mercoledì 8 marzo 2023

Cirò: finanziato progetto marketing territoriale a danno culturale!

A CIRÒ, come volevasi dimostrare, il progetto finanziato a mero danno culturale e di credibilità del territorio è stato determinato.  L’amministrazione comunale e affini, s'immergono in finanziamento, per marketing territoriale, falsando sapendo di falsare: conta divulgare ignoranza! E NON VI VERGOGNATE?! È lecito fruire di finanziamento da GalKroton - Psr Calabria 2014-2020, misura 7.5.1., dell’ammontare di € 75.511,75 per un progetto che asserisce orrori storici? 
Chi trova lecito per l’ente pubblico, Comune di Cirò, usufruire di fondo per veicolare contenuto artefatto, esibendolo in cartellonistica e sito dai racconti determinati da anacronistici cantastorie?! A chi si rivolge un marketing provvisto di enfatiche vacuità, ben sapendo che Cirò soffre già, purtroppo, di ingloriose cronache?! Perché alimentare modi e sistemi a nocumento di credibilità territoriale perseverando nel portare la gente a guardare al dito e non alla luna?!

In municipio, ci siamo incontrati, sindaco Mario Sculco, subito dopo aver parlato con Luigi Critelli per il progetto su menzionato. All’incontro era presente l’assessore Maria Aloe, oltre che mia sorella Giovanna. Chiarii, e per l’ennesima volta, dato storico su s. Nicodemo, mi diede la sua parola, con stretta di mano, dicendomi: “Ti faccio avere i contenuti", seguì mia e-mail inviata a L. Critelli a mera conoscenza di quanto discusso nell’incontro e da lei promesso, in altra e-mail sollecitai la sua attenzione. Di contro, né più risposte, né contenuti ho ricevuto. Eppure è stata chiara mia disponibilità a migliorare questione. I contenuti alterati, inoltre, non riguardano solo quaestio s. Nicodemo. È evidente che chi non sa dialogare adotta imposizioni, agire che pone arbitrariamente innanzi a un fatto compiuto, poiché qualcuno o qualcosa d’altro, è stato preminente: insistenza al finanziamento! 

È l’AGIRE che è deprecabile, lo sviluppo di un territorio a tutti sta a cuore, ma è davvero raccapricciante adottare un sistema ottuso, e da quanti asseriscono di operare per la Comunità, in ente pubblico e para pubblico! Certo, ora i contenuti falsati sono fruibili ad avallo di pubblica ignoranza, è un danno enorme per il paese MA CHE IMPORTA, l’utile era il finanziamento. Per questo si adopera un sindaco?! È una indecenza agita, un danno culturale per il territorio DIVULGARE CASTRONERIE! La sua parola ha palesemente valso questo, avallare la divulgazione di castronerie, agire per niente dissimile da quanti l’hanno preceduta, e nella passata amministrazione in particolare. Attenzione: la fascia tricolore va onorata con responsabilità etica!

Orbene, a Cirò, Amministrazione e congreghe traverse, possono fare e attestare quello che vogliono pur di riempire bacinelle di falsità. In che schifo di mondo vivete e credete di far vivere la gente per bene?! E questo pur di mettere mano a fondi?!? Ingannare sapendo di ingannare il proprio popolo è legale?! Certo ad alcuni il finanziamento va, diversamente non avrebbero cercato, e dal 2017, in tutti i modi, di seminare zizzania, cattiveria, discredito, oltre che a notiziare falsità create ad arte da imbrattacarte su compiacenti organi di informazione locale, dopotutto l’INDEGNITÀ È UNO STATO! 

A Cirò grande lustro è stato dato alla sua ‘decadenza’ a causa di non decenza amministrativa da oltre un ventennio. Decenza avrebbe dovuto portare a smetterla di operare agire fuorviante, a mero uso di distrazione di massa, siamo gente per bene, intellettualmente onesta, con le difficoltà comuni delle persone perbene, ma occorre superare questo malato sistema settario, arrogante, ignorante, che ha scatenato regresso, e trattiene una Comunità, e suo territorio, remissivo. Allo stesso tempo, decenza avrebbe dovuto portare a smettere di ostacolare il libero esercizio del voto, procurare a sé e ad altri voti in occasione di competizioni elettorali, convogliando le preferenze su candidati vicini a gente malsana in cambio naturalmente di illogiche future utilità. Decenza avrebbe dovuto portare a smettere, in coscienza, di insultare il senso del sacro, segni dannosi si sono susseguiti nel territorio.

Solo alcuni esempi:

● geni strategici perorano cause tra cui Aloysius Lilius che, ahimè, -AD OGGI-, rimane un grande sconosciuto sul fronte luogo di nascita e altro attribuito impropriamente. Giocare con storie forzate, studiate ad arte, non è fare storia, tanto meno Cultura, peggio si fa quando si cerca di reiterare lo stesso gioco di menzogne storiche, e con un Santo, appunto Nicodemo, come è il caso del progetto falsato nei contenuti di € 75.511,75. I Finanziamenti devono servire per ricerche che diano luce alla verità di un territorio, senza paure o timori di perdere chissà cosa, si chiama CULTURA, per questo occorrono professionalità capaci, piuttosto che ‘fantasiosi’ sempre più imbarazzanti.

