lunedì 4 dicembre 2023

Cirò: imbarazzante mediocrità politica e culturale a un convegno su Luigi Lilio

Credo che ci siano poco più di ‘100passi’ tra casa mia e il Municipio di Cirò, ma è più che abissale la distanza d’intendere cultura e politica, tra la mia persona e la giunta comunale del mio paese, quella attuale e quelle che si sono avvicendate negli ultimi vent’anni: non hanno capito che la Cultura è una cosa seria, che la scienza è frutto di farina del proprio sacco, avessero almeno riconosciuto e fatto memoria dell’impegno di studiosi perbene, soprattutto non hanno capito che il rispetto verso il popolo, tutto, è cosa dovuta, ancor più non hanno capito che la Cultura ha sempre questi 100passi di distanza dalle penombre.

Si è svolto a Cirò un convegno, tema Luigi Lilio, i cui contenuti, puntuali, ignorano ciò che non può essere ignorato, cioè la verità storica, cuore di un argomento che non può essere eluso dall'effimero! Ed è ennesimo fumo negli occhi a spese terze, oltre che alla inculturazione. È un valore la Cultura, e faccio mia un’espressione di Totò, poiché l’agire similpolitico cirotano mi sembra rientri in uno di quei film di Totò continuamente frapposto tra il voler vendere una fontana che non esiste, e storie che non le appartengono, film girato con continue riprese, e comparse, ma intanto, con Totò, “Noio volevam savoir” fino a che punto non ci si possa vergognare! Soprattutto - rimanendo alla figura di Luigi Lilio -, perché si vuole continuare a misconoscere il dato storico reale, che a oggi lo fa un matematico mistero, circa il suo luogo di nascita? In quale tipologia di agire pro bonum facere - sia culturale che politico - si incasella l’ignorarne studi e questioni dalla sottoscritta, e non solo, poste?!

Il Ministero della Cultura dà il suo patrocinio, e ci mette la faccia, per un convegno sull’autore della riforma del Calendario Gregoriano, Luigi Lilio. È bene supportare la Cultura quando è chiara, contribuisce al progresso umano, edifica territori in verità, se non fosse però che la figura di Luigi Lilio, e suo luogo natale, ad oggi, non è affatto determinato.

Nel convegno svoltosi il 2 dicembre u.s., chiaro anche in locandina, Lilio viene dichiarato cirotano. Ciò onorerebbe Cirò, se non fosse che, a mio avviso, nulla di onorevole vi è nell’asserire ciò che, ancora, deve essere conosciuto, soprattutto perché non tiene conto di un enorme torto fatto a chi lo studio su Lilio lo ha elaborato, Prof. Egidio Mezzi, studio usato da chi se ne fa impropriamente latore e che di lui fu studente. Non è certo questo il caso in cui il discente supera il docente, no no, anzi il docente rimane docente, il discente ha solo peggiorato in agire irrispettoso il suo rimanere discente. Occorre cercare di capire meglio il mistero Lilio, addurre interrogativi su questioni reputate intoccabili, fa capire situazioni stantie che il tempo, si proprio il tempo che Lilio ha incasellato in un calendario, viene a sanare nel senso del giusto.

Direi che di un progetto/proposta di riqualificazione morale e culturale Cirò ha urgente bisogno, ma si deve partire da una politica seria, quella che anela al BENE di un territorio, bene comune e equo, da questo magari giungere poi a parlare seriamente di Cultura.

Mi rivolgo, innanzi tutto al Ministro, on. Gennaro Sangiuliano, sempre molto fiero dell’amor patrio e chiedo: è normale che un Dicastero del Governo Italiano, preposto alla tutela della Cultura, non valuti l’effettiva fondatezza dei patrocini? Sarebbe di merito riuscire a dare determinazione attendibile, che è mio auspicio, a una figura di alto spessore quale Luigi Lilio, a tutt’oggi però un mero mistero. A riguardo, rimando alla mia disamina: Luigi Lilio, un mistero da approfondire e la riforma del Calendario Gregoriano, che tanto ha destabilizzato i promotori del relativismo storico in Cirò, gli stessi che hanno organizzato convegno.

Eppure la Presidente, on. Giorgia Meloni, cui chiedo attenzione al caso, come anche lei Signor Ministro on. Sangiuliano, siete stati chiari su un dato che trovo finalmente qualificante per l’Italia: è il merito che si deve valorizzare! Per cui, e rimanendo in ambito politico, vengo a chiedere al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e, contestualmente, all’attuale Presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, che è stato anche presente al convegno: possono le Istituzioni che rappresentate supportare il non appurato dato storico, circa Luigi Lilio, e vantarsi di ciò che non è, ab intra et ab extra Regione?! Che segnale di attenzione, credibilità, coerenza si trasmette alla terra di CALABRIA, e ai vostri cittadini? La sottoscritta, da Calabrese, di Cirò, chiede correttezza e responsabilità morale sulla questione.

