I figli di s. Domenico, l’atleta del Signore, furono sempre pronti nell’opporsi a ogni errore, affrontando per questo ogni avversione, inganno, falsità, tenendo fede al motto Veritas. S. Domenico è l’apostolo che non conosce compromessi né irrigidimenti: Tenero come una mamma, forte come un diamante, lo ha definito P. Lacordaire.
Domenico nacque a Caleruega nel 1170, in Spagna. A Palencia frequenta i corsi in arti liberali e teologia. Terminati gli studi è ordinato sacerdote. Nel 1215 Folco, vescovo di Tolosa, lo nomina predicatore della sua diocesi. Nel mentre, Domenico matura un coraggioso progetto, e cioè di dare alla predicazione forma stabile e regolata. Insieme a Folco si reca, nell’ottobre dello stesso anno, a Roma per partecipare al Concilio Lateranense IV e trova occasione per sottoporre il suo progetto a Innocenzo III che lo approva. Il 22 dicembre 1216, Onorio III darà l'approvazione ufficiale e definitiva, e il suo Ordine si chiamerà Ordine dei Frati Predicatori. Nel 1220 e nel 1221 presiede ai primi due Capitoli Generali, a Bologna, precisando gli elementi fondamentali dell’Ordine: predicazione, studio, povertà mendicante, vita comune, legislazione, distribuzione geografica, spedizioni missionarie. Sfinito dal lavoro apostolico ed estenuato dalle grandi penitenze, il 6 agosto 1221 muore circondato dai suoi frati, nel convento di Bologna, in una cella non sua, perché lui, il Fondatore, non l’aveva.
E se il corpo di s. Domenico riposa a Bologna, in Calabria, a Soriano Calabro (VV), riposa il suo spirito. Il dono della Sacra Immagine di s. Domenico di Guzmán al convento di Soriano Calabro diede vita a un grande fermento di fede popolare, che portò alla realizzazione di un complesso monumentale tra i più grandi d’Europa. A Soriano, infatti, è legato l’evento miracoloso, avvenuto nella notte fra il 14 ed il 15 settembre 1530, nella chiesa del monastero domenicano. Accadde che la Vergine Maria, insieme a S. Caterina d’Alessandria e a S. Maria Maddalena, apparvero in visione a fr. Lorenzo dalla Grotteria, al quale fu consegnata la tela Acheropita raffigurante s. Domenico, che da allora è venerata come miracolosa e non opera dell’uomo.
La potente presenza spirituale di s. Domenico impreziosisce e benedice la terra di Calabria. In Soriano la stella di s. Domenico continua a brillare sull’idea d’amore del Patriarca Domenico, sintetizzata nella formula espressa da s. Tommaso d’Aquino: contemplari et contemplata aliis tradere (S. th. II II, q. 188, a. 6): contemplare e donare agli altri il frutto della propria contemplazione.
Oggi, il mondo, ha tanto bisogno di verità, di amore e di autorità che conoscano e si lascino possedere dalla verità, dalla giustizia, poiché un’autorità esercitata con un potere senza verità, genera mondo falso, ingiusto, disumano. Sull’esempio di s. Domenico occorre rendere testimonianza alla verità, cercare la pace, donare la verità che libera.
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