Ne consiglio vivamente lettura. Il titolo del testo, in origine, era Liber de Veritate, e già dà sentore del contenuto. Per opportunità Tommaso d'Aquino lo titolò Summa contra gentiles, testo superlativo con l'esposizione sostanzialmente completa del messaggio cristiano, in rilevante e persistente contrasto con le dottrine incompatibili con la fede cattolica. Un testo capace di risvegliare il mondo cattolico, smuovere coscienze dall'attuale tiepidezza sociale relativista, incomprensibile.
Occorre non dimenticare che laddove si costruisce sulla sabbia, sulle illusioni, sulla prepotenza, nulla permane. La fedeltà a principi fondamentali, morali, è garanzia di eternità. Questi nostri tempi assai provati da tensioni, criticità internazionali, e insensatezze d'occidente e d'oriente, senza dimenticare quelli locali, chiamano attenzione contro gli infedeli, dimentichi del senso del sacro, del giusto, dell'esistenza di Dio.
Ci illumina l'Aquinate di un dato importante, e cioè che il peccato di 'infedeltà ' non è solo quello di coloro che non hanno mai accolto la fede di Cristo, ma anche quella di chiunque se ne allontani, sia pure con l'eresia: i gentili o pagani, i falsi maestri, contro i quali rivolge sistematicamente la sua critica serrata.
Apre il discorso mediante la 'proposizione', una sentenza desunta dalla sacra scrittura: "La mia bocca proclamerà la verità, e le mie labbra detesteranno l'empio". (Prov. VIII, 7).
E procede Tommaso: "L'uso comune, che a detta del Filosofo dobbiamo seguire nel denominare le cose, ha stablito che siano chiamati sapienti coloro che ordinano rettamente le cose, e che sanno ben governarle". [...]
Il tema è assai complesso, certo, ma è la dimostazione di come le questioni, anche spinose, quando si vogliono affrontare, supportati da elementi di ragionevolezza, trovano soluzione, quietano animi, liberano da confusione discernendo il bene dal male. Ammirevole l'attualità di Tommaso: possedette al massimo grado il coraggio della verità, la libertà di spirito nell'affrontare i nuovi problemi, l'onestà intellettuale di chi non ammette la contaminazione del Cristianesimo con la filosofia profana, ma nemmeno il rifiuto aprioristico di questa. Tutta la costruzione dottrinale di San Tommaso è fondata sul principio, da lui enunciato fin dalle prime pagine della Summa Theologiae, secondo il quale la grazia suppone e perfeziona la natura e la natura si subordina alla grazia, la ragione alla fede, l'amore umano alla carità. Tommaso seppe mostrare come si uniscano nel pensiero e nella vita l'assoluta fedeltà alla Parola di Dio e la massima apertura al mondo e ai suoi valori, lo slancio dell'innovazione e del progresso e la fondazione d'ogni costruzione sul terreno solido della tradizione. Una sorta di osmosi, valida anche per la contemporaneità.
Per questo, occorre favorire formazione e conoscenza, permettere che giganti del sapere illuminino questa nostra società impoverita di assiologia, senso critico, reale ricerca del Bene Comune, di spiritualità. Formazione e conoscenza sono condizioni per dirimere questioni di guerra a favore di pace, non fornendo altra arma se non la Cultura, concetto purtroppo abusato da stolti e empi. Di Cultura può parlare chi ne fa e conosce struttura, come di politica.
Invertire modalità sistemiche dannose è urgente! E i cattolici non possono rimanete silenti, forti della fortezza della Croce siamo chiamati a reagire, a cercare la verità, il senso del giusto, il rispetto dell'umanità. Sia la sapienza preminente in questi tempi colmi di devianze, ritrovando savio senso d'appartenenza. Si sappia governare non a scapito dei contribuenti! Si manifesti "sapienza che ordina rettamente le cose, e che sa ben governarle".
Il miglior modo per onorare s. Tommaso è di penetrarci incessantemente della verità che egli ha voluto servire.
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