Lasciarsi illuminare in e con veritas dal pensiero del Doctor angelicus, più grande teologo e filosofo della cattolicità, è sentirsi nel calore della carità infinitamente profonda. Innestarsi nella sua conoscenza diviene dono di grazia in cui si evolve pensiero. Ci insegna che determinante nell’uomo è l’autoaffermazione coscienziale, la conoscenza, esplicitazione dell’espressione ‘sinderesi’: tendenza innata dell’anima umana verso il bene e il rifiuto del male. (S. Th., I-I, q. 94, a. 1). Ogni valore umano autentico tende così a espandersi, a essere comunicato, condiviso. L'Aquinate ci aiuta costruttivamente ad avere risposte concrete, e addivenire a quella pace che è armonia di vita.
L’uomo, però, non è solo attratto dalla verità delle cose, ma anche dalla loro bontà: non solo può conoscere la realtà ma anche amarla e, intenzionalmente, unirsi ad essa. È una conquista, la conquista della dignità che ha molto a che vedere con la promozione della giustizia. Dove non c’è giustizia non può esserci dignità. La vita pubblica porta con sé alti incarichi, rappresentanze; dignità deve rispondere a una realtà di giustizia per realizzare il bene comune, e giustizia è abito per cui l’uomo è inclinato a dare a ciascuno il suo, con volontà costante e perpetua. (S. Th., II-II, q. 58, a .1).
L'insegnamento di S. Tommaso d'Aquino continua a illuminare il tempo attuale come faro, e non fa perdere la rotta al nostro essere velieri che navigano i mari dell'umanesimo.
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