L’incalzante iniziativa cirotana, trova sostegno del sindaco di Cirò, dr. Sculco, e della sua giunta comunale che, sul solco dei lavori profusi e ereditati dalle precedenti amministrazioni sulla questione, cerca di favorire causa per confermare ciò che attualmente non è. E mi ricorda agire simile adottato per altra questione culturale, di ambito religioso, ma sembra che l’inappropriatezza di comportamenti dell’intendere gestione ente pubblico, siano ciclici a Cirò quando qualcosa non torna a uso pianificato, il che porta al “delenda carthago, chiunque esso/a sia”!

Il fatto che si attribuisca del 'cirotano' -a Lilio che ha dettato il tempo - ad oggi è mera quaestio disputanda, e ne ho trattato ampiamente al link sopra indicato, o se credete in lectio/video: https://youtu.be/5NszOp7b6Cs?si=yUwjscNsWl9hBJJL.

Lo sforzo istituzionale, semmai, deve rivolgersi a investire risorse in ricerche approfondite sull’effettivo, sul vero del tema, superando il mistero, il precario conosciuto di Lilio.

E, poiché la politica dell’attuale Governo Meloni, punta al MERITO, corre l'obbligo di ricordare che  colui che ha cercato di dare contenuti alla figura di Luigi Lilio, scrivendone lui i tratti della storia, è stato il compianto Prof. Egidio Mezzi, e al link di seguito puntuale esplicazio: MARIA FRANCESCA CARNEA/FRANCESCO VIZZA.

Quando si parla di Cultura si suppone si conosca il suo significato. Ma lo ribadisco poiché c'è chi distraendosi, guardando magari al proprio ombelico, o difendendo diritti in cui non crede, lo dimentica. Cultura viene da colere che significa coltivare, coltivare implica seminare, e dal seme genera il frutto. Certamente se coltivo vigneti, il frutto deve essere l’uva. Se dal vigneto si generano pere, o sono un genio capace di alchimie di mero inganno, o vengo da un altro pianeta. Ergo: coltivare nel proprio significa generare frutto proprio, secondo natura, e la natura non è invertita, segue la sua impronta.
Credo sia chiara l’analogia, certo forse non completamente chiara a chi ha fatto man bassa di coltivazione non sua, eludendo onestà intellettuale con agire deprecabile (cf. in Ciroaltra).

Disamina puntuale dei miei studi, ha evidenziato l’esistenza di quattro quaestio che dispongono la storia di Lilio come ancora disputanda, poiché le argomentazioni sui suoi natali non hanno elementi di ragionevolezza capaci di attribuirne luogo di nascita, tantomeno quello di morte, di lui è mistero ancora inesplorato. Tuttavia, tanto la giunta di Cirò, tanto chi crede di detenere monopolio di studi su Lilio, immaginano di fare bello e cattivo tempo, anche su chi dello studio fa arte. E torno a ripetere: in genere, bisogna avere rispetto della Persona/e prima che della scienza. La verità è luminosa, e gradualmente si arriva a palesare splendore. Occorre farsi persuasi di un dato: le parole rivelano gli uomini, l’agire rivela i grandi uomini. E, con Girolamo Savonarola, la verità è la perfezione del nostro intelletto e la purezza della coscienza, è la disposizione necessaria per ricevere la verità, quanto più l'uomo è purificato dagli attaccamenti terreni, tanto più conosce e abbraccia le verità e allontana le falsità da se stesso.
Prendo atto, però, che cercare supporti nella politica, fa scena, ma non farei vanto di impreparazione; fa scena anche il supporto delle dirigenze degli istituti scolastici, e nemmeno mi meraviglio, sollecito però a non indottrinare piccole leve alla non conoscenza, semmai a formare alla ricerca della verità e a non spingere inculturazione, nel tipico sistema atto a manipolare e non generare capacità critica.

Domanda: il Ministero della Cultura è stato informato che quanto si paventa su Luigi Lilio, e suoi natali, ancora non ha supporto scientifico, né documentazione storica?! La giunta comunale di Cirò, le Istituzioni ed esperti nazionali (sic!), le Dirigenti di Istituti scolastici, dott.ssa Graziella Spinali e dott.ssa Rita Anania, hanno contezza che la storia è da ricercare?! È educativo istruire, indottrinare al non conosciuto?! Come mai si ignora argomentazione scientemente trattata, che è d’ausilio alla conoscenza e sana cultura del territorio? Ignorare genera ignoranza, condizione assai nociva al sistema istruttivo.

