Al netto dei buoni risultati
investigativi, la situazione è sfuggita di mano un pò a tutti: alle forze
dell'ordine, alla magistratura, agli educatori, anche alla chiesa, è quanto
afferma il procuratore Gratteri, in una recente intervista a Famiglia
Cristiana. Come dargli torto? Dopotutto, in Calabria è così lampante la
degenerazione della politica resasi compiacente, e a chiaro servizio di
malaerba, il rapporto Svimez '19 ci avvisa, inoltre, dello spettro di
recessione in atto: ha evidenziato il degrado economico rimarcando l’assenza di
lavoro, e la costretta necessità della gente a dover emigrare, ancora, dalla
propria terra. Per questo dobbiamo dire grazie alla politica malata, corrotta,
che oggi si inventa innocente, nazionalista, sovranista di settore sud, allo
stesso tempo populista, pronta a cavalcare inganni, credendo di fare il bello e
cattivo tempo sul territorio. Il male è nella Calabria stessa, in questi
inutili idioti, incollati da decenni alle poltrone, che impongono il
feudalesimo, mangiano sul clientelismo, abbracciati alla criminalità e che
credono di imporre silenzio a voce di libertà.
Versi stonati, assemblati, vorrebbero
distrarre dalla realtà, confondere dalla Cultura sana, ritengono che la gente sia
non vedente, incapace di proprio pensiero, e non si avveda di tanto marciume o
della deriva verso babele. Calabria non ti puoi lamentare se non sai reagire, se
ti sta bene poltrire in questo malaffare. Se per prima non ti alzi e, con il tuo orgoglio, non ti dissoci,
non prendi posizione, e dici No a gentaglia così meschina, stai soltanto
augurando ai tuoi figli di essere come loro, e rimanere tali e quali! E si materializza la nanitudine: il marcio
di questa gente è incrostato nell'anima e nella devozione a danaro satana,
altro che devozione a santi e territorio.
Calabresi mettetevi dalla parte giusta,
quella della capacità di Pensare, del manifestare il dato Spirituale
che contraddistingue umanamente la vita dell’uomo, date dignità alla dignità, e
cominciate a dire No a gente accattona! Ergo: Nuova Cultura Politica urge in Calabria! Basta accentratori di
potere, colletti bianchi, abili trasformisti che hanno reso babele la Calabria.
E, con Margaret Maed: "Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini
coscienziosi ed impegnati, possa cambiare il mondo. In verità è l'unica cosa
che è sempre accaduta". Ecco che non si crederà più che gli asini volano,
il tempo di pantalone e capibastoni è finito!!! Risorgi Calabria, non nelle
bandiere che hanno perso ogni ragione d'esistere, svuotatesi di ideali. Risorgi
con la Cultura Virtuosa dei Valori umani, oltre le reti del malaffare, del
relativismo, della superficialità. Risorgi non nel senso del possesso ma del
rispetto del territorio da custodire. Risorgi a un'etica della responsabilità,
nella bellezza della lealtà d'agire: la vita è verità da amare, da vivere, da
comunicare con ardore di cuore e intelletto!
Un appello civile di grande forza che mi dà sprone a recuperare, quanto meno, la speranza. Non sono tuttavia d'accordo con l'ottimo Procuratore Gratteri. A nessuno è sfuggito qualcosa di mano, anzi. Lo Stato, quello dell'idea di Stato, ha sostanzialmente relegato pochi uomini e donne, con mezzi inadeguati, in quella che ha finito per apparire una landa sperduta nelle mani, quelle sì, di un potere criminale sconcio e subdolo che, libero di gestire il malaffare, rispondeva con gratitudine svolgendo la funzione di serbatoio elettorale. La reazione civile, che cova tra la gente, è affievolita dalla paura che può diventare terrore per coloro che si dovessero esporre nel sollecitarla. Al cittadino nessuno può chiedere eroismo. I diritti sono sanciti dalla Carta e ottenuti col sangue. A suo tempo. Oggi è lo Stato che deve risolvere il problema. E non è problema di polizia. Come costringervelo è il tema.
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