San Nicodemo, la storia che cambia Cirò e sua cultura

𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐋𝐄𝐓𝐓𝐔𝐑𝐀 dei testi, è ora di finirla con la creduloneria di cui si pregiano i signorotti privi di cultura. Non si confonde il Popolo con ambiti di interesse capzioso. L’assenza di idee è da sempre una caratteristica amministrativa locale, ma giocare all’opera di distrazione di massa non funziona più! 

𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐋𝐄𝐓𝐓𝐔𝐑𝐀 poiché 𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚 è 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐂𝐢𝐫𝐨': un figlio non ignora la propria radice, la propria madre che lo genera, perché ha una storia nuova da raccontare, piuttosto si mette in ascolto per capire le ragioni del cambiamento, non si assoggetta a una circonvenzione settaria.

𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐋𝐄𝐓𝐓𝐔𝐑𝐀 𝐚𝐥 𝐩𝐚𝐫𝐫𝐨𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐞𝐨 𝐆𝐢𝐚𝐜𝐨𝐛𝐛𝐞, che ha ricevuto il testo su s. Nicodemo da me pubblicato e a cui ho offerto la mia disponibilità collaborativa per dare chiarezza alla questione, suggerendo di smetterla di dissacrare il pulpito della Chiesa in cui celebra messa, rivolgendosi ai compaesani che, sa bene, non possono controbattere, circa il luogo nativo del santo, ampiamente studiato e acclarato dagli storici. Soprattutto consiglio di rispettare le persone, tutte, la loro storia, persone che studiano per conoscere, non per diventare mestieranti. È risaputo: chi si alza la mattina e dice idiozie sono quanti insultano il Paese, insabbiandone storia e cultura, a fronte di chi con 𝐬𝐚𝐜𝐫𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢 e 𝐬𝐮𝐝𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢 ha elaborato testi e pubblicazioni. Più che impropriamente giudicare ciò che non si conosce, consiglio di sollecitare alla capacità critica la propria comunità, di spronare alla comunione per una sana interazione. Non è più tempo di fare polemica, un prete lo dovrebbe sapere, ma di portare la giusta conoscenza alla propria Comunità, certo chiamando in causa le parti che possono asserire, con cognizione di causa, il giusto intendere. O crediamo davvero di poter considerare il Popolo di Dio con l'anello al naso?!

E, riguardo al ritrovamento del dipinto nella Chiesa di San Giovanni, uno studio approfondito, e da me pubblicato – 𝐋𝐚 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐫𝐢𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 (https://www.monastica.eu/2021/04/24/santo-vescovo-ciro) ha chiarito segni e tempi. Suggerirei di concentrarsi sullo splendido medaglione raffigurante il 𝐂𝐡𝐫𝐢𝐬𝐭𝐮𝐬 𝐩𝐚𝐭𝐢𝐞𝐧𝐬, dato veramente unico e raro nel mondo dell’arte, prima di ridicolizzare storia, Chiesa, Comunità con attribuzione di nomi impropri!

Affronteremo, a tempo debito, anche il secolo d’oro, il 𝟏𝟓𝟎𝟎 che, nei dettagli locali, è pieno di sorprese!

