Che
la Calabria sia
terra intrisa di storia, ma
anche di miti
e
leggende,
è un fatto noto, frutto
di una cultura
popolare nutrita da cicalìo,
a volte spontaneo a volte
indotto. Come
richiamo antropologico e sociologico, l’interazione tra le persone,
le modalità sociali, i comportamenti chiamano a riflettere, e sono
al contempo un riflesso di contesti umani legati da un filo
conduttore, cioè:
dire che si è,
testimoniarne esistenza, il che non crea scandalo, è nella natura
umana. Scandagliando le viscere delle stradine, i vicoli, gli
anfratti, ascoltando il fruscio del vento che detta il tempo che
scorre, si tramandano vicende,
a volte
immaginifiche, per suscitare attrazione.
Questo vale anche per i
luoghi di culto: evidenti
tracce di una
cultura tramandata
nel tempo, il cui
scorrere, però,
ha intrecciato la
storia
con
leggende e miti. Lontani
dalla pratica del folklore, come ricerca del pittoresco, tuttavia,
alla sequela di un
rapporto tra colto e
popolare, cerchiamo
conoscenza.
Poniamo
quaestio: come far dialogare storia e tradizioni
popolari in un intreccio disciplinare che non punisca la storia, la
cultura, e non perda la dimensione temporale e quella dei
cambiamenti? Credo sia uno dei problemi su cui è necessario
interrogarsi, al fine di nobilitare il seme della cultura nei
territori. E, al contempo, siamo sicuri che le tradizioni popolari,
non dialogando con l’onestà della ricerca storica, determinino nei
soggetti azione critica e si rivelino come luogo di impegno civico,
politico, religioso? Esiste concretamente un grado di autonomia
morale e di libertà dell’attore, un sano giudizio che distingua il
reale dal faceto nel tramandare tradizioni popolari?!
Aprendoci
alla meraviglia del sapere, si potrà sperare di capirci qualcosa
della propria esistenza, navigando, come moderni Ulisse, i mari
dell’ignoto conoscibile. Asseriva Gregorio di Nissa che i
concetti creano gli idoli, solo lo stupore conosce1.
È un sentimento primigeno lo stupore, corrisponde alla sensibilità
dei bambini quando scoprono il mondo. È percezione positiva, di
verità, piena di pathos, che prepara il terreno alla
conoscenza.
Nell’antica
Chone, attuale paese di Cirò, nella provincia di Crotone, territorio
mai abbastanza studiato in profondità, si rinviene la presenza di
numerose Chiese, cappelle patronali, oratori, nei secoli edificati.
Certo, potremmo attribuire una duplice visione a questa copiosa
presenza di luoghi di culto: o una forte religiosità nella
popolazione, supporre una
particolare cura al senso del sacro, una accentuata spiritualità che
nei secoli è stata alimentata, o una forte divisione intra
popolazione, riflettere, cioè, in modo più razionale su una
persistente ‘disgregazione’ intra-locale, volta da un lato ad
alimentare devozione/dedizione, dall’altro ad alimentare spazi di
‘centralità’ a seguito di patronati sollecitati da signori
locali, una sorta di traccia ‘folkloristica’ di autorità sul
territorio.
Giovan
Francesco Pugliese scrive: una volta abbandonata sul finire del
decimo secolo Paterno, gli abitanti si rifugiarono nei villaggi
vicini. Il più importante era Ypsicron, gli altri erano “Maddalena
sotto la Pagliarella ed Attiva, S. Stefano sul Cozzo dell’Arenacchio
con chiesetta dedicata a S. Elia, S. Maria del Casale, ove ora è S.
Maria delle Grazie, con chiesa di S. Sofia. Altro Maddalena e Frigiti
nelle montagne. Ypsicron col tempo si ampliò. Esso consisteva in
quel tratto bislungo ed estremo che dicesi attualmente portello,
anticamente Girifalco, fino alla chiesa di S. Giovanni Battista. E
siccome la parte orientale del monte era folto bosco, così i primi
unitisi continuando a porvi le loro abitazioni si estesero fino
all’attuale piazza grande, edificando a preferenza la chiesa di S.
Maria de Plateis, e proseguirono sempre dal lato meridionale verso la
porta detta Cacovia, e così mano mano rimuovendo il bosco
costituirono l’attuale Cirò2.
Con
tale denominazione, Ypsicròn, si riporta indicare Cirò, ma per la
composizione e schema di insediamento tra gli antichi, Ypsicròn
indica, piuttosto, una frazione dell’attuale Cirò, antica Chone
(KR). Le frazioni costituiscono un retaggio antico, già nell’età
del bronzo, del ferro. Sui territori si conservò la fisionomia a
nuclei sparsi di insediamenti, comunità di villaggio strutturate in
nuclei familiari estesi. Ed erano frequenti, dunque, nei tempi
antichi, sia che si trattasse di presenza indigena, o successivamente
di presenza greca, l’esistenza di abitati con nuclei di famiglie di
tipo sparso. Cirò, antica Chone, non faceva eccezione, poiché era
appunto suddiviso in frazioni. Nell’area vicina al mare, cioè
Krimisa, attuale Comune di Cirò Marina, avviene l’incontro dei
primi Greci con la gente non greca, quella che era dislocata, per
aggregazioni, verso le alture collinari, e che ha il principale punto
di riferimento tra i colli Cozzo Leone, Sant’Elia, Serra Sanguigna,
l’odierno Comune di Cirò, zona in cui va collocata l’antica
Chone, ricordata dal geografo, storico, filosofo greco, Strabone.
