In
questo nostro fragile tempo, tempo della caducità, insicurezza, in cui sembra
che tutto si volatilizzi, e da cui non ci si riesce a discostare, travolti come
siamo dai fetori provenienti dalle variegate aree della società politica che
rendono il cittadino recalcitrante ad ogni slancio verso il perseguimento di un
bene, viviamo immersi in un tessuto sociale instabile perché la roccia valoriale
su cui si era fondata la compagine umana, si è sgretolata impattando con il
gelido senso del vivere egotistico e dissociativo.
Aprendo gli occhi emerge una società resa povera di radici, punti di riferimento, che disdegna i valori della vita e si pone sul versante decadente di un relativismo esasperato. C'è da porsi domande, fermarsi a riflettere e chiedersi: dove si dirige l'uomo? Dove si dirige la società? Nasciamo alla vita per perorare una cultura di inganno?