Riprendere il senso dell'attenzione, dell’equo, del giusto in ambito culturale-sociale-politico, aiuta, come aiuta comunicare realtà in verità. Il relativismo, frutto di menti mediocri, genera approssimazione, confusione. Per queste menti, non c'è alcuna differenza tra una sana conoscenza e una falsa conoscenza, tra ciò che è diritto e ciò che è dovere, tra responsabilità etica e egoismo. È un modo d'essere che si inquadra, nel contesto sociale, come riconoscimento del valore soltanto relativo, e non oggettivo, sia della conoscenza, dei suoi metodi e criteri -relativismo gnoseologico-, sia dei principi e dei giudizi etici -relativismo etico-.
Il miglior investimento sociale è nella conoscenza, culturale-politica-sociale, reale, oggettiva, il 'terzo', espressione di coraggio, senso di libertà e autentica passione al Bene Comune. Non tenerne conto è l’errore più grave che si possa fare, poiché non è per niente difficile alimentare carte false, distogliere dal vero, dall'oggettivo, corrompere, speculare. Arduo è impegnarsi, con serietà e lealtà, a concretizzare fatti che hanno il sapore della dignità fedele a se stessa, al senso genuino del bonum facere, al rispetto del prossimo, ciò non può avere connotazione relativa. E poiché la verità si oppone all’errore, come la luce si oppone alle tenebre, non si potrà mai stare dalla parte della povera gente quando si è relativi a se stessi!
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