[...] La fondazione di Chone è attribuita, da Apollodoro, a
Filottete. Viene riportato che Filottete avesse fondato al suo arrivo
nella Crotoniatide la punta di Krimisa e la città di Chone e che da
questa stessa i Chones avrebbero ricevuto il nome. La tradizione
storico-letteraria vuole, altresì che Filottete giunto sulle coste
joniche della Calabria, avesse fondato oltre Krimisa e, più in alto,
Chone, anche più a sud Petelia e Makalla. Tale descrizione traccia
un quadro storico attendibile, sancendo l’esistenza dei territori,
distinti, e suggerisce di localizzare Krimisa, attuale Cirò Marina,
nell’area di Punta Alice, Chone nella zona dell’attuale Cirò,
Petelia in Strongoli e Makalla con le Murgie di Strongoli. Inoltre,
la definizione Ypsicròn, non è denominazione usata solo per
indicare una frazione dell’attuale Cirò3.
Scrive
Pugliese: la religione, ed il culto religioso formano il primo
bisogno dell’uomo la cui debolezza spesso ne scambia l’esercizio
in superstizione. Esisteva nel vertice del colle cozzo
dell’arenacchio e S. Elia il villaggio di S. Stefano, il quale
aveva una chiesetta all’estremo settentrionale dedicata a S. Elia,
donde il nome al colle. […] Vi era quella della Pietà, che è di
là da’ Campanisi4.
Onofrio Piccolo morendo lascia delle terre per la chiesa “che
si sta fabbricando sotto il titolo della Madre SS.ma della Pietà.
Onofrio Piccolo lascia morendo un legato, cioè delle terre di circa
7 tomolate in località “La Croce”. Secondo la volontà del
testatore le terre dovranno essere vendute dalla sorella ed erede
Beatrice, moglie di Bestiano Susanna, ed il ricavato dovrà essere
applicato per completare la costruzione della chiesa. All’inizio
del settembre 1676 le terre sono vendute. La chiesa sotto il titolo
della Pietà era già in costruzione ed il reverendo Lupo Antonio
Pignataro “sta fando in atto il quadro di d.a immagine SS.ma”5.
La più antica, la più famosa per la divozione era quella di S. Elia
lo dimostra il nome conservato al fondo che giace al di là del
colle, di Tafaneo, che
significa ultra Fanum6.
Pesavento
riporta i nomi di alcune chiese nella prima metà del Cinquecento a
Cirò: di S. Bartolomeo, di S. Martino, S. Venere, S. Biase, S.
Nicola e S. Maria de Ciurleo. Presso il giardino del marchese di
Cirò, Vincenzo Spinelli, non lontano dal mare, è situata la chiesa
di S. Antonio Abbate, che era diruta, ma che fu ricostruita e
ampliata a spese del marchese poco prima della sua morte, avvenuta
nel 1668. Dentro le mura cita anche la chiesa dedicata a S. Anna, di
ius patronato di laici. Fuori mura ci sono la chiesa di S. Maria de
Mercede, volgarmente detta S. Maria della Catena, situata vicino ad
una torre vecchia presso la riva del mare del promontorio Alicino,
che è di ius patronato laico, similmente le due chiese di S. Maria
de Mirico, volgarmente detta dell’Idria, (già commenda della
religione gerosolimitana), e di S. Maria delle Grazie; entrambe hanno
annesso un beneficio ecclesiastico di libera collazione ed hanno una
abitazione per gli eremiti7.
Il
rione dell’ultima parte della valle detta di Falcone era piccolo
borgo degli Ebrei, e vi ha esistito la piccola chiesa dedicata a S.
Lucia. […] A circa un miglio
da Cirò, ed ove diconsi le
Croci si costruì un romitaggio con chiesetta dedicata alla Madonna
della Pietà, più al disopra un’altra chiesetta a S. Domenica che
ha lasciato il nome al luogo. E più sopra un’altra chiesa e
romitaggio a S. Maria in Frinciti e Croci di Minuti.
[…]
Muzio Curiale ricco mercante di Sorrento a Cirò
stabilito, venendo a morte, col suo testamento del 28 maggio 1663
per notar Blefari, istituì erede la cappellania laicale di S.
Leonardo eretta nella matrice Chiesa8.
Cirò,
inoltre,
vide, nel tempo, la presenza di 5 Conventi:
nel
1362 si fondò il Monastero dei Conventuali di S. Francesco D’Assisi;
nel 1582 quello de’ Paolotti; nel 1614 quello de’ riformati; nel
1618 quello de’ Cappuccini9. Il
seicentesco convento dei Cappuccini, posto all’ingresso del paese,
è inglobato nel cimitero comunale; il convento dei Riformati si
trovava in località Cappella e ne rimangono pochi ruderi; il
convento dei Minori Conventuali di S. Francesco d’Assisi, di cui
non resta alcuna traccia, sorgeva tra l’attuale cimitero e la
località Donna Pipa; il convento dei Minimi di San Francesco di
Paola, l’unica struttura sopravvissuta, è attualmente di proprietà
della famiglia Siciliani10.
