giovedì 11 giugno 2015

Papa Francesco promulga le virtù eroiche di Madre Maria Antonia Lalìa


Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione e il riconoscimento delle Virtù Eroiche della Serva di Dio Madre Maria Antonia Lalìa.   Si legge nel Bollettino della Santa Sede: “Ieri, 5 giugno 2015, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza privata Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel corso dell’udienza il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i decreti riguardanti […] le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Antonia del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Rachele Lalìa), Fondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto; nata a Misilmeri (Italia) il 20 maggio 1839 e morta a Ceglie Messapica (Italia) il 9 aprile 1914”.

Chiusa la prima fase del processo di canonizzazione, che ha dichiarato la Madre “venerabile”, la fase successiva è la dichiarazione di beatificazione, per arrivare alla quale deve essere riconosciuto un miracolo attribuito all'intercessione del venerabile. Se è riconosciuto un altro miracolo, a seguito di una valutazione che ha lo stesso iter e la stessa severità del primo, il beato/a è dichiarato santo/a e il suo culto viene autorizzato ovunque vi sia una comunità di credenti.

Conosciamo meglio Madre Maria Antonia Lalìa del S. Cuore di Gesù

La Venerabile Suor Maria Antonia Lalìa del S. Cuore di Gesù nasce a Misilmeri (Palermo) il 20 maggio 1839, battezzata con il nome di Rachele. Con la famiglia risiedono a Palermo, per ragioni di lavoro del padre magistrato. Rachele nel 1854 venne affidata al Collegio di Maria di Misilmeri, diretto dalle monache domenicane, per i suoi studi. In quest’ambiente sbocciò in lei la vocazione alla vita religiosa e, due anni più tardi, nello stesso Monastero, vestì le bianche lane di San Domenico assumendo, come nome Maria Antonia “del Sacro Cuore”.

Nell'ottobre del 1857, Suor Maria Antonia Lalìa del S. Cuore di Gesù emise la professione religiosa consacrando così tutta la sua vita al Signore.

Formatasi fedelmente alla scuola di San Domenico e di Santa Caterina da Siena, cercò di conformarsi a loro nella vita di preghiera, nell'umiltà, nello spirito di sacrificio, nello zelo per la salvezza delle anime, nell'ansia di donarsi per loro fino al martirio.

Numerose grazie mistiche caratterizzarono il primo periodo della sua vita religiosa, tutta dedita alla preghiera, alla penitenza e alla cura della vita regolare nel monastero. Animata da un impulso che le veniva dall'alto, sentì che doveva prodigarsi per la salvezza delle anime e per corrispondervi fece tesoro di ogni mezzo e di ogni occasione che la provvidenza le andava offrendo.

All'età di 26 anni fu eletta all'unanimità Superiora del Monastero, ufficio che ricoprì per 24 anni continui. In questo periodo si sentì ispirata a scrivere a Napoleone III per pregarlo di sostenere e difendere il Sommo Pontefice nell'esercizio del suo ministero di Pastore universale, contro gli attacchi delle varie potenze. Durante gli anni difficili del Risorgimento italiano e degli avvenimenti che portarono all'unità d'Italia, dovette sostenere dure lotte per difendere il Collegio di Maria, di cui era direttrice, contro i soprusi delle autorità governative nazionali e locali.

Il 2 maggio del 1877, la Serva di Dio mentre era in orazione davanti al Santissimo Sacramento, fu rapita in estasi ed ebbe l'ispirazione di pregare per la Russia e di scrivere allo Zar Alessandro II, perché le concedesse la facoltà di fondare un collegio di Maria a Pietroburgo per l'educazione cristiana delle bambine russe. Nell'agosto del 1882 fu provvidenzialmente affidata alla direzione spirituale del domenicano P. Vincenzo Lombardo. Con la sua approvazione, nell'aprile del 1890, liberata dal suo ufficio di Superiora, poté pensare finalmente all'attuazione del suo sogno missionario.

Il 4 settembre del 1891 giunse a Roma, prima tappa ‑ pensava ‑ nel cammino verso la Russia, priva di denaro, ma ricca di fede, totalmente abbandonata nelle mani della Divina Provvidenza.  Il 5 settembre, a S. Maria sopra Minerva, ebbe un incontro con il Maestro del S. Palazzo Apostolico, il domenicano Padre Alberto Lepidi, il quale le rivolse le profetiche parole: "In Russia andranno le tue figlie, non tu. La tua Russia sarà Roma". Egli, prese subito molto sul serio la Serva di Dio: ne provò la virtù, la illuminò nei suoi progetti, prese in seria considerazione le sue ardenti aspirazioni e le suggerì di fondare a Roma una Congregazione, nella quale formare future missionarie secondo la spiritualità domenicana e cateriniana.

Il convento di S. Sisto, che la Madre ricevette in affido dai Padri Domenicani Irlandesi, divenne la prima “fucina” per la preparazione di suore animate dall'anelito missionario, che s’impegnassero a pregare e a vivere una vita interamente consacrata per l’unità della Chiesa.

La Congregazione nacque dall'ardore ecumenico di Madre Lalìa e fu fondata a Roma il 17 gennaio 1893, nell'antico convento di S. Sisto Vecchio, già abitato dal Santo Padre Domenico di Guzmàn, fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori. Dal Convento prese il nome “Suore Domenicane Missionarie di S. Sisto”. È di Diritto Pontificio e fa parte della grande Famiglia Domenicana. La Congregazione fu aggregata all'Ordine dei Predicatori l’8 novembre 1903. Il Decreto di lode risale al 10 febbraio 1936 e l’approvazione definitiva delle Costituzioni al 28 giugno 1943. In conformità alle direttive del Concilio Vaticano II e attenendosi alle norme del diritto canonico, il 2 febbraio 1986 il testo fu ulteriormente modificato, approvato e confermato.

Vivo desiderio di Madre Lalìa fu di consacrare le energie proprie e delle sue figlie per la sublime causa dell'unità della Chiesa: “[...] lo scopo di questa nascente miserabile nostra casa di San Sisto e delle altre nostre casette sarà l'apostolato con i sacrifici, con le opere e con la preghiera per la riunione delle Chiese dissidenti al seno santissimo della nostra Chiesa”.

Il 9 aprile 1914, nell'Istituto "Sacro Cuore" di Ceglie Messapico, rese serenamente la sua anima a Dio. Le venerate spoglie furono deposte nel cimitero comunale di Ceglie Messapico, dove rimasero fino al 22 luglio 1939. In tale data la Congregazione, dopo aver  reso il dovuto omaggio, fece traslare le spoglie mortali della Fondatrice dal cimitero di Ceglie Messapico a Roma e tumulate nella storica aula capitolare di San Sisto Vecchio il 22 luglio 1939.  

[Foto: Madre Maria Antonia Lalìa]       


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