sabato 28 novembre 2020

Opporsi alla metamorfosi di cappello e cappotto! 

La Cultura civile della brava gente, i cui territori sono fragili, come l'economia, questo per regresso morale, incapacità politica, assenza di spirito comunitario, non nega l'evidenza, non nega la negligenza. I deputati amministratori sono tenuti ad ascoltare tutti, con la cortesia del servizio alla Comunità civile, non ad altro, possibilmente con il buongusto di soluzionare richieste di sostegno! I paesani tutti, civili cittadini delle Comunità, possono e devono potersi esprimere liberamente, pubblicamente, con critica costruttiva: questa è civile forma di convivenza, che non può essere ripresa, tacitata o silenziata! 

Cultura civile è aspetto sostanziale dell'esistenza umana che esige impegno sociale serio, vigile. Certo, cultura civile non può andare a braccetto, con la superficialità reiterata, tendenziosa e oscurantista, arbitrio di ottusità e inviluppo mistificatore dei dormienti al senso del rispetto. Urge cambiamento! Quando si tende a fare cappotto e a mettere il cappello dappertutto, illudendosi di tacitare menti libere, credendo che la gente abbia l'anello al naso, e comunicando opere di distrazioni di massa a Comunità, non metropolitane, che si spopolano ma nelle quali si continuano a sfornare parcheggi, occorre chiedersi Perche? Per Chi? 

Il mescolare sacro e profano, deve poi fare i conti con chi il cappotto lo usa per riscaldare il proprio corpo, e il cappello lo usa come stile personale, proprio come nelle storie di altri tempi, in cui i nonni, i padri insegnavano, educavano al rispetto, non alle metamorfosi poiché, con Aristotele, la dignità non consiste nel possedere onori, ma nella consapevolezza di meritarli!

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