Per celebrare una personalità di profonda
sensibilità umana, attualissimo testimone dell’amore per il prossimo e dell’attenzione ai diritti umani, Patrono della Giustizia Sociale, la Commissione Nazionale di Giustizia
Pace Creato della Famiglia Domenicana, in collaborazione con la Commissione
Domenicana Internazionale Giustizia e Pace, organizza, nel giorno della ricorrenza festiva del religioso
Domenicano, il 3
Novembre p.v., una marcia silenziosa nella suggestiva
cornice del cuore di Roma, con a tema: Nessuna Persona è clandestina su questo pianeta.
La partenza è prevista alle h. 15.30 dalla
Basilica di San Sisto (P.le Numa Pompilio). L’evento interpella alla
partecipazione energica di estesa solidarietà, con l’intento di sensibilizzare
l’opinione pubblica su uno dei temi
sociali più sentiti e, ancora oggi, poco frequentati: l’alterità che
arricchisce, che rende fecondi, e che stupore mai manca di generare, nessuno di
noi è straniero all’altro in umanità.
Il percorso prevede l’arrivo alla Basilica di
Santa Sabina e si concluderà con la Celebrazione Eucaristica in Basilica,
presieduta da Fr. Carlos Rodríguez Linera, OP, Promotore Generale di Giustizia
e Pace.
Per maggiori info: www.giustiziaepace.org
Ma chi era s. Martin de Porres?
Religioso dell’Ordine Domenicano, cooperatore patrono dei frati cooperatori
domenicani, è
Patrono della Giustizia Sociale. Nasce a Lima nel 1579.
Figlio dell’aristocratico
spagnolo Juan de Porres e di Anna Velàsquez un’ex schiava nera
d’origine africana, desideroso di donare la vita a Dio ed ai poveri chiede, a quindici anni, di entrare come donato nel convento del Santo Rosario di
Lima. Era
suo intento entrare fra i Domenicani, che proprio a Lima avevano fondato il
loro primo convento peruviano. Lui però è mulatto, e viene accolto non come
religioso con i voti, ma come terziario. I suoi compiti erano solitamente di
inserviente e spazzino. I Domenicani tuttavia si avvedono della sua energia
interiore e lo tolgono dalla condizione subalterna, accogliendolo nell’Ordine
come fratello cooperatore. Frequenti fenomeni mistici, di
bilocazione, estasi, testimoniarono a quale grado di unione con Dio l’umile
fratello laico fosse giunto, intanto che episodi di mirabile semplicità imprimono
un tono umanissimo alla sua vita. Mise a servizio dei sofferenti la sua pratica
medica, si fece benefattore dei poveri che accorrevano a lui copiosi, eresse un
collegio per la gioventù abbandonata e si valse del suo ascendente per
difendere dalle insidie le giovani prive di risorse economiche. Nel suo cuore
dominavano la carità, particolarmente con i poveri e gli infermi; la penitenza,
la più rigorosa, e l’umiltà che alimentava tutte le sue altre virtù.
Nessun commento:
Posta un commento