Dal
1938 è presente a Cirò il
convento della
Congregazione delle Religiose Francescane Povere
Figlie di Sant’Antonio da
Padova, fondata dalla
Venerabile Madre Miradio della Provvidenza, come Istituto
Assistenziale, al cui
interno vi è la Cappella di S. Antonio da
Padova. Una grande opera
caritatevole, grondante di spiritualità, di cui si rese artefice, e
a cui si dedicò, la nobildonna di
Cirò, D. Teresa Siciliani
Pometti11.
Senza
alcuna ambizione esaustiva, a mio avviso da strutturare con
ricerche ancora più composite, dettagliamo:
1. Chiesa
S. Giovanni Battista - prima
Chiesa Madre
Si deve probabilmente ai cavalieri gerosolimitani la costruzione della chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, indicata dai primi documenti e dal vescovo De Angelis come la primitiva matrice di Cirò12. Nell’antica Chiesa matrice, S. Giovanni Battista, è stato rinvenuto un dipinto risalente al XV sec. raffigurante un Santo Vescovo13.
Si deve probabilmente ai cavalieri gerosolimitani la costruzione della chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, indicata dai primi documenti e dal vescovo De Angelis come la primitiva matrice di Cirò12. Nell’antica Chiesa matrice, S. Giovanni Battista, è stato rinvenuto un dipinto risalente al XV sec. raffigurante un Santo Vescovo13.
2. Chiesa
S. Maria De Plateis - attuale
Chiesa Madre
Chiesa dedicata alla Vergina SS. Assunta in cielo con il titolo di S. Maria de Plateis, perché sito nella piazza maggiore. […] Nel 1696 il Tabulario Manni nell’apprezzo del feudo di Cirò attesta che vi era un arciprete curato, tre parrochi, ventisei tra canonici e preti semplici e dieci chierici. L’Arciprete curato stava in S. Maria de Plateis Chiesa Matrice; i tre parrochi erano in S. Giovanni Battista, in S. Menna, ed in Santa Margarita, successivamente abbandonata. La Chiesa matrice il 25 dicembre 1631 soffrì un incendio orribile: il sagrestano dopo aver acceso le lampade, dimenticò il tizzone che, agitato dal vento, si insinuava nella chiesa divampando e consunse tutto14.
La Chiesa fu edificata accanto a un altra torre di guardia all’ingresso dell’antico villaggio, per cui a poco a poco con successive aggiunzioni fu ampliata15.
Cirò all’inizio del Seicento contava trenta sacerdoti ed aveva quattro chiese parrocchiali: la matrice, nella quale erano conservati tutti i sacramenti, che era dedicata a Santa Maria del Plateis, San Giovanni Battista, Santa Menna e Santa Margarita. Quest’ultima è posta fuori le mura e minaccia rovina. Il vescovo decise di unirla alla parrocchia di S. Menna, alla quale era contigua e confinante. In conseguenza di tale atto le parrocchiali di Cirò da quattro divennero tre16.
3. Chiesa S. Menna martire - Chiesa parrocchiale
Nella Chiesa parrocchiale di S. Menna martire fu eretta la congregazione laicale, e la festività della Vergine del rosario si celebrava con gran pompa dopo una novena sontuosa. S. Menna venne consacrata nel 172417.
Mi chiedo: la titolazione della Chiesa in Cirò, è dedicata al S. Mena martire, copto, o al S. Menna eremita del Sannio? Prendendo per buona la titolazione della Chiesa al Santo martire copto Mena, è stato rinvenuto che la statua presente non corrisponda nei segni a S. Mena, ma raffiguri S. Espedito di Melitene, (Turchia) martire cristiano del IV secolo. L’iconografia dei due santi Mena e Espedito, dopo il XVII secolo, venne confusa in Occidente, l’unico legame tra i due martiri consiste nel fatto che entrambi sono rappresentati in vesti militari. Di fatto, S. Espedito è raffigurato nelle vesti di soldato mentre calpesta un corvo su cui è riportata la scritta ‘cras’, e con una mano solleva un orologio, che indica ‘hodie’, nel tempo sostituito da un crocifisso. Di contro, il S. Mena copto, nella sua iconografia è rappresentato con ai piedi due cammelli adoranti. Molto interessante è la storia del santo copto, eremita egiziano del III secolo, interessante anche la storia delle ampolle su cui veniva riprodotta la sua effige con cammelli ai suoi piedi18.
4. Chiesa S. Cataldo Vescovo19 - ius patronato laico
Vi è un documento del 1769, custodito nella Biblioteca Nazionale di Napoli, in cui si rinviene un argomento significativo circa le vicende legate alla origine della Chiesetta sotto il Titolo di S. Cataldo. Il documento verte sulla natura di un Padronato di Cappellania laicale fondato dal fu Pietro Trusciglio di Cirò, sotto il Titolo di S. Cataldo a’ 25 Settembre dell’anno 164220. Pietro Trusciglio di Cirò, avendo riedificata e dotata una chiesa già diruta sotto il nome di S. Cataldo, ne pretese il Padronato.