Il mio animo si è disposto, con deferenza, verso la figura di S. Nicodemo. Ho voluto addentrarmi nelle vicissitudini legate al suo tempo, alto medioevo, alla sua vita, al luogo di nascita, con 𝐮𝐧 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐚 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐭𝐨 𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐢 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐟𝐢𝐠𝐮𝐫𝐚, 𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐯𝐞𝐧𝐧𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞 𝟐𝟎𝟏𝟕 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐚𝐥𝐞, 𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐒𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐨, 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐢𝐫𝐨'. 𝐃𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐦𝐢 𝐞𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐮𝐭𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐬𝐮 𝐒. 𝐍𝐢𝐜𝐨𝐝𝐞𝐦𝐨, 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞' 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐮𝐭𝐨 𝐧𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐢𝐫𝐨', 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐮𝐢 𝐥𝐚 𝐠𝐢𝐮𝐧𝐭𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐝𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐞𝐯𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐫𝐞𝐥𝐢𝐠𝐢𝐨𝐬𝐨. 𝐍𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐚 𝐞𝐜𝐜𝐞𝐩𝐢𝐫𝐞, 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐥’𝐚𝐠𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐞 è 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐭𝐨 𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐝𝐞𝐧𝐢𝐠𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚, 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐫𝐠𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞𝐯𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐚𝐜𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢, 𝐥’𝐞𝐬𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚, 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐞 𝐚𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐨𝐧𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢. 𝐄 𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐬𝐮𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐨𝐫𝐭𝐢, 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐝𝐞𝐯𝐢𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐢 è 𝐫𝐞𝐬𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐭𝐚𝐠𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐦𝐚𝐥𝐬𝐚𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚, 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 è 𝐞𝐬𝐩𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐛𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢𝐭𝐚'. Ma la storia parla da sola, come la verità, non si forza la cultura per interessi particolari!

Cirò, dal 𝟏𝟔𝟗𝟔, ha mantenuto vivo il culto verso san Nicodemo, anno in cui viene proclamato Santo Patrono e Protettore di Cirò. Mantiene un gioiello in custodia, le sue Sante Reliquie, richieste e ottenute dall’allora Principe feudatario D. Carlo Francesco Spinelli. Non basta però mantenere il culto dei santi, anche se la ‘devota tradizione’ ha molto trascurato, in dovuta attenzione, la presenza benedicente delle 𝐒𝐚𝐜𝐫𝐞 𝐑𝐞𝐥𝐢𝐪𝐮𝐢𝐞 𝐝𝐢 𝐍𝐢𝐜𝐨𝐝𝐞𝐦𝐨, 𝐢𝐥 𝐜𝐮𝐢 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐮𝐬𝐭𝐨𝐝𝐢𝐚 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞, 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐨 𝐬𝐢𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐢𝐮' 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨, 𝐥𝐚 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐬𝐚 𝐌𝐚𝐝𝐫𝐞. Orgoglio per Cirò è offrire ai fedeli che venerano il Santo, ma anche a tutti coloro che si volessero accostare alla potente spiritualità del Santo, la possibilità di venerarne la reliquia. È risaputo che dove c’è una reliquia di un Santo, lì c’è Gerusalemme, la madre di tutte le Chiese.

Va da sé che quando si parla di storia, si intende la narrazione di fatti la cui veridicità poggia su dei documenti autentici attendibili. Nel caso di Nicodemo, il più antico documento è il suo bios, quello che si conserva in un codice messinese presso la Biblioteca Universitaria di Messina ed è scritto in greco. È una copia che, nel 1307, Daniele, monaco del SS. Salvatore, monastero greco di Messina, fece del Sermone sulla vita del santo padre nostro Nicodemo, sermone scritto da un monaco, un certo Nilo, per i monaci della comunità. 𝐑𝐢𝐠𝐨𝐫𝐞, 𝐨𝐧𝐞𝐬𝐭𝐚' 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞, 𝐞𝐥𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐚𝐥𝐞, 𝐢𝐥 𝐛𝐢𝐨𝐬 𝐝𝐢 𝐍𝐢𝐜𝐨𝐝𝐞𝐦𝐨, 𝐜𝐨𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢 è 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐒𝐚𝐧𝐭𝐨, tenendo ben presente testo e contesto e, attraverso questo confronto, verificare se quello che si dice ha un fondamento storico, cioè poggia su documenti validi, oppure è errata interpretazione o, addirittura, racconti che non hanno nulla a che vedere con la storia del Santo, perché invenzioni degli autori come, nel caso di Nicodemo, spesso si riscontra.

