Papa Francesco ha
autorizzato la promulgazione e il riconoscimento delle Virtù Eroiche della Serva di Dio Madre Maria
Antonia Lalìa. Si legge nel Bollettino della Santa Sede: “Ieri, 5 giugno 2015, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in
udienza privata Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Amato,
S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso
dell’udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i
decreti riguardanti […] le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Antonia del
Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Rachele Lalìa), Fondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto; nata a Misilmeri (Italia) il
20 maggio 1839 e morta a Ceglie Messapica (Italia) il 9 aprile 1914”.
Chiusa la prima fase del processo di canonizzazione, che ha dichiarato la Madre “venerabile”, la fase successiva è la dichiarazione di beatificazione, per arrivare alla quale deve essere riconosciuto un miracolo attribuito all'intercessione del venerabile. Se è riconosciuto un altro miracolo, a seguito di una valutazione che ha lo stesso iter e la stessa severità del primo, il beato/a è dichiarato santo/a e il suo culto viene autorizzato ovunque vi sia una comunità di credenti.
Chiusa la prima fase del processo di canonizzazione, che ha dichiarato la Madre “venerabile”, la fase successiva è la dichiarazione di beatificazione, per arrivare alla quale deve essere riconosciuto un miracolo attribuito all'intercessione del venerabile. Se è riconosciuto un altro miracolo, a seguito di una valutazione che ha lo stesso iter e la stessa severità del primo, il beato/a è dichiarato santo/a e il suo culto viene autorizzato ovunque vi sia una comunità di credenti.
Conosciamo meglio Madre
Maria Antonia Lalìa del S. Cuore di Gesù
La Venerabile Suor Maria Antonia Lalìa del S. Cuore di
Gesù nasce a Misilmeri (Palermo) il 20 maggio 1839, battezzata con il nome di Rachele. Con
la famiglia risiedono a Palermo, per ragioni di lavoro del padre magistrato. Rachele nel 1854 venne affidata al Collegio di Maria di
Misilmeri, diretto dalle monache domenicane, per i suoi studi. In quest’ambiente sbocciò in lei la vocazione alla vita religiosa e, due
anni più tardi, nello stesso
Monastero, vestì le bianche lane di San Domenico assumendo, come nome Maria
Antonia “del Sacro Cuore”.
Nell'ottobre del 1857, Suor Maria Antonia Lalìa del S. Cuore di Gesù emise la professione religiosa consacrando così tutta la sua vita al Signore.
Formatasi
fedelmente alla scuola di San Domenico e di Santa Caterina da Siena, cercò di
conformarsi a loro nella vita di preghiera, nell'umiltà, nello spirito di
sacrificio, nello zelo per la salvezza delle anime, nell'ansia di donarsi per
loro fino al martirio.
Numerose grazie mistiche caratterizzarono il primo periodo della sua vita religiosa, tutta dedita alla preghiera, alla penitenza e alla cura della vita regolare nel monastero. Animata da un impulso che le veniva dall'alto, sentì che doveva prodigarsi per la salvezza delle anime e per corrispondervi fece tesoro di ogni mezzo e di ogni occasione che la provvidenza le andava offrendo.
All'età di 26 anni fu eletta all'unanimità Superiora del Monastero, ufficio che ricoprì per 24 anni continui. In questo periodo si sentì ispirata a scrivere a Napoleone III per pregarlo di sostenere e difendere il Sommo Pontefice nell'esercizio del suo ministero di Pastore universale, contro gli attacchi delle varie potenze. Durante gli anni difficili del Risorgimento italiano e degli avvenimenti che portarono all'unità d'Italia, dovette sostenere dure lotte per difendere il Collegio di Maria, di cui era direttrice, contro i soprusi delle autorità governative nazionali e locali.
Il 2 maggio del 1877, la Serva di Dio mentre era in orazione davanti al Santissimo Sacramento, fu rapita in estasi ed ebbe l'ispirazione di pregare per la Russia e di scrivere allo Zar Alessandro II, perché le concedesse la facoltà di fondare un collegio di Maria a Pietroburgo per l'educazione cristiana delle bambine russe. Nell'agosto del 1882 fu provvidenzialmente affidata alla direzione spirituale del domenicano P. Vincenzo Lombardo. Con la sua approvazione, nell'aprile del 1890, liberata dal suo ufficio di Superiora, poté pensare finalmente all'attuazione del suo sogno missionario.
Il 4 settembre del 1891 giunse a Roma, prima tappa ‑ pensava ‑ nel cammino verso la Russia, priva di denaro, ma ricca di fede, totalmente abbandonata nelle mani della Divina Provvidenza. Il 5 settembre, a S. Maria sopra Minerva, ebbe un incontro con il Maestro del S. Palazzo Apostolico, il domenicano Padre Alberto Lepidi, il quale le rivolse le profetiche parole: "In Russia andranno le tue figlie, non tu. La tua Russia sarà Roma". Egli, prese subito molto sul serio la Serva di Dio: ne provò la virtù, la illuminò nei suoi progetti, prese in seria considerazione le sue ardenti aspirazioni e le suggerì di fondare a Roma una Congregazione, nella quale formare future missionarie secondo la spiritualità domenicana e cateriniana.
Il
convento di S. Sisto, che la Madre ricevette in affido dai Padri Domenicani
Irlandesi, divenne la prima “fucina” per la preparazione di suore animate dall'anelito missionario, che s’impegnassero a pregare e a vivere una vita
interamente consacrata per l’unità della Chiesa.
La
Congregazione nacque dall'ardore ecumenico di Madre Lalìa e fu fondata a Roma
il 17 gennaio 1893, nell'antico convento di S. Sisto Vecchio, già abitato dal
Santo Padre Domenico di Guzmàn, fondatore dell’Ordine dei Frati
Predicatori. Dal Convento prese il nome “Suore Domenicane
Missionarie di S. Sisto”.
È di Diritto Pontificio e fa parte della grande Famiglia Domenicana. La
Congregazione fu aggregata all'Ordine dei Predicatori l’8 novembre 1903. Il
Decreto di lode risale al 10 febbraio 1936 e l’approvazione definitiva delle
Costituzioni al 28 giugno 1943. In conformità alle direttive del Concilio
Vaticano II e attenendosi alle norme del diritto canonico, il 2 febbraio 1986
il testo fu ulteriormente modificato, approvato e confermato.
Vivo desiderio di Madre
Lalìa fu di consacrare le energie proprie e delle sue figlie per la sublime
causa dell'unità della Chiesa: “[...] lo scopo di questa nascente miserabile
nostra casa di San Sisto e delle altre nostre casette sarà l'apostolato con i
sacrifici, con le opere e con la preghiera per la riunione delle Chiese
dissidenti al seno santissimo della nostra Chiesa”.
Il 9 aprile 1914, nell'Istituto "Sacro Cuore" di
Ceglie Messapico, rese serenamente la sua anima a Dio. Le venerate spoglie furono
deposte nel cimitero comunale di Ceglie Messapico, dove rimasero fino al 22
luglio 1939. In tale data la
Congregazione, dopo aver reso il dovuto omaggio, fece traslare le spoglie
mortali della Fondatrice dal cimitero di Ceglie Messapico a Roma e tumulate nella
storica aula capitolare di San Sisto Vecchio il 22 luglio 1939.
[Foto: Madre Maria Antonia Lalìa]
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