Nacque fin dal V secolo la costumanza presso i nobili, che ognuno di questi ne’ suoi villaggi vi si costruisse una Chiesa per uso della sua famiglia. Il Concilio tenuto in Agadè nell’anno 506, can. 21, ne rammenta la Consuetudine. Pietro Trusciglio non aveva inteso fare un Padronato gentilizio, non avendolo lasciato a coloro che la sua famiglia rappresentavano, ma bensì alla sua sorella, con cui la di lui agnazione andava a finire ed estinguersi21.
5. Chiesa S. Maria delle Grazie - ius patronato laico.
La Chiesa sotto il titolo di S. Maria del Casale era per vetustà crollata, e fu rialzata ed abbellita, dal D. Filippo Falco di Rossano, Agente, e come intitolavasi Primo Ministro della casa Baronale nel 1730. Vi si ammira l’effige di S. Maria delle Grazie che divenne titolo della Chiesetta. La vergine è a mezzo busto col Bambino nudo, che latta alla mammella sinistra.
Frazione di Cirò, S. Maria del Casale, ove ora è S. Maria delle Grazie, con chiesa di S. Sofia22.
6. Chiesa Beata Vergine del Carmelo - oratorio fondato da un cittadino, ed è senza rendite.
Giuseppe Casopero, uomo pio e ricco, a sue spese costruisce una chiesa dedicata a S. Maria de Monte Carmelo23.
7. Chiesa Madonna di Pompei - costruita per pia devozione di fedeli.
Chiesa dedicata alla Vergina SS. Assunta in cielo con il titolo di S. Maria de Plateis, perché sito nella piazza maggiore. […] Nel 1696 il Tabulario Manni nell’apprezzo del feudo di Cirò attesta che vi era un arciprete curato, tre parrochi, ventisei tra canonici e preti semplici e dieci chierici. L’Arciprete curato stava in S. Maria de Plateis Chiesa Matrice; i tre parrochi erano in S. Giovanni Battista, in S. Menna, ed in Santa Margarita, successivamente abbandonata. La Chiesa matrice il 25 dicembre 1631 soffrì un incendio orribile: il sagrestano dopo aver acceso le lampade, dimenticò il tizzone che, agitato dal vento, si insinuava nella chiesa divampando e consunse tutto14.
La Chiesa fu edificata accanto a un altra torre di guardia all’ingresso dell’antico villaggio, per cui a poco a poco con successive aggiunzioni fu ampliata15.
Cirò all’inizio del Seicento contava trenta sacerdoti ed aveva quattro chiese parrocchiali: la matrice, nella quale erano conservati tutti i sacramenti, che era dedicata a Santa Maria del Plateis, San Giovanni Battista, Santa Menna e Santa Margarita. Quest’ultima è posta fuori le mura e minaccia rovina. Il vescovo decise di unirla alla parrocchia di S. Menna, alla quale era contigua e confinante. In conseguenza di tale atto le parrocchiali di Cirò da quattro divennero tre16.
3. Chiesa S. Menna martire - Chiesa parrocchiale
Nella Chiesa parrocchiale di S. Menna martire fu eretta la congregazione laicale, e la festività della Vergine del rosario si celebrava con gran pompa dopo una novena sontuosa. S. Menna venne consacrata nel 172417.
Mi chiedo: la titolazione della Chiesa in Cirò, è dedicata al S. Mena martire, copto, o al S. Menna eremita del Sannio? Prendendo per buona la titolazione della Chiesa al Santo martire copto Mena, è stato rinvenuto che la statua presente non corrisponda nei segni a S. Mena, ma raffiguri S. Espedito di Melitene, (Turchia) martire cristiano del IV secolo. L’iconografia dei due santi Mena e Espedito, dopo il XVII secolo, venne confusa in Occidente, l’unico legame tra i due martiri consiste nel fatto che entrambi sono rappresentati in vesti militari. Di fatto, S. Espedito è raffigurato nelle vesti di soldato mentre calpesta un corvo su cui è riportata la scritta ‘cras’, e con una mano solleva un orologio, che indica ‘hodie’, nel tempo sostituito da un crocifisso. Di contro, il S. Mena copto, nella sua iconografia è rappresentato con ai piedi due cammelli adoranti. Molto interessante è la storia del santo copto, eremita egiziano del III secolo, interessante anche la storia delle ampolle su cui veniva riprodotta la sua effige con cammelli ai suoi piedi18.
4. Chiesa S. Cataldo Vescovo19 - ius patronato laico
Vi è un documento del 1769, custodito nella Biblioteca Nazionale di Napoli, in cui si rinviene un argomento significativo circa le vicende legate alla origine della Chiesetta sotto il Titolo di S. Cataldo. Il documento verte sulla natura di un Padronato di Cappellania laicale fondato dal fu Pietro Trusciglio di Cirò, sotto il Titolo di S. Cataldo a’ 25 Settembre dell’anno 164220. Pietro Trusciglio di Cirò, avendo riedificata e dotata una chiesa già diruta sotto il nome di S. Cataldo, ne pretese il Padronato.
