Rimango onorata e grata al Direttore della Cattedra della Pace, Dott. Renato Ongania. Essere parte, come Membro Ordinario di un progetto così ambizioso inorgoglisce, gratifica e motiva ancor di più a cooperare verso una Cultura di pace, dignità e uguaglianza. Oggi più che mai! La storia del mondo è turbata dalla triste cupidigia di dominio: l'ideale della grandezza terrena affascina i piccoli uomini. Ne assistiamo, impotenti, in questo tempo di confusioni, guerre in Medio Oriente, ai margini dell'Europa, in più parti del mondo, territori manipolati, feriti, soprattutto a spese dei più fragili e dei bambini. Ma l'ideale della grandezza terrena nei piccoli uomini, porta solo a tremendi e dolorosi disquilibri.
Operare la pace con la Cultura, unica arma civile capace di determnnarsi pietra d'angolo, è la più grande delle tensioni da perseguire. È un Bene Comune di tutti i popoli e tutti i popoli sono moralmente tenuti a rispettarlo. È il primo dettame della solidarietà. Va perseguita la pace non solo non commettendo aggressioni che la dilanino, ma anche non suscitando nell'animo dei cittadini quella psicologia violenta che è sempre l'atto introduttivo dell'aggressione.
Conoscenza e Giustizia sono le due soluzioni e fondamenti su cui deve poggiare la politica interna ed estera di uno Stato. E la Politica si fa con la Cultura evoluta, condizione precipuamente edificante una umanità di dialogo, sostenuta da elementi di ragionevolezza, nel consapevole mistero della spes contra spem.
Faccio mia l'espressione di S. Caterina da Siena: Se egli (il superbo) ha a tenere stato di signoria, parturisce ingiustizia e crudeltà ed è rivenditore delle carni degli uomini. (Dialogo, cap. VI).
Non mi stancherò di ripeterlo: educare a una Cultura evoluta di Pace è l'orizzonte imprescindibile per la sussistenza dell'umana natura.
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