione al sacer facere della sofferenza, rendendola dolce offerta, ci immergiamo nell’esperienza antropica dei suoi sostanziali passi percorsi in una breve ma intensa vita, profusa in concetto di santità e in comunione anelante dell’Amore a Lei più caro, Gesù Cristo e la Madonna Addolorata.  

Sr. Maria Addolorata Luciani nasce il 2 maggio del 1920, a Montegranaro, piccolo paese dell’ascolano. Il papà Enrico Luciani e la mamma Camilla Dezi, alimentarono il loro nido familiare con faconda figliolanza e Maria, era la settima di otto figli. A soli 13 anni manifesta il desiderio di consacrarsi a Dio nella vita religiosa, ma l’intenso affetto per la mamma la fece desistere affievolendo, nell’intanto, il desiderio per la vita religiosa.
Diverse proposte di fidanzamento le giunsero, tali da sembrare che si potesse soffocare per sempre quella sete di consacrarsi a Dio germogliato nell’adolescenza. Tuttavia, la pazienza di Dio non ha fretta e sa attendere! Il cuore di Maria, terreno sempre più fertile, via via negli anni si lascia senza fine innamorare, Maria diventa dunque più consapevole del suo volere interiore e chiede di farsi monaca. La vicinanza del convento dei Passionisti a Morrovalle, cittadina dove tutta la famiglia si era trasferita, le dà la possibilità di trovare chi possa aiutarla a guidare e coltivare nel modo migliore tale ricchezza interiore. Non senza lo sconcerto dei familiari che magari le suggerivano, preferibilmente, di farsi suora piuttosto che monaca “carcerata a vita”. Lei, tuttavia, suadente rispondeva: “Le carceri di Gesù non sono come sono le altre, sono il paradiso degli angeli”. Il 4 giugno 1945, accompagnata dalla mamma Camilla, varca la soglia del Monastero delle Monache Passioniste di Ripatransone. La vestizione religiosa è una cerimonia piena di suggestioni e ricca di emozioni. Maria vive queste emozioni il 22 agosto 1946 e sceglie il suo nuovo nome: Sr. Maria Addolorata del Sacro Costato. La professione religiosa ha luogo il 15 novembre 1947. La preghiera, la “santa osservanza” la chiamano abitualmente le Passioniste, ha sempre spazi abbondanti. Preghiera e lavoro si alternano regolarmente, scandiscono le giornate della vita della comunità religiosa e Sr. Maria Addolorata si sente realizzata. Sempre pronta a servire, in assoluta disponibilità all’altro, manifesta pienamente l’amore fraterno e non vi è testimonianza alcuna di una sua minima mancanza di carità. Nel frattempo, ai suoi disturbi allo stomaco e all’intestino si aggiunse una pleurite D interlobare. Molto sofferente, ma nel suo santo patire sempre grata a Dio per questo, il 30 novembre 1950, Sr. M. Addolorata consegue l’importante traguardo: la professione perpetua. Seppur nella sofferenza, mostrava sempre un timido sorriso e, si legge in molte lettere, era lei che incoraggiava ad avere speranza e fiducia. Nel sanatorio di Teramo, infine, consumerà la sua breve esistenza, la tisi ormai imperversava e lei era ridotta, tra strazianti dolori, pelle e ossa. Il delicato soffio di vento che la sollevò conducendola dal tanto amato Gesù sopraggiunse il 23 luglio 1954.

Della scelta di una vita di contemplazione, si pensa alla distanza, al distacco, all’allontanamento dal mondo, dal vissuto ordinario, ma la beltà del donarsi totalmente a Nostro Signore non frena la volontà della persona, non frena il desiderio di onorare e donare all’Innamorato, di essere testimoni di Lui, non priva dell’umano tenero sentire. Sr. Maria Addolorata, infatti, fu dolcemente ferma nella convinzione che la “forza” non è la Verità e non potrà mai identificarsi con il Giusto "simpliciter". Nella sua vita lei ha sperimentato strenuamente il dolore e la croce, compagne di cammino, così come, sotto forme di maldicenze, gelosie, contrasti, menzogne, tutte armi del male, lei ha imparato il dovere e la fatica del perdono. Prove della vita che non l’hanno portata ad arretrare di un passo dal suo spirito volitivo e appassionato, votato all’amore per Gesù, al rispetto della dignità di ognuno e al far sentire ogni persona consapevole della propria ricchezza d’animo, a rinfrancare ognuno nella fiducia e, soprattutto, nella speranza del domani. 

Imparando a guardare con il cuore, ci insegna Madre Maria Addolorata del S. Costato, non ci si distrae dall’essenziale, né si dà adito al male di distrarci dal bene che siamo, non lasciamo che le cose negative che vediamo, viviamo, soffriamo, ci lacerino, siano al centro dei nostri pensieri, offriamo la nostra volontà per produrre e produrre in nomine Christi, donando così spazio al bene e offrendone meno all’angoscia dell’“esterno”, pur mantenendo santa indignazione e mai tiepidezza di pensiero. Lui ci chiama al Sì, sì o No, no! Pertanto al coraggio del nostro volere e della sua affermazione chiara e mai equivoca.

Come non essere grati della presenza testimoniata di Sr Maria Addolorata, Madre d’esempio al nostro quotidiano, splendida luce di uno spirito delicato ma persuaso dall’Amore che mai delude. Come non rimanere affascinati dalla bellezza spirituale e volitiva della sua anima, Serva di Dio, come non maturare rispetto e assoluto riguardo per tale esempio d’umanità profonda. Sembra stridere con il quotidiano dei nostri giorni una vita così intensamente e liberamente vissuta. Sembra destare sconcerto una prova d’amore così integrale e così assolutamente devozionale. Eppure è d’esempio al valore dell’umano sussistere una vita eroica e virtuosa vissuta per un senso, il sano senso del nostro esistere che Sr. Maria Addolorata ha avuto il grande dono di compenetrare e fare ardentemente suo.
È in corso la causa per la sua beatificazione.

Per conoscerLa meglio rivolgersi al MONASTERO PASSIONISTE DI RIPATRANSONE (AP) – Tel. 0735.9304.

Per i suoi scritti: Madreaddolorataluciani's Blog

(Pubbl. Estr. da Croce e Gioia, Suppl. a l’ECO di S. Gabriele, ottobre 2011, anno 14, n. 3)
 

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