Ovviamente la tradizione ha il suo valore, ma anche qui dobbiamo stare attenti a non schierarci, in modo acritico, dalla sua parte, con superficialità, relativismo o, peggio ancora, per sentimentalismo o campanilismo. Non è accettabile, tanto meno condivisibile che, per partito preso si chiudano gli occhi davanti alla verità. Se vogliamo essere coerenti e vogliamo conoscere veramente la storia del Santo, dobbiamo avere il coraggio di mettere in discussione tutto, proprio tutto, anche le nostre posizioni, per ricercare quei documenti che resistono alla critica e ci assicurano la verità storica. È anche il modo migliore per capire la nostra radice storica territoriale, nobilitandola con il senso reale del fare cultura.

Il monaco Nilo, che non dobbiamo confondere con san Nilo di Rossano, è probabilmente lo stesso autore della vita di san Filareto, ipotesi accreditata dalla studiosa Melina Arco Magrì. Il testo del bios a noi pervenuto è una copia, fatta nel 1307, ad opera del monaco amanuense Daniele. Ma quando è che il monaco Nilo scrive il testo? Se Nilo è lo stesso autore che compose, in giovane età, la vita di Nicodemo, e in tarda età quella di Filareto, che lui ha conosciuto presso le Saline, nel Monastero di S. Elia il Giovane, ed era suo coetaneo, potremmo supporre che Nilo nacque non più tardi del 1040 e che il bios di s. Nicodemo sia stato composto verso il 1060-65. Dal logos stesso di Nicodemo conosciamo il luogo di nascita: Sikròs, 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐂𝐢𝐫𝐨', 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐧𝐨𝐧  è 𝐦𝐚𝐢 𝐯𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐞 𝐝𝐨𝐯𝐞, 𝐪𝐮𝐢𝐧𝐝𝐢, 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐧𝐚𝐭𝐢i𝐚, 𝐧è 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐨𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐢𝐫𝐚𝐜𝐨𝐥𝐢. Viene riportata la data di morte, 12 Marzo, non viene riportata alcuna data di nascita, il 13 maggio è rituale tradizionale, basato sul nulla, facente parte delle tante leggende popolari che avvolgono la figura del santo. La festa liturgica del Santo Padre Nicodemo è disposta al 12 Marzo.

Nicodemo nasce prima dello scisma, quando la Chiesa era unita ad oriente e occidente, seguiva dunque la Liturgia Bizantina e celebrava la sacra Eucaristia in rito greco - la Divina Liturgia di san Giovanni Crisostomo. 𝐏. 𝐄𝐫𝐧𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐞𝐥𝐞𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐨 𝐀𝐁𝐈𝐓𝐎 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞: indossava, di solito, una tunica di pelle; il cordone che porta ai fianchi non è la cintura, ma il cilicio che portava sotto le vesti, sulla nuda carne per fare penitenza. Calzava i sandali, stilizzati, segno tangibile di umiltà e povertà. Il bastone, anch’esso stilizzato, ci ricorda il potere che aveva il santo: i diavoli erano terrorizzati dal suo bastone. Il monogramma che porta sulla cocolla si riferisce a Cristo Vincitore, questo monogramma si trova anche sul pane consacrato del rito greco, ma la parte di sotto è anche la radice del suo nome Nik (vincitore). 

La mia persuasione, da sempre, è che la bellezza della verità storica salverà da sistemi insalubri, come anche da tentativi di silenziare persone o dati culturali noti e chiari, facendo carte false. Va da sé che 𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐞 𝐯𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚' 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐬𝐮 𝐬𝐚𝐧 𝐍𝐢𝐜𝐨𝐝𝐞𝐦𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐚𝐧𝐠𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐯𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞, né deve essere confusa con un fare politico ambiguo, sono ambiti distinti: l’uno appartenente al campo scientifico, l’altro al dato emozionale delle culture popolari, altro ancora a un servizio ‘interessato’ assai nocivo al bene comune.

Cari Compaesani, se la devozione e affezione al Santo è sentita con verità, sono a vostra disposizione per fugare dubbi e addivenire alla conoscenza delle sue vicissitudini. Aprire orizzonti con la Cultura è il reale cambiamento del nostro territorio.