Circa l'insostenibile leggerezza del concetto di fusione, -tra i due Comuni di Cirò e Cirò Marina-, nella dialettica politica, ciò che illumina la comprensione delle questioni, è l’invito rispettoso a pensare, e con elementi di ragionevolezza. La politica è espressione di determinismo serio, fatta per gente adulta, che ha superato la fase dell'infantilismo, e si guadagna maturità crescendo con propri meriti. L’assenza però di maturità politica è causa principale della decadenza dei territori, della Calabria in particolare, assai malamente amministrata da decenni, vincolata a nefasti sistemi di poteri ombrati. La politica è arte nobile, non adatta ad arruffismi che hanno il solo fine di innescare astio e non edificante dialogo di costrutto sociale. È concertazione non separazione di fazioni nelle stesse Comunità! Quando si scade nell'arruffismo populista, tutto si è tranne che politici.
Mi espressi riguardo tematica fusione - nel mio territorio - tra Comuni, in tempi in cui la mia era unica voce 'determinata' a opporsi a fronte di libellule che svolazzavano in cerca di posizione da abitare, e poi cavalcare. Riporto stralci a conferma che la passione vera al bene comune non cambia, è fedele a se stessa, in coerenza di pensiero poiché ciò che entra dentro al cuore, nell’intelletto non muta.
Quando il Costituente del 1948 scrisse all’art. 5 della Costituzione: “La Repubblica riconosce e promuove le Autonomie locali”, attribuì ai Comuni italiani l’attestazione più significativa e importante che si potesse dare: riconoscerli, e sapere che essi ‘venivano prima’ della Repubblica, poiché arrivavano dal passato. Fare tesoro della storia, ogni tanto, sarebbe opportuno: i Comuni, piccoli o grandi che fossero, nelle loro autonomie, sono stati -dall’anno 1000- le prime forme di società di sviluppo, e si fondano su principi opposti a quelli del feudalesimo, poiché prevedevano la partecipazione di tutta la popolazione, con le loro singole peculiarità. Inoltre, sempre dall’art. 5, si stabilisce che “la Repubblica adegua i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento” e, con ciò, riconosce anche che essi erano e restano forti e vitali, pronti a reggere la sfida del futuro. Riconoscimento che costituisce la colonna portante su cui poggia tutta la nostra Repubblica e che, per le ragioni dette, si riferisce prima di tutto proprio alla posizione del Comune: l’istituzione che più di ogni altra, ha rappresentato il concreto incarnarsi di questa dimensione di autonomia.
Ora, chi sostiene il sistema di liquefazione, che si vuole far passare per cammino di modernizzazione, fa confusione tra termine ‘FUSIONE’ e termine ‘SERVIZI’, questi ultimi sì, necessari per i cittadini, servizi assenti proprio grazie alle politiche del confondiamo e tralasciamo. La modernizzazione delle amministrazioni comunali, più che parlare della liquefazione, dovrebbe dire a cosa si va incontro con la stessa, e forse, ancora prima, capire cosa significa ‘modernizzazione’. La gente chiede Servizi: assistenza sanitaria, sportelli banche, poste, sportelli di solidarietà, sportelli che favoriscono lo snellimento delle pratiche dello sviluppo delle economie locali, servizi di igiene, trasporti pubblici, scuole a norma, decoro urbano. Non si può pensare di confondere le Comunità, ma i sofisti esistono.
E, a proposto di chiarezza, sarebbe altresì utile, non alimentare ciò che da anni viene perpetrato, e cioè il dato che Cirò e Cirò Marina siano la stessa cosa. NON È COSÌ!
· Esiste il Comune di Cirò, non esiste dicitura ‘CIRÒ superiore’, la storia dice che è superiore, e non solo per posizione geografica.
· Esiste il Comune di Cirò Marina, nato -per scelta- nel 1952. Molti suoi cittadini-dicasi marinoti- si sono trasferiti da CIRÒ e dai Paesi limitrofi per necessità logistiche di lavoro e familiari. Nulla da eccepire, meritano il massimo del rispetto, oltre ad essere cari amici in molti. Ma l’uso, nel linguaggio comune, del nome CIRÒ, Non Accomuna, solo Usa ciò che già ha la sua identità: Cirò = vino, in gran parte del mondo.
Attenzione: non nasciamo con una identità, l’identità è un dono sociale, ce la danno gli altri, è frutto del riconoscimento, per questo occorre sapere, formarsi, conoscere il territorio, alimentare una buona e sana comunicazione. Certo, il senso identitario-comunitario si può costruire e in questo si dovrebbe concentrare Cirò Marina, la cui storia nasce con la sua nascita nel 1952, da qui partire e creare un brand turistico il cui spettacolare potenziale è ampiamente sotto gli occhi di tutti. Le difficoltà della giovane cittadina espansa della Marina di Cirò – suggerirei Referendum per cambiare nome, magari proporre Krimisa, in sé argomento d'attrattiva – purtroppo denotano la difficoltà che ogni Comune affronta, bisogna essere consapevoli, rimboccarsi le maniche e superarle, perché se è vero come è vero che nel guadagno nessuno si riconosce amico dell’altro, è vero anche che nessun matrimonio si può contrarre se una delle parti è cagionevole e, se così fosse, si determinerebbe non solo la sua rovina ma quella di tutta la famiglia, perché l’Amore è cosa seria, non infatuazione da perpetrare illudendosi e illudendo. Inoltre, a proposito di Referendum, io sono di Cirò e non mi risulta sia stato fatto alcun Referendum in cui la Comunità sia stata chiamata ad esprimersi su argomento fusione. Ergo: le notizie siano vere, comunque verificate, seppur scontate, diversamente ancora domani qualcuno si sveglierà e dirà che gli asini volano accettandolo come dato di fatto! Occorre pensare non credere, per il bene delle Comunità!
E, con Corrado Alvaro: “La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”, e qui bisogna essere onesti intellettualmente per rafforzare il territorio, secondo strade che non liquefanno le culture e le comunità locali, le loro identità, e autonomie, ma riconoscano che i talenti e le potenzialità in loco siano al centro delle politiche di sviluppo. Ergo: porsi domande è fondamentale per il divenire umano, cercare risposte è necessario, fino al possibile, al probabile razionale. E, dire di no all’imperfetto politico umano, è facoltà possibile e coerente! Luce di intelletto chiede ragionevole contributo all’edificazione umana, all’edificazione dei territori, non alla liquefazione degli stessi. CIRÒ, la nostra identità, non è in vendita verso alcuna fusione, è un privilegio da preservare SINE TEMPORE!
(Cf. Sulla Fusione fra i Comuni di Cirò e Cirò Marina – Cirò, 16 Dicembre 2016)
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