Il 2 giugno 1946 segnò la conquista della libertà: liberò da un regime insensato, come tutti i regimi sono; permise alle donne con almeno 25 anni di età di poter eleggere e essere elette alle prime elezioni amministrative postbelliche; segnò l'anniversario del discusso Referendum, con il quale gli italiani scelsero la forma istituzionale dello Stato.
È importante ricordare il prezzo pagato dal Popolo Italiano, quanto è costata la libertà, la democrazia. Occorre essere sempre vigili per difenderle, la storia insegna che i poteri distorti sanno mascherarsi.
Tuttavia è ancora infante la nostra realtà politico sociale rispetto al senso sacro di bene comune che la CosaPubblica nutre in sé. Certa politica attuale, - fluida -, assai populista per niente Popolare, ben consolidata in Regioni, Province, Comuni, necessita di rigenerazione, di responsabilità, di valori sani di cui il fare politica dovrebbe ispirare, che esuli da correlazioni troppo spesso condizionanti tra impresa politica e malaffare. Occorre rivedere la legge del finanziamento ai partiti per garantire libertà e democrazia.
E se si provasse a riscoprire in politica la bellezza della parola 'costruire', o della parola ‘serietà’? Se si provasse a applicare la bellezza della parola 'servizio'? Molte fasce tricolori di cui si 'vestono' Sindaci, Presidenti di Province, di Regione, avrebbero un senso, soprattutto si comprenderebbe il senso della democrazia che ha come suoi primi cardini il dialogo e la responsabilità. Avremmo a che fare con persone competenti, capaci di assolvere ai propri doveri per cui sono lautamente pagati, unitamente a loro assessori e consulenti. Renderebbero manifesta affidabilità, coscienziosità, onestà, oltre che l’agire pratico capace di tutelare valori e servire il proprio territorio e i propri cittadini. Ma il termine democrazia non è ancora ben compreso, troppi territori vivono un regime tronfio, mai realmente superato, peggiorato in feudalesimo in cui persone per bene sono costrette.
Asseriva J. Story che le repubbliche vengono create dalla virtù, dallo spirito pubblico e dall’intelligenza dei cittadini. Esse falliscono quando i saggi vengono banditi dai consigli pubblici, perché osano essere onesti, e gli sconsiderati vengono premiati, perché adulano la gente, in modo da poterla tradire.
Si svegli, dunque, la coscienza civica ad una vita politica che guardi al Bene Comune e non agli interessi particolari dei soliti del cerchio magico. Fare terapie di gruppo, infarcite di menzogne, è apice di involuzione infruttuosa utile solo a interessi particolari, e questo non è tollerabile, tantomeno democratico. Si dia senso al valore del 2 giugno, si desti la società ai diritti civili, al diritto alla verità, all'esigere servizi elementari, come una formazione che istruisca e non indottrini all'inculturazione, esigere strade percorribili, sanità efficente, trasporti funzionali, lavoro, trasparenza, dialogo nella gestione della cosa pubblica, sua valorizzazione e non ridicolizzazione o abuso disonesto.
Si svegli la coscienza civica pensante al senso reale della Cultura, l'unica capace di dare voce, luce, dignità ai territori, capace di riscattarne identità, reale, creare progresso, pace sociale, armonia, mai guerre insensate, prodotte ad arte da arroganza per alimento di ignoranza. Attenzione alle 'masse', la storia insegna, vengono facilmente fomentate all'insipienza, all'incapacità critica. Si serve lo Stato, che è Uno, come la Chiesa che è Una, gli staterelli/parrocchiette di quartiere alimentano altro da cui occorre stare distanti e rimanere distinti, poiché di mero nocumento a libertà, e qualsivoglia progresso o edificazione umana.
La storia consente di acquisire conoscenze di compiutezza, apprezzarne profondità, rendere onore a progresso e conquiste di libertà di cui essere grati. La nostra Patria si ama in tutta la sua essenza, attivamente, nella sua evoluzione, e rispetto di visioni: per ogni progresso civile occorre coscienza civica, serietà, dignità, sensori attivi per perseguire il Bene Comune!
W l'Italia!
Maria Francesca Carnea ✌️🇮🇹
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