Siamo soggetti, inoltre, a una legge elettorale che non dà voce ai cittadini, in cui la scelta è subordinata alle Segreterie che si sono blindate con preindicate preferenze, nel mentre che, in Parlamento, la rappresentanza politica eletta è stata ridotta. E, per la Calabria, se gli inconsistenti eletti uscenti non hanno proferito miglioramenti per la propria terra, e fino ad oggi sono stati in 30, possiamo per le elezioni p.v. credere che 19 rappresentanze tra eletti alla camera e senatori arrancheranno qualcosa?!? La Calabria, inoltre, reitera rappresentanze obsolete, che nulla ha prodotto e nulla produrrà per il territorio. Penso convintamente che occorre non subire il sistema malato, tapparsi il naso per votare ‘cosa nostra calabrese’ è continuare l'agonia, oltre che seguitare nel falso esercizio di un diritto non reso tale da chi macchina e regge fila para stato con le massomafie.
URGE CAMBIARE SISTEMA, il bene comune non è appannaggio della filodossia, senza responsabilità etica. Occorre, limitando le distanze, avvicinare il Popolo a chi li rappresenta. Modificare la legge elettorale aiuterebbe. Allo stadio attuale, però, le istituzioni sembra che siano un mondo a parte, distanti dalla realtà quotidiana, dai bisogni della povera gente, lontani da un senso compiuto di giustizia sociale, vestiti di relativismo. La politica è fatta per persone serie, adulte, coerenti, soprattutto LIBERE, sappiamo che chi è stretto da fili pendenti, il suo operato gioverà solo a chi tira i lacci filanti. L'attuale sistema politico, sia a livello nazionale, peggio ancora a livello locale, è del tutto privo delle suddette qualità fondamentali per agire la politica. Ecco che occorre il coraggio di mutare questo sistema malato, perdutosi nel sonno della negligenza, avrebbe detto Caterina da Siena, occorre non farsi coinvolgere da clientele, non avere timori per esigere ciò che è di servizio per tutti, non solo per le solite schiere ciarliere, mantate di falso garbo e buonismo atte a sfruttare la cosa pubblica. Va da sé che per Bene si nasce, e non si diventa!
Penso che occorra il coraggio della dignità che sa discernere, realisticamente, ciò che è bene da ciò che, manipolato, è apparentemente bene, e magari, cosi, la politica ritorna a praticare valori, servizio ai bisogni della povera gente, come suggeriva La Pira, magari riesce ad ingegnarsi per una giustizia sociale concreta. Occorre ricordare che in ogni tipo di relazione, realtà sociale, prima dei diritti ci sono dei DOVERI, senza assiologia, categoria valoriale morale che superi ogni perverso relativismo attaccato al potere, nessun Bene Comune viene prodotto.
È difficile, certo, scardinare feudi in cui troppi affondano le loro fauci, ma occorre affrontare il problema. Cambiare sistema politico è necessario, una legge elettorale che dia rappresentanza reale al popolo è necessaria. Penso possa innestarsi cambiamento in Italia attraverso una seria formazione politica e, senza urlare allo scandalo, innovando forma di governo con il semipresidenzialismo che non è un dogma. Trovo urgente, altresì, affrontare questio circa inopportuna sussistenza #ente Regioni che, di fatto, sono meri serbatoi di inefficenza, fucina di clientele, da cui attingere soldi pubblici senza produzione effettiva.
Con il SEMI-PRESIDENZIALISMO, ci troveremmo di fronte all’elezione diretta di un presidente, eletto normalmente a doppio turno per assicurare la massima legittimazione, che convive con un rapporto di fiducia della Camera rispetto a un Governo che è diretto da un suo primo ministro. È un modello più flessibile, rispetto al presidenzialismo, una struttura a autorità duale che, anche nei casi limite - le cosiddette coabitazioni - vale a dire presidente di partito diverso rispetto alla maggioranza politica, il sistema può funzionare perché c’è la flessibilità del rapporto fiduciario. La Francia, per es., è caratterizzata da un sistema semi-presidenzialistico in cui il potere esecutivo è condiviso dal presidente della Repubblica e dal primo ministro. Che la forma di semipresidenzialismo risulti più complessa di quella del presidenzialismo non deve sorprendere. Tuttavia il semi-presidenzialismo, a mio avviso, è migliore del presidenzialismo.
La giovane Italia merita una scossa reale che migliori, qualifichi assetto politico, economico, e non può prescindere dalla centralità della persona, dal renderla degnamente rappresentata.
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