martedì 19 settembre 2023

Nous n’accueillerons pas…!!!

Nous n’accueillerons pas…!!! Si può in una società civile permettersi questa espressione? Possono esponenti che rappresentano stati, regioni, province, comuni, ricoprendo ruoli istituzionali, cosiddetti stati civili e evoluti, possono solo arrivare a pensare queste espressioni che, analizzato il concetto, non ha nulla di civile, nulla di umano, nulla di rispettoso nei confronti di altri esseri umani, la cui realtà, e se vogliamo, caso della vita, li ha fatti nascere in luoghi in cui la cosiddetta società civile, in qualche modo, del loro malessere è concausa, povertà, guerra, stadio di indigenza annoso.

Il non voler affrontare, e magari non sanno nemmeno affrontarlo il problema a monte, ecco spiegato perché si ripropone, è espressione del fallimento della politica, piegata su di se, sul mantenere il proprio seggio di privilegio, incurante che c'è un'umanità sofferente, privata della sua dignità, che affronta la morte pur di avere una speranza di Vita, pur di giungere in quelle che credono realtà civili, pagano, e molte volte per morire, e i più fortunati si ritrovano affollati in ambienti lager in attesa che altri 'trafficanti politici' decidano come affrontare il 'problema'. Si l’umanità in cerca di speranza è diventata un problema, eppure siamo tutti esseri umani, e tutti abbiamo un termine, una fine.

Ma veramente si crede che vivere di egoismi nazionali, faccia vivere meglio?! Li guardate negli occhi quei bambini, quelle donne, quegli uomini?! Prima di parlare misurate i vostri limiti, soprattutto date senso alle espressioni, studiate, formatevi, fa bene il sapere a tutti, ancor più a chi ricopre la grande responsabilità della gestione della cosa pubblica. Ma forse è proprio questo il problema cogente della società moderna: non studia, non si forma, ha perso la sensibilità verso l'altro, il suo prossimo, ha perso il senso dell’altro!

Nous n’accueillerons pas…!!! E questo mentre negli stati 'civili' si vive con piaghe infinite di 'inciviltà': malaerba, delinquenza giornaliera, spacciatori di droga, di insensatezze senza freni; si accolgono progetti farsa, si inventano la qualsiasi pur di giungere allo sterco del diavolo, quindi soldi pubblici atti a foraggiare gente insana e non formata, a discapito di interi territori resi ridicoli e soggetti alla lunga mano dei gattopardi e delle diverse oligarchie che si alternano a spartirsi 'torte' ad alimento clientele, fregiandosi di fasce di rappresentanza. Accogliamo l'ipocrisia di una politica dissennata, che non sa puntare i piedi a condivisione di un fenomeno quale quello della migrazione che è nella storia un dato di continuità, nessuno potrà mai fermare la natura viator dell'uomo.

Ciò che si può, invece, fare, ed è quello che non si fa, è operare costruttivamente, civilmente sui territori da cui si emigra, nessuno è felice di lasciare la propria terra se vi si vive con dignità, se vi si può edificare la propria esistenza. È questo il monte del problema da affrontare. Anziché impegnarsi a riempire il mondo di armi, droga, politicanti inutili, amministratori civetta, iniziamo a dire, in questo caso sì: Nous n’accueillerons pas, NON ACCOGLIAMO l’inutilità di armi, droga, politicanti inutili, amministratori civetta, perché sono questi i danni, l’umanità in cammino è un’esigenza che nasce da questi danni, che hanno carattere mondiale.

Sembra essere sempre più chiaro lo spirito dominante dell'attualità sociale, politica, economica: il libero arbitrio è una potenza passiva, mosso ineluttabilmente dall'oggetto dell'appetito concupiscibile dell'avidità. La quieta ignoranza si ostina a non tener conto dell'intelletto che, invece, tende naturalmente all'esercizio attivo e propositivo delle virtù, e alla comprensione della verità. Nell'intelletto sta la radice della volontà e della libera scelta, ma tutto, nella società, sembra votato allo svuotamento, quand'anche oscuramento del bene preminente: la luce dell'intelletto che ha, come suo oggetto specifico, la conoscenza dell'essenza delle cose. Eppure di paure, esclusioni, divisioni non fa che nutrirsi questo nostro tempo, in cui alzare i muri, trincerare i confini, difendersi da nessun attacco, offendere la natura e la bellezza del creato, è diventato l’ordinario ‘fare’ dei governi, delle rappresentanze istituzionali. E il continente Europa ancora attende di farsi corpo, attende di essere unità! Si difendono gli interessi della ‘pancia’, dei pochi gruppi influenti, e se ne avallano argomentazioni da conato. Si è spento il lume d’intelletto che permette di fare la differenza nell'operato sociale, e non è stato un distacco volontario ma un subdolo modo trasversale di carpire il potere e gestirlo scriteriatamente, a discapito dell’umanità anelante vita, anelante respiro da respirare.

La caduta del senso dell’etica, poiché agere sequitur esse, nel vivere sociale moderno, è il dato realisticamente più grave. Le culture della materialità, privati del senso del sacro - e il sacro comprende il rispetto di ogni persona -, che tutti accomuna, divorano ogni senso di umanità, ogni criterio del giusto. Siamo parti del Tutto e, non solo di risorse minerarie, di armi, o di droga. Nel Tutto, gli occhi dei bambini sono l’attenzione primaria cui tendere. La storia insegna che l’agire di singoli, con i loro gesti di altruismo, nel donarsi, testimoniano che il concetto di umanità è sovranazionale, è superiore a ogni interesse di potere, di parte. Ed è nell’amare, nel desiderio reale del bonun facere, che si genera fecondità sociale. Amare implica Conoscere, Capire, Agire, mai giudicare. Realisticamente, con Ivan Illich, abbiamo perso, -in questa opulenta società-mercato-, il senso che il comportamento virtuoso è confacente all’essere umano. Questo senso lo abbiamo perduto con la nascita del concetto di valore. E, mentre il BENE È ASSOLUTO, i valori possono essere positivi o negativi. Ciò cui è necessario aspirare è il Bene, occorre cercare il Bene, che è un’esperienza non un valore, quell’esperienza che rende Vita alla vita, asciuga gli occhi bagnati dei bambini rendendogli sorriso, riconosce Umanità all’umano agire!

LAMPEDUSA non può essere lasciata sola, e la presenza della Presidente Giogia Meloni è segno che lo Stato Italiano c'è per mantenersi umano. L’uomo, scriveva Salvatore Quasimodo, grida dovunque la sorte d’una patria. E il ‘dovunque’ vive nel mondo intero! Occorre mantenere la mano tesa verso chi chiede aiuto, che non potrà essere ritirata da alcuna Nazione, Stato, che si vanti della sua ‘civile democrazia. Occorre afferrare quelle mani che chiedono aiuto e dargli la speranza di una vita degna d’essere vissuta. 


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