● Aver tolto la CROCE dei Padri Passionisti da piazza Mavilia, demolendo il belvedere di Cirò, e averlo reso linguetta di gatto, oltre che, ancora ad oggi, lavoro incompleto. E non tocco argomenti: strade interpoderali, castello fatiscente, Chiesa Madre con le insabbiate vicende legate alla sua chiusura, inservizio scuolabus, incendio in municipio.

● Aver permesso a un’associazione privata, con tanto di cerimonia benedicente e presenza istituzionale, l’installazione di un totem a forma di ruota, con dicitura 'benvenuti', ruota dentata posta all’entrata del Paese di Cirò, insulto a tutta la Comunità, alle altre Associazioni presenti che con servile silenzio non proferiscono parola. E ancora è lì, A CHE TITOLO?! La Cirò per bene non è cosa loro, il territorio è un bene comune e ci si indigna di fronte devianza, prepotenza, ignoranza.

●Aver lasciato che il venerabile Don ALESSANDRO VITETTI, dopo 25anni di sepoltura nella cappella di famiglia, sita nel Campo Santo di Cirò, venisse traslato, senza che la Comunità ne avesse conoscenza, e deposto nel Duomo di Cariati, determinando dileggio di stabilità e volontà di un compaesano il cui processo di beatificazione è in itinere. Un agire miserevole, che non ha tenuto conto del diritto canonico, agire operato dalla Arcidiocesi di Crotone, consapevole Amministrazione, e di quanti, al tempo, si sono animati per questa insensatezza. Nessuno si è chiesto perché, soprattutto: PERCHÉ ORA?! Gli amici conterranei di Cariati comprenderanno il disappunto non confortato da elementi di ragionevolezza sul fatto compiuto. E non dimenticate, cari Compaesani, che Cirò aveva il suo reale potenziale Santo nativo del luogo, appunto don Alessandro Vitetti, ma qualcuno ha lasciato che venisse traslato a Cariati, e gente interessata a finanziamenti si straccia le vesti per S. NICODEMO che solo dal 1696 è CONOSCIUTO a Cirò, creduto nativo del luogo, ma fu errore di trascrizione, il suo Bios è chiaro. S. Nicodemo non è nato a Cirò, NÉ MAI A CIRÒ È STATO. La storia resta storia, acclarata, poiché fatta di documenti, mentre nell’abusato marketing pubblicitario finanziato, e su citato, si divulga il contrario, e su più argomenti.

● Aver insultato un luogo di culto, la Chiesa di s. Giovanni Battista in Cirò, con la MENZOGNA, -giugno 2022- pur di attribuire forzosamente il nome di s. Nicodemo ad un affresco lì rinvenuto. Mi chiedo fin dove possano arrivare le idiozie, il falso agire, schernendo la preziosità di un ritrovamento del XV secolo, e oscurando altro affresco posto dinanzi, che forse sparigliava intento.

È, quindi, del tutto ridicolo che cercate dei meriti care avvicendate, per similpolitica, maggioranze e minoranze amministrative di oltre un ventennio, in generale, ma dell’attuale tempo in particolare. Siete stati tutti presenti e tutti assenti alla non-cura del territorio e suoi beni. Occorre essere seri verso la Comunità da cui ricevete stipendio, non servi di alcuni trascrittori di idiozie!

Per la gestione del bene comune è necessario saper scegliere da che parte stare, essere un leader significa FARE LA COSA GIUSTA, mai assecondare 'masse' la cui caratteristica è esaltare, ignorante, l’irrazionalità! Per Cirò, e sua gestione amministrativa, è chiara l’assenza del leader, come è chiara l’intollerabilità di una truffa a nocumento di cultura e territorio, diversamente non saprei definire la determinazione di un progetto finanziato con contenuti errati e già conosciuti tali. E Cirò ha perso l'occasione, ancora una volta, di fare la cosa giusta! Fino a che non verranno sanate ferite di incongruenza, dissennato agire atto a favorire utilità particolari, abusando di Dio e della verità, non si potrà dire di operare per il bene del Paese, tanto meno per quello spirituale!

SIA CHIARO: quando non ci si ribella a sistemi agiti con assenza di scrupoli, si è consenzienti, e a questi la sottoscritta si è sempre opposta! Il sapere è sinonimo di libertà sociale, libertà da sistemi vetusti nelle Comunità. Dio, infatti, volle comandare a uomini LIBERI con savio senso del GIUSTO poiché "Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile". (Isaia 40, 31). Ecco che, mentre gli asini persistono a ragliare, le aquile si librano nel cielo della verità, della sana cultura, della chiara conoscenza, del Bene Comune poiché SAPERE AUDE!


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