La cultura filosofica greca ha trasmesso al mondo l’idea di razionalità come confronto critico. Fu grande evoluzione umana, e di pensiero, cui si aggiunse, successivamente, la più grande rivoluzione intrisa di umanità: il cristianesimo. Benedetto Croce ci ricorda che "La rivoluzione cristiana operò nel centro dell’anima, nella coscienza morale, conferendo risalto all'intimo della coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fin allora era mancata all'umanità". I primi cristiani reputavano che fosse la coscienza a dover giudicare il potere, non viceversa, per questo, la coscienza, quale ultima corte di giudizio nei confronti del potere sociale, politico, religioso, in unione con l’etica dell’altruismo, è diventata la base della nostra civiltà occidentale, nucleo vivo delle dottrine etiche.
Non sarebbe il caso di ridestarla la COSCIENZA, di tenerla presente nelle questioni attinenti il bene comune, quindi la crescita umana? Non sarebbe più opportuno evitare derive sociali, ormai prossime nei nostri territori, facendo memoria della sostanza della mitezza rivoluzionaria? Non sarebbe il caso di riconsiderare la mitezza che, come dice Tommaso d'Aquino, porta l’uomo al massimo grado di padronanza di sé, attribuendo con il suo esercizio voce rinnovata alle realtà socio politiche locali, superando così la ridicola nanitudine pro-locale? Non sarebbe il caso di rimuovere maschere, culture clientelari, immaturità gestionali e traditori del bene comune?
Il fare e il dire bene, determina un effettivo progresso, in verità e dignità dei territori, liberi da retaggi promiscui che generano solo discriminazione e povertà certa. Il valore della vita, e, in essa, della politica, si evince dalla qualità dell’umano #agire, dai suoi ideali reali, dalle sue capacità, senso di responsabilità, lealtà, coscienza viva, coerenza! In questa direzione virtuosa la politica, come la società, diventa speranza concreta cui ambire.
Impegniamo la nostra COSCIENZA!
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