L’attuale contesto socio politico, che sembra
aver abdicato dal suo fine naturale, alza i toni piuttosto che le parole, donandosi
al vano disquisire, all'irrazionalità e pare, sempre più, essersi asservito
alla tiepidezza. E non finirò mai di ripetermi: la politica emotiva non è politica, l’emotività non è il soggetto della
politica, soggetto della politica è l’intelletto speculativo che
induce all'azione responsabile, capace sicuramente di emozionare,
toccare profondamente l’anima, ma nell'esercizio pratico della
“carità intellettuale”, che pone al centro della sua azione la Persona. Il consolidamento e l’arricchimento delle
relazioni e delle comunicazioni tra gli individui, non solo comporta una sorta
di entità sociale superiore, provvista di maggiore potere rispetto agli enti individuali, ma conferisce ad ogni singola
persona una maggiore potenza di agire, di pensare, di conoscere. Ne consegue
una migliore autonomia e libertà per ognuno.
È risaputo che la forza della filosofia è data dalla sua interrogazione: esistere, conoscere, volere. Da questa forza trae ragione ogni comprensione, ogni divenire di costrutto che non si lascia confinare nei limiti, nei restringimenti dell’effimero.
La comprensione deve partire da elementi
semplici, da idee chiare e trasparenti, intuizioni prime che assumono un valore
di verità solo quando sono autentiche le idee che li costituiscono. Ora, mentre
l’immaginazione è una forma di conoscenza limitata, dipendente dalle percezioni
sensoriali, le relazioni logiche dell’ordine delle cose possono essere comprese
solo dalla conoscenza intellettuale che, sappiamo può essere discorsiva o
intuitiva. Inoltre, la prima procede per definizione e deduzione ma non si deve
fermare alla pura descrizione delle proprietà di un oggetto, deve mirare all'essenza, alla sua natura vera, quindi all'idea. Solo così si potrà accedere
alla seconda forma di conoscenza intellettuale, quella intuitiva, che penetra
la profondità delle cose, coglie il contenuto in sé, nella sua natura reale.
Il procedimento logico deduttivo consente pertanto
di costruire con l’intelletto un sistema di relazioni tra idee. Va da se che il
controllo delle passioni non significa il loro dominio, ma un loro migliorarsi:
le passioni sono necessarie alla vita, tuttavia bisogna sapere scegliere quelle
che realmente edificano l’uomo. In primis la passione per il sapere, per la
verità, per il bene umanità.
Ecco che la mistura di caos emozionale e
rigore razionale chiede l’uso di una ragione regolativa, elemento fondamentale
nel fare politico. Solo affidandoci alla ragione e all'intelletto possiamo discernere
- nel fare sociale - il bene comune, soppesare le realtà particolari, compresi
noi stessi in quanto semplici individui, ciò all'interno di quella densa trama
di relazioni che, sola, ci rende espressione dell’incommensurabile potenza di
Dio.
Nessun commento:
Posta un commento