mercoledì 13 aprile 2022

Il Vino doc Cirò oltre ogni stereotipo!

E dopo il totem rotante che insulta ogni buongusto di accoglienza nel Paese di Cirò, abuso consentito nonostante la presenza di numerose altre Associazioni in loco, ora l'insulto al territorio di Cirò è stato programmato con stereotipo neomelodicofolk, che non può che denigrare -per come presentato- un territorio, e il suo prodotto d'eccellenza, il VINO!

𝗘𝗿𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗲𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝗺𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗣𝗮𝗲𝘀𝗲? CHI HA AUTORIZZATO CIÒ? Chi pagherà i danni di immagine per l'uso tarallucci e vino del nome di Cirò? Chi pagherà i danni per un prodotto quale il VINO DOC di CIRÒ, eccellenza territoriale riconosciuto e così, in tre minuti, folkloristicamente sminuito? 𝗩𝗶 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮 𝘂𝗻 𝗕𝗮𝗿𝗼𝗹𝗼 𝗳𝗼𝗹𝗸𝗹𝗼𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼? 

Gal kroton, presidente Provincia di Crotone, sindaci dei Comuni di Cirò, Cirò Marina, Strongoli, Rocca di Neto, Melissa, presidente Unpli Crotone, chiedete scusa a CIRÒ, all'intero territorio di Calabria, ai VITICOLTORI, abbiate la decenza di ritirare brano musicato, fare un'etichetta così al vino CIRÒ DOC è inaccettabile, con tutto il rispetto per chi ha questo gusto musicale! Come avete potuto architettare una cosa così sminuente, facendo concorrenza anche a Muccino per stereotipato retaggio di subcultura calabrese? E nessuno dei consociati, compreso quello di Cirò, poteva visionare prima questa musicata, evitare almeno la dicitura dei titoli di coda, in cui si ringrazia anche Cirò Superiore CHE NON ESISTE?! 𝗘𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗖𝗜𝗥𝗢' 𝗲 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗼!!! Esiste il Comune di Cirò Marina, che è un altro Comune, e punto!!! Perché si insiste a confondere la gente? Un marketing fallace è come un boomerang, e i danni sono per il vino e la cultura del territorio!!! 

Dopo i cinghiali che hanno fatto tabula rasa dei terreni agricoli, 'ferendone' l'economia, fenomeno ancora vivo, ora a 'ferire' il VINO ci ha pensato la genialità di una subcultura stereotipata, retaggio di un un'ancestrale intendere folklore, supportato dal bene placido di consociati istituzionali che confondono il sacro con il profano! Occorre ricordare che per folklore viene inteso una proposta consapevole del popolo contro la propria condizione socialmente subalterna - a mio avviso, per alcuni, condizione mentale inguaribile -, che esprime in termini subculturali le lotte per emanciparsene. Per riuscire però a guardare all'emancipazione sociale, liberandosi da lacci settari devastanti, occorre avere uno sguardo intellettualmente alto, e consiglierei lettura di testi dell'antropologo Ernesto de Martino, per riflettere così sui segni dei tempi. 

Non dimentichiamo, altresì, - e in tempo di Settimana Santa giunge opportuno - il significato ambivalente del gallo: se da un lato canta il tragico segnale di tradimento, dall'altro narra la nuova alba che viene!!! 

Chi vorrà conoscere CIRÒ, la sua eccellenza vitivinicola, incontrerà un territorio intriso di poesia, che sa fare emozionare, saprà far perdere gli occhi di chi guarda nell'orizzonte del mare, delle colline, assaggerà le succulenti prelibatezze culinarie, si lascerà penetrare dai frutti odorosi degli uliveti i cui profumi riempiono il Cielo. CIRÒ è un Bene Comune che va valorizzato con visioni altre!!! 

Ergo: 𝗹𝗮 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼, 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗽𝗿𝗼𝗱𝗼𝘁𝘁𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗲𝗿𝗲𝗼𝘁𝗶𝗽𝗶, 𝗹𝗲 𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘃𝗲𝗿𝗮, 𝗯𝘂𝗼𝗻𝗮, 𝘂𝘁𝗶𝗹𝗲! 𝗘𝗺𝗲𝗿𝗴𝗲 𝗰𝗼𝘀ì, 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲, 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗴𝗻𝗶𝘁à 𝗶𝗻𝗻𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮, 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝗻𝗱𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲𝘁à!


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