Nel
dialogo, -che non è: io dispongo tu esegui, piuttosto confronto di pensiero che
non s'impone-, si costruisce vita, si costruisce sviluppo, si edifica pensiero di futuro. Nella
perniciosità delle illusioni propagandate, bandiere sventolanti il non senso e
distanti dal servizio alla cosa pubblica, distanti dalle priorità sociali,
dalla concretezza della vita reale, si alimenta morte sociale, frammentazione,
desertificazione territoriale. E non è nell'abbellire un muro, una porta,
inventare storie, rinnegare conoscenza, che si crea sviluppo, che si cura un
territorio dissestato, privo dei più elementari servizi: il gusto estetico e
umano muoiono difronte irresponsabilità dissacranti, balconate di ferro che deturpano
paesi, involgarizzano viali, cancellano storia fatta di pietre.
Ma qual è il metodo migliore per ingannare? Elargire soldi pubblici senza generare investimenti concreti, piuttosto avallare clientelismo assicurato, collante alla gestione del potere, consociato alla delinquenza radicata.
Ma qual è il metodo migliore per ingannare? Elargire soldi pubblici senza generare investimenti concreti, piuttosto avallare clientelismo assicurato, collante alla gestione del potere, consociato alla delinquenza radicata.
Desolata
terra di Calabria, mia Provincia di Crotone, che ti sgretoli lentamente
nell'inconsistenza dei soliti faccendieri affaccendati a succhiare il tuo
sangue, e a lasciarti ferita e abbandonata al destino nell'inettitudine, la tua
bellezza viene offesa, la tua ricchezza umana vilipesa, e nella tua radice
storica rimani inesplorata, usata. Alzati con dignità, con capacità di pensiero
savio, elementi di ragionevolezza distinguono dai non senso, zampillanti
erogazioni economiche ai soli fini elettorali e per le tasche dei soliti lacchè
servi di mammona.
Pulizia
morale nella terra di Calabria urge! Occorre avere Idee, espressioni di
capacità umane e coscienze savie, prima che persone stantie da eleggere.
L'etica è il fondamento del fare Politica. Fuori dalla Calabria vadano i
cialtroni che se ne servono, e non i tanti che sono costretti a emigrare perché
pochi parassiti, improvvisati politici, l'hanno ridotta a mero territorio di
voto di scambio, impoverendola. Le parole per essere credute, devono dimostrare
coerenza di contenuto, si deve testimoniare con la propria vita di essere degni
della responsabilità politica. Chi crede di fare, troppo spesso dimentica che
ha ricevuto e riceve, e non testimonia gratitudine e, tra questi, arrampicatori
sociali, ricercatori di buon partito, esperti di inganno, teatranti, parolai
insensati, voltagabbana pro convenienza del sistema che tira.
Chi
ha fatto la storia peggiore della politica in Calabria, manifesti un briciolo
di amore vero, posto che sappia cosa sia -l'aridità di cuore e intelletto non
ha sapere, né sapore, tanto meno dignità- e si levi dalle poltrone. Non si può
credere di amare il proprio territorio che vive stato di agonia da decenni, e
senza che uno spiraglio di vero bene comune sia stato avallato. Si sradichi
questo maledetto fare consociato, clientelare, malata rete di settarismo che
genera morte, espressione specchiata nel nero dell'anima di chi ciò favorisce!
È terminato il tempo dei feudi, usucapiti senza onori e senza meriti.
I
valori umani, la dignità, il rispetto, sono faro per tutti, da vivere
integralmente e personalmente. La sana politica per produrre bene comune inizia
da tali fondamenti! L'auspicio permane il dialogo della lungimiranza che genera
speranza per un Bene Reale e Comune.
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