Ma veniamo alla politica investita.
L’on. Simona Loizzo, in quota Lega - è nota la mia posizione su questo partito che considero contronatura in Calabria -, ma certamente l’on. Loizzo non mancherà con qualità e passione al territorio. A Cirò è stata invitata per il convegno, e mi chiedo: l’on. Loizzo è stata resa edotta sulla questione del mistero Lilio?! Che non è inventore, come scrive sul suo profilo fb, semmai l’autore della riforma del Calendario Gregoriano?! La fattibilità di una proposta di legge - che era già stata presentata nel luglio 2010 alla Camera dei Deputati, per istituzionalizzare la giornata nazionale del Calendario Gregoriano - è davvero scevra di antitesi?! Fare studiare nelle scuole ciò che deve ancora essere conosciuto, approfondito, rispetto al luogo natìo, a cosa istruisce? All’inculturazione?! Sono persuasa che l’on. Loizzo vorrà portare alto il nome della nostra Regione Calabria in Parlamento, ma spero lo possa fare con la giusta conoscenza del dato storico-culturale su Lilio poiché certamente la Cultura seria in politica fa la differenza.

Sia chiaro: finanziare e fare un convegno, non significa dare i natali a chi attualmente non ce li ha, e sul cui nome si sono ‘seduti’ in molti, per decenni, con superficialità, credendo che lo scibile fosse tutto lì; fare un convegno, e nell’“intra accoliti’, senza prevedere necessario contraddittorio, non significa affatto legittimare una tesi che rimane disputanda. Ignorare ciò che non è documentato non fa storia, né agevola sana Cultura, alimenta solo inculturazione in una terra che, invece, ha reale bisogno di verità, di renovatio rispetto a atavici sistemi di inculturazione infruttuosi, ha bisogno di trasparenza, soprattutto di agire etico, e trovo assai sconveniente che la politica entri ad alimentare insipienza.

All’on. Loizzo è stato reso noto che si tratta di un argomento tutto da ricercare, e che forse solo da ora, con determinazione dalla sottoscritta già manifestata, si può iniziare a parlare di serio modo di affrontare argomento Lilio, scardinando lacci e lacciuoli che non hanno più necessità d’esistere?!
La politica ha nella sua missione nobilitare i territori facendone brillare verità di costrutto, argomentando, con elementi di ragionenolezza in ricerca, facendo aprire gli occhi alle persone, non fasciandone cervelli!

Mi piace portare l’esempio di S. Caterina da Siena, che seppe dare testimonianza di efficacia politica, e asseriva: “La giustizia sempre riluca nei petti vostri, lavandovi da ogni amor proprio, attendendo al bene universale della vostra città e non propriamente al bene particolare di voi medesimi”. (L. 367). La senese mette in evidenza (L. 123) come tre sono i peccati fondamentali dell’uomo politico: evitare la contesa, rimandare la decisione e tollerare il male. Peccati che ella riassume nel: “Sonno della negligenza”. Ecco, occorre evitare il sonno della negligenza al fine di nobilitare il giusto nel bene comune.

Al giornalista chiamato a moderare l’incontro dr. Giuseppe Brindisi è stata data contezza del fatto che di Lilio ad oggi, e alla luce di assenza di materiale documentato, non si può definire cirotano, e che permane un affascinante mistero la sua figura? La comunicazione funziona se è edotta con verità deontologica. Bello è esaltare la nostra terra quando è il coraggio dell’agire morale a emergere, timorato solo da Dio, che non chiede compromessi, ma chiara ricerca di verità da attestare, con maieutica e confutazione.

Capisco, seppure non condivido, ciò che spinge la giunta comunale di Cirò nella direzione che ha preso, tuttavia l’affanno all’errare è un processo nocivo alla comunità, al paese e sua storia: lo stiamo vivendo con la cultura, con il vino, con il castello, appunto parlavo di tappe e processi nocivi, e l’alba ancora non sorge a rischiarare in verità argomenti, poiché si insiste nell’indeterminazione simil-politica che non vede oltre il proprio ‘proprio’, mentre la sana-politica vede e serve il BENE COMUNE. Certamente nel nostro territorio abbiamo un ‘ventennio’ vergognoso da riscrivere, di cui ho dispiacere, soprattutto culturalmente, e le Faccende Liliane chiedono verità e rispetto.

Nella terra di Cirò, come anche nell'intera Calabria, meritiamo d’essere nobilitati con la dignità della sana conoscenza, e della buona politica, provvista di responsabilità etica poiché, poetava in una sua filastrocca Rodari: “Anche il chiodo ha una testa, però non ci ragiona: la stessa cosa capita a più d’una persona”. Ecco che, con S. Tommaso d’Aquino, non opporsi all’errore significa approvarlo, non difendere la verità equivale a negarla! Ergo: Agere seguitur esse!


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