In
questo nostro fragile tempo, tempo della caducità, insicurezza, in cui sembra
che tutto si volatilizzi, e da cui non ci si riesce a discostare, travolti come
siamo dai fetori provenienti dalle variegate aree della società politica che
rendono il cittadino recalcitrante ad ogni slancio verso il perseguimento di un
bene, viviamo immersi in un tessuto sociale instabile perché la roccia valoriale
su cui si era fondata la compagine umana, si è sgretolata impattando con il
gelido senso del vivere egotistico e dissociativo.
Aprendo gli occhi emerge una società resa povera di radici, punti di riferimento, che disdegna i valori della vita e si pone sul versante decadente di un relativismo esasperato. C'è da porsi domande, fermarsi a riflettere e chiedersi: dove si dirige l'uomo? Dove si dirige la società? Nasciamo alla vita per perorare una cultura di inganno?
Nel linguaggio delle relazioni, con l’ausilio di parole affabulatorie, ha
trovato campo fertile il pensiero ambiguo, fumoso, torbido, quello che scuote le
masse senza coordinarle e responsabilizzarle perché ignora la concretezza,
ignora che ogni dire e fare implica il rispetto di una umanità in cerca di
risposte per un vivere di sviluppo e di pace. Ha trovato spazio il pensiero
ammaliante, figlio del fascino dell’opulenza, della millanteria, di velleitarie
promesse, inutile e dannoso pensiero alla libertà e alla giustizia e che, ancor
più, frena il progresso economico e morale della società. Ci ricorda Luigi
Sturzo che è la ragione morale che deve sempre condizionare la ragione politica
e la ragione economica e che, quindi, la competenza e la moralità sono da
incoraggiare e perseguire.
Si
rende sempre più indispensabile la necessità di un Nuovo Patto Popolare, vita
nuova che rigeneri la politica, volti nuovi cui dare fiducia. Un Nuovo Patto Popolare
concentrato sui doveri cui si è chiamati, soprattutto per il perseguimento di
una giustizia sociale, solidale in grado di ritornare dignità a un’umanità
offesa e bistrattata, lontano dalle idiozie, ma in grado di ricostruire il
rapporto individuo-società cercando insieme, nel dialogo dell’intelligenza e
del cuore, una nuova ragione di convivenza per il bene comune, volano
dell’etica e della democrazia. Si è indossato troppo a lungo le vesti degli
omuncoli, è il caso di rendersi persone, soprattutto di ritornare dignità alla
bellezza dell’essere umano.
Attingere
si deve a quei valori primari che appartengono alla cultura liberale che, quando
entra in simbiosi con la parola della vita, codice del Cristianesimo, cioè il
Vangelo, diventano ispirazione geniale, e che don Sturzo declinò in modo
mirabile, identificando cinque modelli essenziali:
· identità
della società;
· persona
soggetto sociale;
·interazione
necessaria fra individuo e collettività;
· autorità
come autorevolezza;
. democrazia
non come fenomeno storico ma come scelta interna all'uomo che favorisce la formazione di una società dinamica, promotrice del bene comune.
Pensiero
fondamentale è difendere lo spirito della democrazia come luogo di crescita
personale e sociale poiché, soprattutto, una credibile democrazia si ha nella
concretizzazione dei progetti, salvaguardando sempre la dignità della persona
umana e la sua libertà. La democrazia si compie e si identifica con la libertà e
suo scopo preminente non è il governo delle istituzioni pubbliche, piuttosto la
promozione di scelte politiche che promuovano il bene della collettività e la
difesa dell’uomo dalla spudoratezza degli
arroganti. La libertà esige la verità!
Siamo
consapevoli che le associazioni, come strutture di progettazione creativa,
ricoprono un ruolo fondamentale all'interno del corpo sociale. Esse non devono
chiudersi in un ottuso formalismo, ma il loro ruolo si giustifica pienamente se
si privilegiano gli intenti per cui l’uomo le ha istituite: non possono perdere
di vista il fine della loro esistenza e le modalità di perseguimento, senza un
fine condiviso non esiste progetto. Esse stesse sono corpo e rivestono
un’importanza cruciale poiché garantiscono la coerenza alla peculiarità umana e
possono concretizzare quella sintesi di norme irrinunciabili per una giustizia
sociale più equa ed una più solidale libertà: è la politica, intesa come servizio.
Ora,
l’individuo, per esprimere più liberamente le sue alternative, per essere
artefice del suo avvenire, ha la necessità di un’auctoritas. Autorità intesa come autorevolezza a servizio dei
bisogni e delle aspirazioni dei popoli, capace di interpretare un obbligo di
stabilità, di garanzia, di sicurezza, esigenze indispensabili di equilibrio
sociale. Ogni intelligenza politica non ama le ampollose scenografie, non ha
mai secondi fini, è meticolosa nel chiarire i meccanismi delle articolate
dinamiche che intercorrono tra individuo, società e autorità. La libertà senza
autorità può sfociare in un meschino individualismo, padre fecondo di disaccordi,
insulse pretese e conflittualità.
È
doveroso rimarcare che la democrazia non si conquista mai definitivamente, i
suoi esiti sono sempre perfettibili, come ogni processo umano. Se l’uomo è
consapevole di essere un valore che si amplifica nella libertà, anche la
democrazia svela in modo speculare le sue finalità, diventa l’anima cosciente
del vivere civile realizzandosi storicamente. La persona, essere spirituale
aperto all'eternità e padrone delle proprie azioni, non può mai essere
considerata come mezzo, ma sempre e solo come fine: è l’essere più perfetto che
esiste in tutta la natura, afferma Tommaso d’Aquino, opera delle mani di Dio, l’essere umano porta in sé l’immagine di Dio,
e tende spontaneamente a una sempre più piena somiglianza con lui. (S. Th,
I, q. 93). È importante, altresì, rilevare che la persona reclama il rispetto
dei suoi diritti, se la persona non è sostenuta nei suoi diritti, le
istituzioni insultano la sua sacralità, l’autorità si svilisce, la democrazia
si trasforma in autocrazia per far da scorta alla tracotanza del profitto
economico.
L’ambizione
cui tendere è una democrazia innestata in un Nuovo Patto Popolare: sia il Popolo
voce prima, al cui interno agisca una composita quantità di soggetti, in grado
di sostenere il diritto alla promozione dell’individuo e della collettività
vivendo della stessa libertà. Soprattutto è necessario reintrodurre l’idea e la
pratica del limite etico dell’autorità: con la coerenza del cuore, non si può
educare l’uomo ignorando l’uomo.
[Foto:
Tintoretto, Gesù tra i Dottori]
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