sabato 8 ottobre 2022

Egnazio Danti: acume e cambiamento

Cultura è sensibilità, per questo occorre avvicinarsi alle sue profondità con molta cura, delicatezza, dedizione, affinché si apra lasciandosi penetrare nel bene della verità. Le storie si raccontano, ma la Storia si studia. 

Ci introduciamo, con la Storia, nell'ingegno illuminato di p. Egnazio Danti, frate domenicano perugino, eminentissimo studioso chiamato da Papa Gregorio XIII a far parte della commissione presieduta da Clavio, per la riforma del Calendario denominato precipuamente Gregoriano. P. Danti, nella Commissione, fu figura di rilevanza ASSAI preziosa e, del suo essere eminentissimo, la storia riporta studi, opere, tracce compiute, NON OPINABILI. 

Costruire senso civico, comunitario, con lume d'intelletto, con senso onesto del fare Cultura, è forza di un realismo concreto, capace di favorire cambiamento territoriale, sistemico rispetto al diffuso relativismo di malaffare sociale o, se vogliamo, del più bieco servilismo. Cultura esige verità, competenza, serietà, distanza da intrighi pseudo politici, da burattinai asserviti ai pupari locali, sa discernere dall'illusione, dalla menzogna, dall'inganno. La sana Cultura costruisce Bene Comune, instilla amore identitario. 

E se delle cose di Dio non possiamo del tutto disporne, per la nostra condizione di perfettibilità, delle cose degli uomini certo che possiamo, elementi di ragionevolezza sono apice di capacità critica. 

Ecco che non possiamo staccarci da quanto insegnava Bernardo di Chartres: “Siamo nani sulle spalle di giganti: la nostra ragione potrà essere tanto più potente e lungimirante, quanto più ci saremo impadroniti del pensiero dei “giganti”, cioè dei classici". Attraverso il loro sapere, possiamo vedere più lontano non per l’acume della nostra vista, ma perché siamo portati in alto dalla loro saggezza. Ed è vero che l'uomo è la sua domanda, e di essa si nutre. 

Memento: CAPUT IMPERARE, NON PEDES! 

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