Nacque fin dal V secolo la costumanza presso i nobili, che ognuno di questi ne’ suoi villaggi vi si costruisse una Chiesa per uso della sua famiglia. Il Concilio tenuto in Agadè nell’anno 506, can. 21, ne rammenta la Consuetudine. Pietro Trusciglio non aveva inteso fare un Padronato gentilizio, non avendolo lasciato a coloro che la sua famiglia rappresentavano, ma bensì alla sua sorella, con cui la di lui agnazione andava a finire ed estinguersi21.
5. Chiesa S. Maria delle Grazie - ius patronato laico.
La Chiesa sotto il titolo di S. Maria del Casale era per vetustà crollata, e fu rialzata ed abbellita, dal D. Filippo Falco di Rossano, Agente, e come intitolavasi Primo Ministro della casa Baronale nel 1730. Vi si ammira l’effige di S. Maria delle Grazie che divenne titolo della Chiesetta. La vergine è a mezzo busto col Bambino nudo, che latta alla mammella sinistra.
Frazione di Cirò, S. Maria del Casale, ove ora è S. Maria delle Grazie, con chiesa di S. Sofia22.
6. Chiesa Beata Vergine del Carmelo - oratorio fondato da un cittadino, ed è senza rendite.
Giuseppe Casopero, uomo pio e ricco, a sue spese costruisce una chiesa dedicata a S. Maria de Monte Carmelo23.
7. Chiesa Madonna di Pompei - costruita per pia devozione di fedeli.
8. Chiesa S. Nicodemo da Sikròs24 - oratorio fondato da un cittadino.
Nel rione del Portello antico Girifalco, esisteva la chiesa dedicata a S. Pietro Apostolo – ius patronato di laici. Questa è andata in rovina, ma vi sorge poco discosta una chiesetta che la famiglia Terranova per divozione ha edificato. Il locale è stato comprato da D. Tommaso Astorino, e la Chiesa sarà edificata dai signori Terranova, di che può riscontrarsi Pubblico Istrumento rogato da Notar D. Emilio Juzzolini, 22 luglio 184325. Di S. Nicodemo, presso la chiesetta-votiva in Cirò, si conservano, custodite in una capsula argentea, le sue Sante Reliquie: una mascella con due molari. Lì presente è l’iconografia del monaco rappresentata nel mezzo busto, che non riproduce le vesti di un monaco abate eremita, ma di un santo vescovo, i caratteri, infatti, possono essere assimilati all’effige di santi vescovi: Lupo, Cataldo, Nicola. La statua, dunque, non corrisponde all’iconografia del Santo monaco tra l’altro compatrono di Cirò unitamente a S. Francesco da Paola, Nicodemo veste la semplicità dell’abito monastico, accompagnandosi con un bastone, il cui manico, tipico del monachesimo orientale, è a forma di T. Il bastone pastorale, molto semplice, a forma della lettera greca tau, indica l’autorità dell’igumeno (abate). A partire dal sec. XII, i pastorali a tau tendono a scomparire. Il mondo religioso latino imperversa su quello greco, e subentrano i pastorali con la punta a spirale a caratterizzare i gerarchi della Chiesa che, inoltre, reggono la loro principale arma di salvezza in mano: il libro dei Vangeli26.
Nel rione del Portello antico Girifalco, esisteva la chiesa dedicata a S. Pietro Apostolo – ius patronato di laici. Questa è andata in rovina, ma vi sorge poco discosta una chiesetta che la famiglia Terranova per divozione ha edificato. Il locale è stato comprato da D. Tommaso Astorino, e la Chiesa sarà edificata dai signori Terranova, di che può riscontrarsi Pubblico Istrumento rogato da Notar D. Emilio Juzzolini, 22 luglio 184325. Di S. Nicodemo, presso la chiesetta-votiva in Cirò, si conservano, custodite in una capsula argentea, le sue Sante Reliquie: una mascella con due molari. Lì presente è l’iconografia del monaco rappresentata nel mezzo busto, che non riproduce le vesti di un monaco abate eremita, ma di un santo vescovo, i caratteri, infatti, possono essere assimilati all’effige di santi vescovi: Lupo, Cataldo, Nicola. La statua, dunque, non corrisponde all’iconografia del Santo monaco tra l’altro compatrono di Cirò unitamente a S. Francesco da Paola, Nicodemo veste la semplicità dell’abito monastico, accompagnandosi con un bastone, il cui manico, tipico del monachesimo orientale, è a forma di T. Il bastone pastorale, molto semplice, a forma della lettera greca tau, indica l’autorità dell’igumeno (abate). A partire dal sec. XII, i pastorali a tau tendono a scomparire. Il mondo religioso latino imperversa su quello greco, e subentrano i pastorali con la punta a spirale a caratterizzare i gerarchi della Chiesa che, inoltre, reggono la loro principale arma di salvezza in mano: il libro dei Vangeli26.
9. Chiesa
delle Anime del Purgatorio - costruita
per pia devozione di fedeli.
Nel 1692 si gettarono i fondamenti della Chiesa del Purgatorio istituendosi una congregazione laicale che, raccogliendo oblazioni in suffragio, delle anime de’ trapassati, giunse a compor l’intiera Chiesa che nel 1700 era già aperta al culto27.
10. Chiesa Madonna della Catena -ius patronato laico.
La chiesa di S. Maria de Mercede, volgarmente detta S. Maria della Catena, situata vicino ad una torre vecchia presso la riva del mare del promontorio Alicino, che è di ius patronato laico28.
