Il termine passione
esprime un’inclinazione veemente, un sentimento forte, una pulsione prepotente,
difficilmente controllabile. Essa può essere sia buona, sia cattiva: è buona se
è volta a uno scopo, un obiettivo moralmente buono e diventa, pertanto, virtù;
è cattiva in caso contrario e, quindi, si trasforma in vizio.
S. Tommaso riserva
ampio spazio allo studio delle passioni. Egli distingue tre significati del
termine passio: comune, proprio e
traslato. Nel significato comune vuol dire subire, ricevere (receptio);
in quello proprio significa alterazione, vale a dire cambiamento qualitativo, e
in quello traslato, impedimento.
"Nel senso comune la passione si trova nell’anima,
come del resto in qualsiasi creatura, in quanto ogni creatura ha in se stessa
qualche cosa di potenziale e per questa ragione ogni creatura esistente è
recettiva di qualche cosa. Secondo il senso proprio
la passione si trova soltanto là dove c’è movimento e contrarietà. Ora, il
movimento si trova soltanto nei corpi, e le contrarietà delle forme e delle
qualità soltanto nelle cose generabili e corruttibili. Perciò soltanto di queste
cose si può dire che patiscono. E quindi l’anima non si può dire che patisce in
questo modo: e anche se riceve qualche cosa ciò non avviene mediante trasmutazione
da un contrario all’altro ma soltanto a causa dell’influsso dell’agente, allo
stesso modo che l’aria viene illuminata dal sole. Infine, secondo il senso traslato,
la passione può essere detta anche dell’anima: essa patisce in quanto la sua
operazione viene impedita" (De Ver., q. 26, a. 1).
Propriamente quindi
anche per Tommaso, come per Aristotele, le passioni sono movimenti dell’appetito
sensitivo. Poiché l’appetito sensitivo è di due tipi: concupiscibile e
irascibile, le passioni si dividono in due grandi gruppi, ciascuno dei quali
comprende sei passioni fondamentali.
- Nel gruppo dell’appetito concupiscibile abbiamo: amore, desiderio e piacere che sono pulsioni verso un bene prospettato; odio, fuga e tristezza che sono reazioni di fronte a mali incombenti, ma cui ci si può sottrarre agevolmente.
- Nel gruppo dell’appetito irascibile abbiamo: speranza, audacia e ira, che sono disposizioni verso un bene di difficile conseguimento; disperazione, angoscia e accidia che sono reazioni verso un male cui si può difficilmente sfuggire. (I-II, q. 23, a. 4).
Purtroppo, in
conseguenza del peccato originale, "tutte le energie dell’anima restano in
qualche modo private del loro ordine, che le orienta in modo naturale alla virtù:
e tale privazione è detta una ferita della natura. Quattro sono le potenze dell’anima
che possono essere soggetto di virtù, vale a dire: la ragione in cui
risiede la prudenza; la volontà in cui risiede la giustizia; l’irascibilità
(l’appetito irascibile), in cui risiede la fortezza; e la capacità di
bramare (l’appetito concupiscibile), in cui risiede la temperanza. In
quanto perciò la ragione viene privata del suo ordine al vero, si ha la ferita
dell’ignoranza; in quanto la volontà viene privata del suo ordine al bene, si
ha la ferita della malizia; in quanto l’irascibilità viene privata del suo ordine
all’arduo, si ha la ferita della debolezza; e in quanto la capacità di bramare viene
privata del suo ordine al dilettevole moderato dalla ragione, si ha la ferita della
concupiscenza". (I-II, q. 85, a. 3).
In particolare, dopo
il peccato originale, le passioni dell’appetito sensitivo tendono a seguire i
propri impulsi e a sottrarsi all’impero della volontà.
Tuttavia, osserva S.
Tommaso, le passioni dell’appetito sensitivo non agiscono direttamente sulla
volontà, perché essa è una facoltà immateriale dell’anima, ma agiscono
indirettamente e ciò in due modi: distraendola o impedendo il retto giudizio
della ragione.
La volontà tende
sempre a ciò che è bene o che la ragione le presenta come bene; ma la ragione
può essere sopraffatta dalla passione, la quale o distrae o contraria la
ragione o commuove e conturba l’organismo, al punto che taluno per ira o per
amore può anche impazzire. (I-II, q. 77, aa. 1-2).
Nello studio delle
passioni, in questo caso legate alla concupiscenza, il cui tema di riferimento
è la “fuga” in San Tommaso, si mette in risalto l’aspetto umano che l’Aquinate
descrive in alcuni passi della Summa Theologiae, sottolineando la differenza
tra la “fuga” nel desiderio del bene da raggiungere e la “fuga” dal male che
porta alla tristezza.
Nella S. Th. I-II, q.
23, aa. 2-3, Tommaso definisce la fuga come reazione al male che addolora, e
ciò perché contraria al bene e perché occasione di male. Il bene, dice, può
essere solo temine cui si arriva; poiché nessuna cosa fugge in quanto bene, ma
tutti lo desiderano.
Nella S. Th. I-II q.
41, aa. 2 ad 2, ricorda poi come, secondo Aristotele, sia comune la fuga nell’appetito,
non qualsiasi fuga dell’appetito, ma la fuga di uno speciale oggetto che
costituisce il timore. Proseguendo, nella S. Th. I-II q. 42, a. 1, secondo
Tommaso il timore è un modo della facoltà appetitiva, riprendendo Aristotele,
che parla del timore come facoltà che si deve alla propensione e alla fuga. La
propensione è individuata come bene, mentre la fuga come male. Ne deriva che
qualsiasi moto appetitivo che implichi propensione, ha per oggetto il bene;
qualsiasi moto implichi la fuga, ciò ha per oggetto il male. E, di conseguenza,
poiché il timore implica la fuga, esso ha come oggetto il male.
Inoltre, nella S. Th.
II-II, q. 125, a.4, San Tommaso evidenzia un dato particolarmente importante:
se una persona per fuggire vilmente dei mali che, secondo la ragione sono meno
gravi, subisce mali più intollerabili, non può essere scusato totalmente dal
peccato, poiché, dice, la sua paura è disordinata. Rileva così come siano da
temere i mali dell’anima rispetto a quelli del corpo, e i mali del corpo più
della perdita dei beni esterni.
La fuga, ne consegue,
è elemento da cui sottrarsi poiché impedisce il perseguimento del proprio bene
e poiché diviene generatore di tristezza.
* L’articolo
qui riportato è un estratto da Studio delle Passioni: Concetto di Fuga in S. Tommaso d’Aquino - Reazione al male che addolora.
[Foto: Francois Edouard Picot, Amore fugge da Psiche]
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