Quanto
bene fa avere capacità e competenza, quanto bene genera affrontare questioni in
trasparenza, quanta degenerazione mentale suscita l’anonimo idiota di turno. Esemplare
l’agire di Sua Santità, Papa Francesco, Vicario di Cristo in terra, espressione
del soffio dello Spirito Santo che ardito sa sempre meravigliarci e riempirci della
sua carità. È ignobile la prosopopea di idioti, amebe che navigano nelle tenebre,
nei nefasti grigiori del loro dio minore, e che con supponenza cercano di far
sentire mugugno immondo, e l’‘altro’ ne gode poiché vive di atti senza senso.
Gentaglia
di poco conto, che passa la propria esistenza con il tarlo del seminare
zizzania, non sono molti, ma si credono i potenti della terra, con la
conoscenza del Vangelo di nostro Signore di assoluta loro discrezione, e
continuano a fare il gioco nefasto dell’altro istigatore e separatore, nocivo all'umanità come esplicitamente chiaro. Venendo ignorati come ben fa Sua
Santità, ci provano in tutti i modi, gettano discredito avallando inettitudine e
superbia.
Chi
sono questi? Fautori del verbo incarnato? Direi scriteriati di assoluta mera
ignoranza e che non hanno chiaro nemmeno che il Dolce Cristo in Terra è
espressione Altissima di Madre Chiesa, cui si deve obbedienza, servizio,
soprattutto riconoscimento dell’azione dello Spirito Santo, che non veste
paramenti faraonici, non difende le strutture di palazzi, i poteri da gestire,
le cariche da ricoprire, sono tutte queste espressioni della negazione del
Vangelo che solo chiede di donare Amore. Essere e costruire per i più bisognosi
è l’azione vera, la Grande Rivoluzione di cui non si parla abbastanza, ma che è
in atto nella Chiesa, grazie a Papa Francesco. Testimone Lui dell’amore che ci
ha donato Gesù, e che convintamente pratica. L’esercizio della Carità è la via,
unica, che esprime la sostanza e natura del cristiano, del seguace di Cristo, tutto
il resto, potere, ingordigia, supponenza, egoismo, in cui il mare del male trova
grande sfogo e alimento, sono dell’altro e, quindi, dei suoi seguaci, coloro
che anonimi resteranno nell'anima sempre: a tutti si può sfuggire con la propria
vigliaccheria, ma il cuore lo legge Dio, e questi stolti lo dimenticano.
L’essere
dalla parte degli ultimi, dei bisognosi è essere di Cristo, agire con il cuore
è l’essere di Cristo, spogliarsi e donare è l’essere di Cristo, che ci chiama
ad essere sale e luce della terra, e su questo non ci sarà tenebra che potrà
oscurarne Verità e Bellezza, oltre che Sostanza. Poveri illusi, inutili idioti,
servi dell’inconsistenza, vigliacchi che scappano insultando, mancando di
rispetto a chi invece dona lezione di vita: Sua Santità Papa Francesco. Non ha
bisogno Lui di essere difeso, è già nella potente difesa di Nostro Signore, di
cui gli stolti non hanno timore e rispetto alcuno. Difendo però la mia fede, la
sua umanità, che non riconosce in alcun modo questo agire privo di ogni senso
di umiltà, di carità.
Abbraccio
fortemente la Croce di nostro Signore, da cui nessun Cristiano si staccherà, perché
non sono gli uomini a legare, a favorire una parte o una visone, ma è nostro
Signore che opera nelle sue creature attraverso la nostra libertà di agire,
attraverso lo spettacolo che ci chiama ad esercitare con la luce di intelletto,
e che porta a fare la differenza di presenza del Cielo rispetto agli inferi. Abbraccio
perché Croce d’Amore, cuore vivo, fuoco che arde e pulsa per ognuno di noi,
croce che chiama a seguire il Vangelo, non le idiozie sincretiche degli uomini
sciocchi.
Ecco
perché non potranno, inutili idioti, essere mai sale e luce della terra: li alberga
la tenebra più profonda e l’aridità della stoltezza, nonostante si sentano intellettualoidi
unti dallo spirito santo, e più papisti del Papa, fermi di cervello, come fermi,
non evoluti intellettualmente, vuole far rimanere il male che operano.
Sua
Santità, il Dolce Cristo in terra, non si discute, si rispetta soprattutto se è
chiaro l’agire, che con evidenza non gioca per i ruoli dei poteri, poiché ha
ben salda conoscenza che l’unico potere da difendere e per cui vale la pena
vivere e spendersi è Gesù, operare in nome suo, secondo il suo insegnamento.
Non siamo noi portatori di opere, l’opera è Sua e il merito di quello che
crediamo nostro è opera Sua. Saperlo riconoscere dà il senso all'essere sale e
luce della terra. Consiglio la pratica dell’umiltà, a coloro che impunemente
attaccano dissacrando il sacro, e di avere la reale percezione dei propri
limiti, oltre che della propria fallibilità.
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