domenica 5 febbraio 2023

SANT'AGATA, donna nobile e libera!

SANT'AGATA, vergine e martire, morì il 5 febbraio 251. Durante la persecuzione di Decio, fu sedotta dal proconsole Quinziano ma lei non cedette. Lui la fece torturare. La più antica fonte sul martirio della giovane e bella catanese Agata - nome che in greco significa buona, valente, gentile, amorevole -, è la Passio, che risale alla seconda metà del V secolo. 

Agata sentì presto il desiderio di donarsi totalmente a Cristo. Nei primi tempi del Cristianesimo le vergini consacrate, rappresentavano un esempio diverso dentro un mondo pagano. Il vescovo di Catania, nella cerimonia della velatio, le impose il flammeum, velo rosso portato dalle vergini consacrate. Secondo alcuni era molto probabile che Agata avesse già 21 anni, infatti è rappresentata con tunica bianca e il pallio rosso, segni della diaconessa, cioè di una donna con ruolo attivo nella comunità cristiana, con il compito, fra gli altri, di istruire i nuovi adepti. 

Tra il 250 e il 251 il proconsole Quinziano era giunto a Catania, anche per far rispettare l’editto imperiale che chiedeva a tutti i cristiani l’abiura pubblica della loro fede. Rimase affascinato da Agata e fallì ogni tentativo di corruzione. Avviò così un processo contro Agata, di cui sono riferiti i dialoghi tra il proconsole e la santa. In un passaggio, alla domanda circa la sua famiglia, Agata risponde di essere libera e nobile di nascita; allora il magistrato le domanda perché conduce una vita da schiava, e la giovane risponde: “La nobiltà suprema consiste nell’essere schiavi di Cristo”. 

Tradotta in carcere fu sottoposta a tortura che culminò con lo strappo di una mammella. Nella stessa notte venne visitata da san Pietro che la rassicurò e le risanò le ferite. Adirato Quinziano, la fece porre nuda su cocci di vasi e carboni ardenti ma vi fu un terremoto e crollò il luogo dove avveniva il supplizio, seppellendo i carnefici. Infine venne sottoposta al supplizio dei carboni ardenti. 

A questo punto, secondo la tradizione, mentre il fuoco bruciava le sue carni, non bruciava il velo che lei portava; per questa ragione “il velo di sant’Agata” diventò da subito una delle reliquie più preziose: di colore rosso, quasi scarlatto, si tratta di una striscia di seta. La lunghezza è circa 4 m e la larghezza circa 50 cm. E’ tenuto sempre in una teca di argento nella Cattedrale, al Duomo di Catania, insieme alle altre reliquie. Agata spirò in carcere, alla presenza di molti testimoni, ringraziando Dio di averle conservato la verginità.

Testimone coraggiosa di fedeltà, seppe seguire con determinazione, in un tempo assai grave per i cristiani, la sua dedizione per Cristo, dando senso al suo essere libera e nobile. E si leva al Cielo lo sguardo, con gratitudine!


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