domenica 26 gennaio 2025

GIUBILEO DELLA COMUNICAZIONE

Il Giubileo, che commemora il mistero dell'incarnazione, è un appuntamento con la storia, un’occasione per prendere coscienza delle proprie radici, allargare gli orizzonti dell’esistenza che ha determinato la vita e la storia dell’umanità, e rilanciare la fede in Cristo. È interessante indagare il Giubileo nella storia, le origini nella tradizione biblica; il primo giubileo nella storia della Chiesa del 1300, i Giubilei successivi, alcune particolari tematiche ad esso collegate. Il Giubileo che viviamo, spalanca le porte alla speranza, ed è il 30° nella storia dei Giubilei.

La Comunicazione che per definirsi tale deve saper essere: buona, utile, vera, è legata alla 'parola' e coinvolge inscindibilmente il servizio della Chiesa, poiché primo comunicatore è Dio. La comunicazione è chiamata a destreggiarsi con nuovi linguaggi e metodi che spesso condizionano o negano la verità. Il cambiamento della società moderna fa emergere come, molte volte, apparenza, relativismo, disinformazione e campagne di odio sui social media, tendano a minacciare la libertà di espressione, la dignità della persona, la stessa democrazia.

Il termine communicatio è uno dei termini chiave che legano politica e linguaggio, in quanto racchiude in sé l’idea di ‘comune’ e di ‘comunicazione mediante il linguaggio’, ed è spesso usato nel contesto della trattazione della naturalità del linguaggio e della socialità. Communicare può significare “avere in comune”, al passivo, “esser comune” oppure “far essere comune”. Solo di conseguenza può significare “far sapere” o “dire”, in quanto chi fa sapere qualcosa a qualcuno rende comune all’altro la conoscenza che prima era solo a sé propria.

Il Giubileo è un'occasione per ritrovare la grazia della luce che il comunicare sano sa fare, è occasione di speranza che offre riflessione affinché si giunga a narrare la bellezza dell'essere in comune, e combattere la disinformazione, la manipolazione dei fatti, le dannose opere di distrazione di massa che molte volte nascondono, e pure male, interessi politici improbabili. È occasione per promuovere la verità e la speranza e, come Papa Francesco ha sottolineato: "Bisogna dire la verità ma anche essere veri". Ecco che, poiché comunicare implica incontrare la buona fede dell'altro, "Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". (Gv 18,37). È un dono di libertà saper comunicare che illumina la vita, è l'occasione che rende possibile l'impossibile, e che nello stupore ricorda che la comunicazione è divina.

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