lunedì 6 giugno 2022

Circa l'ubicazione del villaggio natale di S. Nicodemo e gli Hypsichronaeus

Superata la questione luogo di nascita, è appurato che S. Nicodemo non è originario di Cirò, né mai vi è stato, gli studiosi, oramai da tempo, hanno scartato ipotesi definitivamente. Ciò, naturalmente, a Cirò non toglie devozione verso il Santo che è, e rimane, Santo Patrono e Protettore; non toglie rapporti amicali con Mammola; non toglie festa patronale per i Santi Patroni. Riconosce, al contempo,  verità storica, e non alimenta falsi percorsi religiosi ad alimento creduloneria. Le Sante Reliquie di s. Nicodemo, che in Cirò sono presenti, costituiscono il segno vivido di un culto da perorare.

Il bios, sappiamo, mette in luce che i suoi genitori dimoravano in Saline, in un villaggio chiamato Sikròs -, maggiore approfondimento circa l'ubicazione esatta della localizzazione del villaggio natale, sul dove si trova, era l'auspicio che ponevo nel mio testo S. Nicodemo da Sikròs. E, riguardo la localizzazione, contributo interessante giunge da uno studio pubblicato dal Prof. Vincenzo Naymo, che ringrazio per avermene fatto parte, utile anche per, guardando oltre, aprire approfondimento sul curioso toponimo Psychrò

Dunque, dallo studio del prof. Naymo - e consiglio lettura dell'intero contributo: Per la localizzazione del villaggio natale di San Nicodemo del Kellarana, in Rivista Storica Calabrese, Anno XL, nn. 1-2, pp. 221-228, leggiamo: […] La maggior parte degli studiosi (Rossi Taibbi, Arco Magrì) hanno identificato il villaggio natale di S. Nicodemo con Sicari, località oggi disabitata nei pressi di Sinopoli oppure con qualche altro toponimo attestato nel territorio del circondario di Palmi. 

Ora, [...] un documento di età angioina, che rimonta al dicembre 1339 e che contiene la trascrizione integrale di un privilegio feudale risalente al 1302, fornisce un’interessante novità che consentirebbe di porre un ulteriore tassello all’annosa questione. L’atto in questione ha messo in evidenza che nel territorio di Roccella è esistita e esiste tuttora una località Psychrò, oggi Zifrò, sita a breve distanza dal Kellarana. 
E indica due rilevanti circostanze a supporto della localizzazione del villaggio natale:   

• La prima è costituita dal fatto che nel bios del santo si affermi che Nicodemo in età giovanile andò «nella casa dell’Ipponomeo, al grande e taumaturgo Fantino, che viveva in ritiro assieme ad alcuni confratelli». Gli studiosi più autorevoli (Arco Magrì, Guillou, Follieri) hanno identificato tale luogo con il monastero di San Fantino del Pretoriate, che sorgeva sul fiume omonimo (odierno Torbido) e, dunque, a breve distanza dalla zona del Kellarana. Per la Follieri si trattava del monastero di San Fantino del Pretoriate presso Mammola, a brevissima distanza dal monte Kellarana. 
• La seconda circostanza, è rappresentata da una notizia contenuta nella Descrittione del Regno di Napoli del geografo Scipione Mazzella. Il passo fornisce un dato importante: la menzione dell’esistenza, ancora fra XVI e XVII secolo, di una salina o miniera per l’estrazione del sale nella zona fra Motta Gioiosa e Roccella (luogo dove sorgeva Psychrò).

Ergo: lo studio, oltre a offrire una interessante novità riguardo la localizzazione del villaggio Sikròs, offre, e giunge curiosa per Cirò, la circostanza legata al toponimo Psychrò, modo per indicare località afferente probabilmente al clima locale.  

È noto che Cirò, nel passato, veniva denominata Ipsycrò o Psycrò; abbiamo letto che nel territorio di Roccella è esistita, e esiste tuttora, una località Psychrò, oggi Zifrò; esiste, poi, Castelbuono, cittadina in provincia di Palermo che prende denominazione dal castello costruito nel XIV sec.: Sichro, Isicro, Ipsigro, Ypsicro, Ypsigro

L'omonimia del toponimo è una curiosa peculiarità, che offre slancio per Apertura Culturale, oltre che curiosità di ricerca per il nostro territorio, un belvedere che spalanca ad un panorama tutto da scoprire: tre cittadine con la stessa denominazione che, in qualche modo, accomuna tutti in Hypsichronaeus

Una ‘comunione di denominazione’ che merita interazione culturale e, perché no, aprire reti di confronto, apertura amicale tra territori. Tasselli di conoscenza giungono a chiedere risposte credibili, nobilitando approccio identitario e, per Cirò, una reale crescita socio-culturale.  

Ogni sano cambiamento sociale parte dalla Cultura in veritas    

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