Sembra
paradossale, ma il mondo fantapolitico, alla fin fine, riesce ad essere sempre fedele
a se stesso, incapace di migliorarsi, come fosse posseduto da un tarlo,
impossibile ad estirparsi, soprattutto quando i nani si credono di essere
giganti. I nuovi e antichi grossolani idioti, con relativa simil corte, sono
alle porte. Ritorna attuale e inquietante l’esempio di legittimità negata nei
più elementari diritti umani, diritti naturali. Le conquiste di lotte civili,
di equità, il superamento dell’abominevole concezione di classi, le lotte
dell’ultimo secolo di Mahatma Gandi, Martin Luther King, Aung San Suu Kyi, il
rispetto delle culture religiose, sono pietra miliare del progresso della
civiltà, di cui il buono dell’agire politico, nel mondo tutto, ha saputo far
tesoro, superando idiosincrasie. Tuttavia, si cambiano d’abito, nuova cortina,
e riappare l’idiozia dell’isolamento e del sovranismo ottuso: dove passano perdura
rovina, grigiore, malcontento e separazione.
Come
può l’aggressività dell’agire sconfiggere l’aggressività del terrorismo, l’involuzione
economica che, di contro, così solo si alimentano? Perché rendere gli Stati dei
penitenziari irrespirabili, e non alimentare l’integrazione tra le culture sane
che può arricchire e rendere feconda l’esistenza umana? Ci vuole un genio per
comprendere che la diversità culturale, religiosa è ricchezza di contenuti, e
che non nelle gabbie protette l’uomo cresce piuttosto soffoca del suo niente,
del suo egoismo.
È
in tutti gli esseri umani il sangue che scorre nelle vene, è per tutti l’aria
che respiriamo, è per tutti la fragilità della vita, e per tutti è la morte. È necessario
penetrare nei significati delle cose e delle azioni umane, è necessario
conformarsi e avere sensibilità d’approccio secondo l’indole e l’intelligenza
di ciascuno. Ecco la particolare delicatezza di cui dovrebbe essere provvisto
chi ha responsabilità di governo. Tuttavia, a chi in politica non sa dialogare,
ignora il dato che cultura e dialogo sono la risposta all'evoluzione umana, e
si chiude a riccio facendosi scudo dell’arroganza, imponendo soprusi,
restringendo valichi di confine, incurante dell’umanità in sofferenza,
supponendo così di risolvere problemi intra ed extra territorio, sordo ai
richiami delle comunità che, pieni di lungimiranza, di contro, sanno
accogliere, comprendono, e sono, sin dal medioevo, espressione di sviluppo e
affermazione di società civile, a questa politica che non sa dialogare, ed
egocentrica, consiglio la pratica di tre virtù speciali: obbedienza, umiltà,
silenzio. Obbedienza, che non significa volgere il capo alle convinzioni
scellerate e perpetrate a danno della dignità e della libertà della persona e
dei territori, piuttosto comporta il mettersi in ascolto, capacità di agire con
buon senso, soprattutto con conoscenza; Umiltà, che implica avere la
reale percezione dei propri limiti, fragilità e fallibilità; Silenzio,
che richiede sobrietà dell’agire, proprietà di linguaggio, soprattutto non
esprime vuoto mentale o assenza di proposte di costrutto – come invece emerge
dai redivivi inutili idioti bramosi di potere – piuttosto è virtù che
rappresenta la maniera attraverso cui le proposte maturano.
Riportare
al centro della politica il valore delle persone, non delle etnie, è questa la
visione che innova, ispira slancio e sviluppo, non alza muri, non chiude porte.
Lo scopo non è quello di cambiare e limitare i territori, di snaturare il
mercato delle competenze e competitività, ma di affrontarlo con uno spirito
diverso, più pronto all'ascolto e quindi più preparato a cogliere le giuste
occasioni. Innovate intelligenze, con il senso del sacro, profondo, ben chiaro
e non strumentale, possono fare risvegliare il mondo dall'ipocrisia. Formare,
alimentare in conoscenza l’umano è possibile, rinsavire l’anima e i cuori non
barattandoli con il profitto, rendendosi consapevoli che se si nasce un pò più
fortunati, per possibilità economiche, per capacità d’intelletto, per luogo di
origine, di quella fortuna è necessario rendere parte gli altri, diversamente
si muore prima. Soprattutto, è necessario essere consapevoli che ieri è storia,
e insegna che le assurde e scellerate tragedie non si devono ripetere; che l’oggi
è un dono, per questo si chiama presente, e per questo tocca a noi non barattarlo
con il nulla, che solo nega ogni speranza; che il domani è vita solo se mai
priva di libertà!
Nessun commento:
Posta un commento