mercoledì 11 marzo 2020

IL POTERE DELLA PAROLA IN POLITICA

La politica, con essa la comunicazione, non è assunzione di poteri, ma mero servizio per il Bene Comune. Concetto da decenni dimenticato, abusato all'inverosimile. Cosa ha generato ciò? Se consuetudine assodata, nella realtà socio-politica attuale, è mentire, essere incoerenti, perché si dovrebbe credere a ciò che viene disposto? 
Ecco che fare Politica è arduo compito, assai serio, come anche Comunicare è facoltà importante, Comunicare però verità perché quando poi si grida al lupo al lupo, nessuno più ascolta, e si generano fughe, dissenati comportamenti per disposizioni e regole che, invece, sono necessarie e urgenti a salvaguardia del benessere comunitario. 

Necessita trovare oggi i logoi più convincenti, in linea con interessi fondamentalmente etici, politici, educativi. Bisogna reagire culturalmente, unitariamente! È impellente la necessità di persuadere solo a partire dal possesso della verità, ed è necessario non solo conoscerla, ma anche saperla comunicare. Agli occhi del filosofo il difetto dell’oratore è la superficialità, e la conseguente incapacità ad attingere il vero. Occorre ritornare dignità e senso proprio alla Politica e alla Comunicazione, affrontare con coraggio vero la realtà sociale, in tutti i suoi bisogni. Soprattutto sarebbe ora, occasione, si assumesse consapevolezza del fatto che la politica emotiva non è politica, l'emotività non è soggetto della politica, soggetto della politica è l'intelletto speculativo. 

Senso di responsabilità smarrito, ha generato irresponsabilità per perduta credibilità e superlativo egocentrismo. Il senso del dovere socio-politico, l'agire etico, provvisto di luce d'intelletto, di sana comunicazione, diventino timone per il Bene Comune!



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