Nel 1692 si gettarono i fondamenti della Chiesa del Purgatorio istituendosi una congregazione laicale che, raccogliendo oblazioni in suffragio, delle anime de’ trapassati, giunse a compor l’intiera Chiesa che nel 1700 era già aperta al culto27.
10. Chiesa Madonna della Catena -ius patronato laico.
La chiesa di S. Maria de Mercede, volgarmente detta S. Maria della Catena, situata vicino ad una torre vecchia presso la riva del mare del promontorio Alicino, che è di ius patronato laico28.
11. Chiesa
S. Giuseppe - costruita
per pia devozione di fedeli. La
chiesetta di S.
Giuseppe è stata sempre affidata ad un Procuratore Laico, essa non
ha rendita, ma raccoglie molte oblazioni colle quali si mantiene
aperta al culto, e vi si celebra anche sontuosa festa. Mio padre
circa l’anno 1801 ne ampliò il recinto estendendolo per maggior
comodo de’fedeli29.
12. Chiesa
S. Lorenzo - ius patronato
laico.
13. Chiesa dell’Annunziata - cappella rurale.
La chiesa dell’Annunziata di Cirò era situata fuori mura, sulla via che congiungeva l’abitato alla via costiera. Essa era all’origine una cappella rurale, che si amministrava come un semplice beneficio e si alimentava di piccole elemosine e lasciti.
“De anno 1579 ecclesia Sanctiss.ae Annunciationis sita extra muros in terra Cirò, cum de ea provisus existeret tanquam de Cappellania, et Rectoria beneficio seculari Praesbiter Thomas de Pace, per ordinarium loci fuit concessa sine consensu sedis Apostolicae coenobitis minimorum S. Francisci de Paula sub annua responsione trium librarum cerae pro concessione loci, non obstante protestatione tunc temporis possidentis in preiudicium sedis Apostolicae, et ordinariorum, quoad futuram collationem”. Così si esprimeva il vescovo di Umbriatico Alessandro Filaretto Lucullo (1592-1608), nella sua relazione del 1600.[…] Il Papa Gregorio XIII con breve del 28 agosto 1584, confermava l’erezione del convento: “Ad perpetuam rei memoriam. Confirmatur erectio conventus Fratrum Minim. S. Frac. De Paula in terrà Cirò, Umbriaticen. Dioc30.
14. Chiesa de’ Cappuccini, ora Chiesa del Camposanto, vi fu trasportato l’antico organo di S. Maria de Plateis che, nel 1847, ne ricevette altro da Acireale, Sicilia31.
15. Chiesa di S. Antonio da Padova – sita presso il Convento delle Religiose Francescane Povere Figlie di Sant’Antonio da Padova.
13. Chiesa dell’Annunziata - cappella rurale.
La chiesa dell’Annunziata di Cirò era situata fuori mura, sulla via che congiungeva l’abitato alla via costiera. Essa era all’origine una cappella rurale, che si amministrava come un semplice beneficio e si alimentava di piccole elemosine e lasciti.
“De anno 1579 ecclesia Sanctiss.ae Annunciationis sita extra muros in terra Cirò, cum de ea provisus existeret tanquam de Cappellania, et Rectoria beneficio seculari Praesbiter Thomas de Pace, per ordinarium loci fuit concessa sine consensu sedis Apostolicae coenobitis minimorum S. Francisci de Paula sub annua responsione trium librarum cerae pro concessione loci, non obstante protestatione tunc temporis possidentis in preiudicium sedis Apostolicae, et ordinariorum, quoad futuram collationem”. Così si esprimeva il vescovo di Umbriatico Alessandro Filaretto Lucullo (1592-1608), nella sua relazione del 1600.[…] Il Papa Gregorio XIII con breve del 28 agosto 1584, confermava l’erezione del convento: “Ad perpetuam rei memoriam. Confirmatur erectio conventus Fratrum Minim. S. Frac. De Paula in terrà Cirò, Umbriaticen. Dioc30.
14. Chiesa de’ Cappuccini, ora Chiesa del Camposanto, vi fu trasportato l’antico organo di S. Maria de Plateis che, nel 1847, ne ricevette altro da Acireale, Sicilia31.
15. Chiesa di S. Antonio da Padova – sita presso il Convento delle Religiose Francescane Povere Figlie di Sant’Antonio da Padova.
Attualmente,
come
da elenco
con didascalie, sussistono
n. 15 Chiese sul
territorio di Cirò/Chone, conservate in discreto
stato.
Tuttavia,
dagli studi sopra riportati, erano presenti sul territorio di Cirò
ben n.
34 Chiese,
suddivise in
parrocchiali, ius patronati laici, oratori, costruite
per pia devozione di fedeli, cappelle
private.
