domenica 16 novembre 2014

Fecondità e carità intellettuale in politica: follia degli arditi pensatori

Nella Lettera a Diogneto, leggiamo: “Ciò che l’anima è nel corpo, questo siano i cristiani nel mondo”. La carità è discriminante nella vita del cristiano: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 35). Chi è mosso dalla carità mostra un atteggiamento d’illimitata comprensione e fiducia nel suo prossimo e non si arrende mai di fronte a nessuna difficoltà. Finanche la fede e la speranza non reggono di fronte alla carità, che è un amore che abbraccia tutti, che non esclude nessuno. E, a proposito di speranza, parola in questi tempi molto usata, per averne una giusta comprensione, dice Tommaso d’Aquino: “La speranza, come ogni altro moto appetitivo, deriva da un certo amore, cioè dal fatto che uno ama il bene che attende. Ma non ogni speranza proviene dalla carità, bensì i soli moti della speranza formata, in forza della quale uno spera il bene da Dio come da un amico”.

mercoledì 5 novembre 2014

Coraggio e risolutezza per il bene intendere l’azione politica


Profetico fu Giorgio La Pira quando scrisse: “La politica è l’attività religiosa più alta, dopo quella dell’unione con Dio: perché è la guida dei popoli [...] una responsabilità immensa, un severissimo e durissimo impegno che si assume. La politica nasce da una virtù di Dio e si alimenta di essa, altrimenti fallisce, cade, come cade e rovina la casa costruita sulla sabbia”. Viviamo nel tempo in cui c’è un sistema politico, un’impalcatura politica costruita sulla sabbia, perché dimentica del suo valore fondante: la virtù pro bonum facere. L’esercizio pratico della politica ha perso il suo scopo precipuo, cioè il raggiungimento del bene comune nel superamento dell’ego, portatore insano di valori inconsistenti, e l’identità dei ‘popolari’ non è più discernibile per quello che vediamo in coloro che si collocano tra i ‘popolari’.