Il I° Maggio è un giorno che deve far riflettere, far comprendere che Lavoro È Dignità. Non può essere, il lavoro, solo un diritto, Ne È La Sostanza! Senza sicurezza economica, senza lavoro, la gente 'affamata' diventa lievito su cui si fondano le dittature, i feudalesimi, e affini, spesso generanti nei territori: illusioni, clientelismo, gestione settaria di comparti di lavoro, veri e propri serbatoi per la politica consociata dei desertificatori e falsari. La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società - ci ricorda Corrado Alvaro - è il dubbio che vivere onestamente sia inutile.
Ed è per questo che è necessario rimanere vigili, mantenere capacità critica, non essere passivi, né dormienti. Per questo Dio ci salvi dai 'parziali' e dalle parzialità di gestione, da quanti demonizzano la cultura e ambiscono a smantellare inculturazione, inclusione sociale. Ci salvi da quanti politicamente e sindacalmente avvolti nel proprio egoismo, confondono e trascinano nel buio della conoscenza. CI SALVI DA COLORO CHE, CHIAMATI A COMPIERE IL PROPRIO DOVERE, PAGATO, NON SI RENDONO CONTO DI ESSERE SERVITORI DEL POPOLO, MA NE ESIGONO LA SOTTOMISSIONE E IL GRAZIE PER UN ESERCIZIO DOVUTO!
Occorre mantenere occhi aperti: i furbi illudono curando e ingrassando il proprio giardino, smaniosi di mantenere potere, posizioni, ruoli non sudati. La fiducia è un dono troppo grande da sprecare con i 'qualunquamente' improvvisati, con chi usa i meriti e competenze di altri, è dono troppo nobile da compartire e riconoscere a coloro che non conoscono il profumo della dignità del lavoro. Sia la Persona centro e interesse da tutelare, unitamente al Lavoro affinché non rimanga precario o una chimera. Si riaccenda attenzione al rispetto delle Comunità, dei Territori, delle Bellezze Naturali, delle Produzioni Autoctone. Si superi l'inefficenza dell'ente Regione, divenuto serbatoio di clientela, si valorizzino, piuttosto, le Province ritornando loro vera dignità. Essere più vicini al Popolo, ascoltarne i bisogni, rende armonia, cura ai territori, sviluppo economico locale.
Il lavoro, scriveva Paulo Coelho, è una manna quando ci aiuta a pensare a quello che stiamo facendo. Ma diventa una maledizione nel momento in cui la sua unica utilità consiste nell’ evitare che riflettiamo sul senso della vita.
Ritorniamo a guardare al senso della vita territoriale che costruisce, con strumenti adeguati, competenze adeguate. Si sviluppi vigore, orgoglio umano per una sana crescita, riconoscendo, con occhi di speranza, un domani sociale e politico realisticamente costruttivo per tutti, in cui la giustizia sociale abbia un senso.
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