La nudità dell’essere e la forza della speranza

Intervista a Maria Francesca Carnea, a cura di Antonio Gaspari, Direttore di Frammenti di Pace

L’essere umano forte della sua fragilità, ricoperto nella sua nudità dagli abiti della conoscenza e dell’amore. Questo il fondamento del libro Nudità dell’essere, scritto da Maria Francesca Carnea e pubblicato da “Il Testo Editor”: un’opera che sceglie la poesia come via di narrazione, accompagna il bisogno umano di conoscenza e l’infinita ricerca d’amore per mettersi a servizio della comprensione dell’altro. Il libro indaga nei campi della teologia, della filosofia, delle tematiche sociali, della giustizia, dell’etica e della comunicazione, alla ricerca del senso della vita. Attraverso il pensiero, l’autrice prova ad entrare nel grande emporio delle virtù per trovare gli “abiti” di cui rivestire l’umanità.
Maria Francesca Carnea è scrittrice, consulente di strategie di Comunicazione, docente di Sociologia e spiritualità della comunicazione politica presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma. Ha scritto e pubblicato: Libertà e Politica in S. Caterina da Siena (2011); Cirò, Storia, Cultura, Tradizione. Tracce di noi (2011); Concetto di giustizia in S. Tommaso d’Aquino (2013).

Che rapporto c’è fra la nudità dell’essere, nella sua fragilità, e la ricerca di conoscenza, di amore, di donazione? 

La nudità dell’essere, a mio avviso, non si incarna come fragilità, ma piuttosto come forza dell’essere in quanto tale. Nudità, quindi, come bellezza del mistero di cui è intriso l’uomo, chiamato, attraverso il pensiero, ad entrare nel grande emporio dei valori umani oggi dimenticati. Valori da richiamare in vita, abiti di cui rivestirsi e rivestire l’umanità impoveritasi, resasi – in questo senso – fragile, vulnerabile, disabitata da sé. Non credo si possa rimanere indifferenti: parlare all'uomo, portarlo a riflettere, è un dato che valorizza appieno la sua nudità, rendendolo consapevole della sua forza. La vita è una sfida continua, è ricerca del suo essere tesoro edificante, non c’è altro che valga la pena se non trovarsi e trovare, conoscersi per comprendere. Gli increduli perdono il loro valore umano mistificando, materializzando, scoraggiando. Ricercare, ambire all'impossibile possibile, è criterio di perfettibilità al quale aspirare senza tregua. In questo senso, l’umano genera amore e dono di sé, consapevolmente. È un bisogno del tempo attuale, socio-politico: trovarsi, riscoprirsi per costruire un sano dialogo e una relazione umana, che sia solida e non “liquida”. Sono persuasa che le parole hanno un significato, come la vita, si incarnano nel nostro linguaggio e definiscono la nostra coerenza. Non si può sfuggire alla riflessione, all'apice della nostra realtà umana, la nudità, in cui siamo connaturati, e con essa rinnovare una cosciente forza umana di pensiero che sappia vestirsi di luce d’intelletto. 


Perché hai voluto scrivere un libro su un tema così complesso come il senso della vita, della ricerca, dell’amare? Che cosa ti ha ispirato? A chi vuoi che giunga il tuo messaggio? 

Nella filosofia che chiama all'indagine e alla comprensione della vita, della verità, ho sempre riposto dedizione assoluta. Sono persuasa che siamo chiamati alla ricerca continua, alla contemplatio e comprensione umana, ed è proprio per questo che il divenire umano è attraente, un itinere di meraviglia che incanta i diversi passi del viverSi, nel mio caso sentirmi ruscello, fiume, mare. Ecco che domande impellenti hanno cominciato ad albergare nella mia mente, volevo rispondere all'umano desiderio di conoscermi per conoscere e sapere, rimanendo consapevole di non sapere, solo così avrei potuto comprendere dove andare e, soprattutto, quanto meravigliarmi. Nel libro mi rendo testimone in prima persona, facendo tesoro della mia radice, narrando un “excursus” da cui si dipana il desiderio di indagine, persuasa che non siamo anime anonime, ma degni di carità cristiana. L’assenza del pensiero nella società moderna, l’assenza del dato spirituale, hanno innescato nell'uomo l’esigenza di fermarsi, di ritrovarsi, anche come risposta alla dilagante idea relativista, per riportare la persona al centro dell’impegno umano. Attraverso questo tipo di approccio, esploro in prima persona, attraverso la vita reale, gli “abiti” da indossare, abiti che non coprono la nudità ma ne rafforzano esistenza e carattere: le virtù umane a servizio del prossimo. E con articoli e riflessioni, appronto la visione di un domani, un futuro possibile. Nasce così, in me, il desiderio convinto per l’alba di un nuovo giorno, la persuasione che può, il pensare, essere di costrutto, dare risposta ai bisogni umani, essere di edificazione per l’uomo che si nobilita nella filosofia, madre di ogni scienza. Concentro, pertanto, l’attenzione sulla persona, le questioni sociali, la politica, mai distogliendo lo sguardo, rispetto al vivere moderno, da un’elaborazione poetica che sappia essere in sintonia con il reale vissuto, motore di ogni costrutto che di cultura alta vuole volare. Il messaggio è rivolto all'uomo, alla società, alla politica, alla gioventù che chiede formazione, al mondo della comunicazione. È rivolto a quanti credono che un sogno non è utopia ma umano desiderio che innesta la vita di speranza.


In che modo e perché la poesia può spiegare e sostenere il coraggio della nudità dell’essere? 

Sono persuasa che la poesia è fonte nativa di ogni pensiero pensato. L’importanza della poesia la si coglie nel proprio Essere, che aberra ogni apparire, ogni superficialità. Di fatto, per comprendere e apprezzare la bellezza del giorno, dell’aurora, bisogna conoscere, attraversare le profondità della notte nella luce crepuscolare della luna. E non c’è incanto più approfondito, per cuore e intelletto, di quello della poesia: ha la grande facoltà di contemplare in sé l’armonia delle parole, elaborare in verticale il pensiero, e rendersi così congrua nel trasmettere emozioni e stati d’animo in maniera evocativa e potente. È sicuramente espressione di una comunicazione complessa, legata all'emotività umana, la parte nobile, capace di sognare in purezza d’espressione le “sonate” della verità della vita, nel supporto della grazia. Di quanto desiderio la poesia si fa espressione nel ben pensare, nel ben parlare, nel ben ascoltare… una straordinaria catarsi che si traduce in rasserenamento delle passioni. Nell'indagare dell’uomo, nell'immergersi in orizzonti vergini, inesplorati, si rafforza il coraggio della nudità dell’essere e, nella profondità della poesia, si dischiude la speranza.


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