Le
elenchiamo nel complesso, senza ambizione esaustiva:
- Chiesa S. Elia, donde il nome al colle - frazione S. Stefano sul Cozzo dell’Arenacchio
- Chiesa Madonna della Pietà, di là da’ Campanisi
- Chiesa S. Lucia, rione dell’ultima parte della valle detta di Falcone
- Chiesa S. Domenica, che ha lasciato il nome al luogo
- Chiesa S. Maria in Frinciti
- Chiesa Croci di Minuti
- Chiesa S. Leonardo
- Chiesa S. Bartolomeo
- Chiesa S. Martino
- Chiesa S. Venere
- Chiesa S. Biase
- Chiesa S. Nicola
- Chiesa S. Maria de Ciurleo
- Chiesa S. Sofia
- Chiesa S. Antonio Abbate
- Chiesa S. Anna - ius patronato di laici
- Chiesa S. Pietro Apostolo – ius patronato di laici
- Chiesa S. Maria de Mirico, volgarmente detta dell’Idria
- Chiesa Santa Margarita – chiesa parrocchiale
- Chiesa S. Giovanni Battista - Prima Chiesa Madre
- Chiesa S. Maria De Plateis - Attuale Chiesa Madre
- Chiesa S. Menna martire – chiesa parrocchiale
- Chiesa S. Cataldo Vescovo - ius patronato di laici
- Chiesa di S. Giuseppe - costruita per pia devozione di fedeli
- Chiesa S. Maria delle Grazie - ius patronato laico
- Chiesa S. Lorenzo -ius patronato laico
- Chiesa Beata Vergine del Carmelo - oratorio fondato da fedele
- Chiesa S. Nicodemo da Sikròs - oratorio fondato da fedele
- Chiesa delle Anime del Purgatorio - costruita per pia devozione di fedeli
- Chiesa Madonna di Pompei - costruita per pia devozione di fedeli
- Chiesa Madonna della Catena - costruita per pia devozione di fedeli
- Chiesa dell’Annunziata - cappella rurale
- Chiesa de’ Cappuccini - ora Chiesa del Camposanto-
- Chiesa di S. Antonio da Padova – Cappella Convento delle Religiose Francescane Povere Figlie di Sant’Antonio da Padova
Un
patrimonio storico elevato per la Chiesa locale, e la storia del
territorio. Certamente occorre ancora penetrarne anfratti di
conoscenza per ottemperare a un percorso
di ‘religiosità’ esaustivo, comunque da esplorare, cercando dati
più completi nelle vite dei quartieri/frazioni.
Ecco
che, sollecitando ricognizione più autentica della conoscenza,
calcando orme del passato, rimanendo al contempo, sempre lontani
dalla pratica del folklore, come ricerca del pittoresco, ci si pone
alla sequela di un rapporto tra colto e popolare, al fine di
discernere bellezza e canoscenza.
Dott.ssa Maria Francesca Carnea
Articolo scaricabile al link: CHIESE IN CIRÒ/CHONE - Significativa policromia della devozione, in ComunicativaViva, 21 marzo 2024.
______________________________________
1 Gregorio
di Nissa, De Vita Moysis: PG 44, 377B.
2 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione ed istorica narrazione
dell’origine, e vicende politico-economiche di Cirò, Napoli,
1849, Vol. I, p. 27.
3 Cf.
Maria Francesca Carnea,
Luigi Lilio, un
italico matematico mistero, il Calendario Gregoriano e Cirò, antica
Chone (KR), eBook n. 1, 2024, pp. 63-77, in Les Cahiers de
M@gm@, Revue Internationale en Sciences Humaines et Sociales,
Observatoire des Processus de Communication, pp. 70-72; Cf. Maria Francesca Carnea, Luigi Lilio, un italico matematico mistero, il Calendario Gregoriano e Cirò, antica Chone (KR), in ComunicativaViva YouTube, 21 settembre 2023.
4 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione…, op. cit., pp. 29.
5 Cf.
Andrea Pesavento, Chiesa e società a Cirò, in
Archivio
Storico Crotone.
6 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione…, op. cit., p. 30.
7 Cf.
Andrea Pesavento, Chiesa …, op. cit., in
Archivio
Storico Crotone.
9 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione…, op. cit., p. 201.
10 Cf.
Andrea Pesavento, Chiesa… op.
cit., in Archivio
storico Crotone.
11 Cf.
Maria Francesca Carnea, Cirò:
si superino venti di chiusura dell'Istituto Gesù Bambino voluto
dalla nobildonna Teresa Siciliani Pometti, in
ComunicativaViva, 2022.
12 Cf.
Andrea Pesavento, Chiesa …, op.
cit., in Archivio
Storico Crotone.
13 Cf.
Maria Francesca Carnea, Il
Cristo Patiens a Cirò, iconografia tra oriente e occidente,
in Meraviglie di Calabria, 2023.
15 Cf.
Federico Cordella, Isabella Gaudino, Le fortificazioni
dell’antico territorio di Cirò, Michelangelo 1915 Ed., 2020,
p. 37.
16 Cf.
Andrea Pesavento, Chiesa ...op.
cit., in Archivio
Storico Crotone.
17 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione…, op.
cit., pp. 254; 257.
18 Cf.
Maria Francesca Carnea, Cirò
e la ricerca di senso al bene comune, in ComunicativaViva,
28 maggio 2021.
19 Cf.
Maria Francesca Carnea, Le
origini della Chiesa di San Cataldo a Cirò,
in
Calabria Meravigliosa, 2023; Cf. Maria Francesca Carnea, CIRÒ: fondazione della Chiesa di S. Cataldo Vescovo. Analisi storica, etica, religiosa, in ComunicativaViva YouTube, 20 dicembre 2023.
