Il concetto di democrazia diventa sempre più un'opinione. Abbiamo assistito alla concezione di democrazia secondo Trump, con l'assalto di scalmanati da lui aizzati, al palazzo del Congresso degli USA. Stiamo assistendo al concetto di democrazia secondo Putin, per lo zarpresidente consiste nell'impedire al suo oppositore e rivale Alexei Navalny di esistere e, con lui, ai milioni di russi che lo supportano, facendoli arrestare perché manifestano in libertà. Si assiste, altresì, al colpo di Stato in Myanmar, la leader Aung San Suu Kyi, premio nobel per la pace, è stata arrestata dalle forze armate, la cui violenza viene intesa come ordine. Ma in Italia, Repubblica democratica sancita dalla Costituzione, sappiamo fare di meglio: perorare un golpe bianco di oligarchi, che toglie voce al Popolo e ridonda giochi di palazzo, giustificati dal tempo grave che viviamo, riproponendo compagini fotocopia, mentre la povera gente viene lasciata in balia di crisi economica, da anni lacerante, oggi aggravata dalla pandemia. Il motivo della crisi non è dato sapere, elementi di ragionevolezza non sussistono!
La democrazia è valore inestimabile, grondande sangue di chi per questo ideale ha lottato, ha perduto la vita, ha investito amore, ha sognato futuro equo. Si assiste, tuttavia, a girovaghi dell'egoismo che per manie di protagonismo persistono nell'obiettivo di distruggere, dividere, illudere, armati di pugnali da assestare secondo le circostanze, fedeli alla visione dell'ego sum!
Pensare di creare valore sociale trascurando o calpestando valori spirituali, etici, è pura illusione nel dibattito politico. Opportuna riflessione parrebbe quella di riportare precisione nell'abuso linguistico, che molte volte si fa, dei termini: cultura, libertà, democrazia. Il rigore intellettuale non può che soccorrere l’impegno civile: se la cultura non aiuta a trasformare la società, a migliorarla, a donare prospettive e visioni di futuro possibile, liberando dalla confusione, non aiuta alla comprensione, essendo la cultura stessa strumento rivoluzionario. Solo indossando l’abito deciso, di autorevolezza, rilucente della scienza, del pensiero costruttivo, l’uomo potrà abitare le questioni socio-politiche, solo così sarà in grado di fornire strumenti di alto interesse, concreti punti di sviluppo per l’edificazione umana e per la vita della collettività. Occorre saper applicare il dato sapienziale dell’indipendenza ma non essere indifferenti, incardinarsi sul dialogo, sul confronto razionale, capace di controllo critico, supportato da elementi di ragionevolezza, che non si offuschino a contatto con interessi particolari.
Il fine del creare valore sociale è impedire chiusure, fratture ma, contestualmente, saper essere intransigenti sui valori etici. Occorre dire no ad ogni autocrazia, occorre il dialogo della coerenza nel rispetto della verità, occorre la dignità del rispetto!
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