Senza sussulto valoriale, senza un criterio di responsabilità etica, alcun moto di coscienza si smuove! Ciò che si tende a perseguire è rassegnazione sociale a vantaggio dei feudi da gestire. Il Popolo è di uso clientelare, destinato alla crescita zero, e con esso anche il territorio morente! Necessario chiedersi: chi ha determinato ciò? Perché non cercare il bene? Perché avallare il male che non si vergogna di perorare e insistere sull'errare sociale?
Errore è vivere la cosa pubblica come cosa nostra, indisponibile ai reali cambiamenti, non dico di politica sana, non esiste questo concetto nei piccoli territori colonizzati da feudi radicati all'interesse particolare e non del Popolo, ma almeno di autentico senso socio-culturale, provvisto di responsabilità etica.
Per risvegliare sentimento di appartenenza al bene comune, occorre senso di Comunità, linguaggio, dialogo costruttivo. Il dialogo deve bandire le chiacchiere e i luoghi comuni, non può ridursi a punti di vista contrastanti, insulti, rivendicazioni, occorre puntare a un dialogo non meschino, né relativista, capace di ascolto! Anche per il dialogo vale ciò che disse s. Paolo: quand'anche io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho l'amore, non sono altro che un metallo sonante o un cembalo tintinnante (1Cor 13,11)l
Dobbiamo imparare ad individuare le ingiustizie istituzionalizzate nella nostra realtà territoriale, se vogliamo lavorare e lottare per la pace possibile, per un futuro vivibile. Spesso non ce ne accorgiamo, o almeno non abbastanza, o per opportunismo non si reagisce, soprattutto se traiamo vantaggio da questa ingiustizia istituzionalizzata. Ma il senso del giusto non ha ambivalenze, pertanto dobbiamo imparare a riconoscere e superare le ingiustizie istituzionalizzate e opporvisi con coraggio. La mitologia greca ci propone Antigone, esempio di donna libera che decide e opera in piena autonomia, in contrapposizione con il potere e la tradizione quando negano la dignità della persona. È necessario essere, farsi Antigone che rappresenta un'esigenza profonda, quella di una giustizia eterna che riconosca la priorità della coscienza, il primato della legge non scritta, che coincide con la radicale fedeltà al tessuto delle relazioni originarie e alla legge della solidarietà.
L'assenza di sussulto valoriale non smuove coscienze dormienti che nelle Comunità sono rese tali dai poteri ombrosi prevaricanti. Il buon senso costruttivo chiede dialogo il cui linguaggio ha per fine il Bene Comune, non inteso nel senso di cosa nostra, ma di voce al Popolo, libero da costrizioni familistiche! La capacità critica rende dignità, verità, porta una Comunità ad essere Antigone, cioè mai sottomessa all'ingiustizia, o agli opportunismi consociati. Rende liberi di viversi la propria terra rispettandone umanità, storia, oltre ogni ingiustizia istituzionalizzata!
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