20 Cf.
Giuseppe Toscano Mandatoriccio, Per l’Università di Cirò e
per essa per D. Antonio Caporale nella causa che ha nel S. C. con il
Canonico Pignataro. Degnissimo Commessario il Signor D. Stefano
Patrizj. Presso lo scrivano Rosa. In banca di Rubino, Biblioteca
Nazionale di Napoli, 1769.
21 Cf.
Maria Francesca Carnea, CIRÒ:
rinvenuto documento in cui si narra della fondazione della Chiesetta
di S. Cataldo Vescovo, e apre squarcio sul tempo storico e
conoscenza di S. Nicodemo da Sikròs, in
ComunicativaViva, 13 maggio 2023; Cf. Maria Francesca Carnea, Il Santo Vescovo e il Cristo Patiens l’arte che si svela nella storia di Cirò/Chone KR, in ComunicativaViva YouTube, 10 novembre 2023.
22 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione..., op. cit., p. 27;
258.
23 Cf.
Andrea Pesavento, Chiesa ...op.
cit., in Archivio
Storico Crotone.
24 Cf.
Maria Francesca Carnea, S.
NICODEMO DA SIKRÒS – Monaco eremita del Kellarana, Ed.
IlTestoEditor, 2021; Cf. Maria Francesca Carnea, Nicodemo,
Il monaco eremita che cambia la storia di Cirò, in
Meraviglie di Calabria, 2023; Cf. Maria Francesca Carnea, Disamina su S. Nicodemo da Sikròs, narrazione della mutata storia a Cirò (KR), in ComunicativaViva YouTube, 19 ottobre 2023.
26 Cf. Maria Francesca Carnea, Cirò e la ricerca di senso al bene comune, in ComunicativaViva, 28 maggio 2021.
27 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione…, op. cit., p. 256.
28 Cf.
Andrea Pesavento, Chiesa ...op.
cit., in Archivio
Storico Crotone.
29 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione…, op. cit., pp.
258-259.
30 Cf.
Andrea Pesavento, Il monastero dell’ordine di San Francesco di
Paola della SS. Annunziata di Cirò, in Archivio
Storico Crotone.
31 Cf.
Giovan Francesco Pugliese, Descrizione…, op. cit., p. 263.
Bibliografia
CARNEA Maria Francesca, S. NICODEMO DA SIKRÒS – Monaco eremita del Kellarana, Ed. IlTestoEditor, 2021.
CARNEA Maria Francesca, Cirò: si superino venti di chiusura dell'Istituto Gesù Bambino voluto dalla nobildonna Teresa Siciliani Pometti, in ComunicativaViva, 2022.
CARNEA Maria Francesca, CIRÒ: rinvenuto documento in cui si narra della fondazione della Chiesetta di S. Cataldo Vescovo, e apre squarcio sul tempo storico e conoscenza di S. Nicodemo da Sikròs, in ComunicativaViva, 13 maggio 2023.
CARNEA Maria Francesca, Nicodemo, Il monaco eremita che cambia la storia di Cirò, in Meraviglie di Calabria, 2023.
CARNEA Maria Francesca, Il Cristo Patiens a Cirò, iconografia tra oriente e occidente, in Meraviglie di Calabria, 2023.
CARNEA Maria Francesca, Le origini della Chiesa di San Cataldo a Cirò, in Calabria Meravigliosa, 2023.
CARNEA Maria Francesca, Luigi Lilio, un italico matematico mistero, il Calendario Gregoriano e Cirò, antica Chone (KR), eBook n. 1, 2024, pp. 63-77, Vingt ans de M@gm@, in Les Cahiers de M@gm@, Revue Internationale en Sciences Humaines et Sociales, Observatoire des Processus de Communication.
CORDELLA Federico, GAUDINO Isabella, Le fortificazioni dell’antico territorio di Cirò, Michelangelo 1915 Ed., 2020.
MANDATORICCIO TOSCANO Giuseppe, Per l’Università di Cirò e per essa per D. Antonio Caporale nella causa che ha nel S. C. con il Canonico Pignataro. Degnissimo Commessario il Signor D. Stefano Patrizj. Presso lo scrivano Rosa. In banca di Rubino, Biblioteca Nazionale di Napoli, 1769.
PESAVENTO Andrea, Il monastero dell’ordine di San Francesco di Paola della SS. Annunziata di Cirò, in Archivio Storico Crotone.
PUGLIESE Giovan Francesco, Descrizione ed istorica narrazione dell’origine, e vicende politico-economiche di Cirò, Napoli, 1849, Vol. I.
CARNEA Maria Francesca, Luigi Lilio, un italico matematico mistero, il Calendario Gregoriano e Cirò, antica Chone (KR), 21 settembre 2023.
CARNEA Maria Francesca, Il Santo Vescovo e il Cristo Patiens l’arte che si svela nella storia di Cirò/Chone KR, 10 novembre 2023.
CARNEA Maria Francesca, Disamina su S. Nicodemo da Sikròs, narrazione della mutata storia a Cirò (KR), 19 ottobre 2023.
CARNEA Maria Francesca, CIRÒ: fondazione della Chiesa di S. Cataldo Vescovo. Analisi storica, etica, religiosa, in ComunicativaViva YouTube, 20 dicembre 2023.
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