Ci apprestiamo, dunque, a nuove elezioni, e di tutto si può parlare tranne che di avvicinamento della politica al Popolo, meno rappresentato dal conquistato squilibrio di rappresentanza e, ennesima beffa, a svantaggio del Sud Italia! Dio ci aiuti, aiuti la giovane Italia, ancora soggetta a infantilismi e desideri di poteri ad oltranza, oltre che a comandi incolori!
Arduo impegno è la Politica, che non è fatta per muri di gomma su cui tutto rimbalza, ma per persone serie, capaci di responsabilità etica, senso del Bene Comune! Di contro, a cosa assistiamo nella nostra realtà socio-politica? A una società affarista, edulcorata da egoismi, relativismo, che non tiene conto di un dato centrale: 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝗲𝗱𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗼𝗱𝗼 è 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗱𝗲𝗹𝗲 e, come tale, non può generare Bene Comune. Un cattolico non sarà mai populista, né sovranista, ma POPOLARE! E, come scrive Tommaso d'Aquino, non bisogna dimenticare che: 𝗶𝗹 ‘𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗲’ 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗲𝗻𝗼 è 𝘂𝗻 𝘀𝗼𝘃𝗿𝗮𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿𝗶 𝗹𝗶𝗺𝗶𝘁𝗮𝘁𝗶, 𝗲𝗱 è 𝘀𝗼𝘃𝗿𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗶𝗹 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝘀𝗳𝗼𝗿𝘇𝗼 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗲 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲 (𝗦. 𝗧𝗵., 𝗜-𝗜𝗜 𝗾. 𝟵𝟬, 𝗮. 𝟯).
Ergo: dal marasma di confusione politica - poiché populismo è confusione politica manifestamente praticata a destra e a sinistra - quale strategia possibile, di rinnovamento sistemico effettivo si può pensare? L’identità di una Nazione, attualmente, è delineata da partiti/movimenti simulati vergini, tuttologi di virtù di cui si fanno profeti, incuranti di appartenere allo stesso sistema, all’interno dilaniato da inconcludenze, insignificanze, clientele, DiMaio e Salvini docet!
La politica, ridotta al lumicino populista, ha perduto di credibilità: il “noi meglio di loro”, esplica l'inconsistenza della Politica, sempre più autorefenziale, personalista, autarchica, del tutto staccata dal fine naturale: perseguire il Bene Comune. Affermava Luigi Sturzo: "Le rivoluzioni sono figlie di idee e di sentimenti prima che di interessi". Bisogna dunque rendersi conto delle cose che si fanno e per chi si fanno! E così, come la fede emotiva non è fede, le emozioni non sono soggetto della fede, soggetto della fede è l'intelletto speculativo, per analogia, e con elementi di ragionevolezza, si può sostenere che: LA POLITICA EMOTIVA NON È POLITICA, le emozioni non sono soggetto della politica, soggetto della politica è l'intelletto speculativo! Il pensiero di costrutto elabora idee, crescita, futuro possibile, credibile. Il chiacchiericcio ciarliero, gli apparentamenti improbabili, le clientele di sfoggio malavitoso, il protagonismo insensato, non sono propiziatori di bene comune.
Va da sé che il populismo non è POPOLARISMO! Stare dalla parte del Popolo non è alimentare divario tra classi sociali. Aveva ragione il mio Papà: la storia tratta di concretezza e contenuti, lasciarne tracce sane, feconde, è di luce; pensare di insabbiare, mancare di equità di giudizio, di giustizia sociale è proprio solo di menti vuote. Il mondo dell'irrazionale populismo è assai distante dal concepire il sommo bene comune, per questo occorre che la POLITICA RITROVI SE STESSA, il suo fine, una sana formazione, e con essa sappia esprimere COERENZA. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi, SAPERE AUDE!
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