lunedì 24 settembre 2012

L’indegnità degli speculatori della politica



Com’è auspicabile il progresso costruttivo di un paese, il suo sviluppo economico quando ci si distacca dalla realtà del quotidiano? Come non soffrire nel vedere un bene, cui appartieni e che ti appartiene, scivolare alla mercé della qualunque nell’incuria gestionale, e pensare di portarsi avanti a dispetto di tutto e di tutti? Di troppe incoerenze, frutto anche di infantili personalismi politici, dediti all’egoismo concentrico, così come al do ut des, siamo soggetti, ma perché coinvolgere tutto e tutti? 

Non è solamente sconvolgente, piuttosto direi altamente ‘allucinante’ sopravvivere in una precarietà di cura amministrativa, uno schiaffo di fronte alla dilagante disoccupazione, inadeguatezza sociale legata e alla insalubrità ambientale, e alla ormai atavica problematica, quale quella della questione morale. C’è la crisi e bisogna risparmiare, va bene, i sacrifici sono tutti condivisibili però se effettivamente si condividono, perché  figli e figliastri e mentalità che non appartengono al costruire il bene comune, non sono accettabili.

È mai possibile in un prezioso gioiello qual è l’Italia, per storia, cultura e tradizione, è mai possibile vivere sempre in stato di primitivo esistere egocentrico, fermo su corporazioni e consociazioni clientelari con l’unico obiettivo di detenere il potere per loro stessi e usufruire di lauti compensi economici e poi a che pro? Niente è eterno in questa vita, ancor meno il pensiero di gestione della cosa pubblica a tempo indeterminato. Perché lasciare che la gente si metta contro la gente del proprio paese?

Nessun essere umano è chiamato a rassegnarsi all’arroganza della sorda indifferenza, nessun essere umano con un briciolo di dignità può, silente, rassegnarsi ad accettare un trattamento di assoluta relatività comportamentale, nessuna persona degna può e potrà mai assuefarsi all’ignoranza dell’arroganza prepotente, nessun essere umano è chiamato ad accettare ‘compromessi’ che non siano edificanti e pro bonum totius.

La disarmonia regna nella mia bella terra, in qualche modo si è riusciti ad alimentare una feroce frammentazione nella cittadinanza, un’assurda realtà di schieramenti, fatto apposta per disattendere ogni responsabilità d’azione che sia di costrutto. Non vedere l’evidenza significa ignorare di volere il bene comune, trascurarlo e andare avanti è condizione peggiore, poiché denota volontà alla coltivazione del proprio orto che, quindi, non è più bene comune ma bene proprio!

Tutto è prestato nella cosa pubblica, nulla è di proprietà o di gestione discrezionale, tanto meno si può rendere nocumento al bene della cosa pubblica.

È chiedere troppo sperare di vivere il proprio paese come paese civile, in cui se si evidenziano le difficoltà si cerca di verificare come risolvere le problematiche piuttosto che negare l’evidenza? E non è un bene personale evidenziare, ma è per il bene di tutti. Cosa è necessario fare per arrivare a far comprendere che l’amore per il proprio paese che ‘dona’ l’onore della sua gestione è una responsabilità a disposizione e servizio della collettività e non un bene personale da gestire a seconda dell’amicizia più influente da interpellare? Scriveva s. Caterina da Siena per incoraggiare alla giustizia tutti coloro che si occupavano della cosa pubblica: "Levatevi dal timore servile, levatevi dal timore servile, non è tempo di dormire!" Cultura è, prima di ogni altra cosa, cura del proprio territorio in toto e alimentare settarismi e poca comprensione delle realtà di bisogno del paese è semplicemente pochezza e mediocrità d’intenti.

Avere cura di ciò che non è il ‘mio’ ma il ‘nostro’ non può che edificare e rendere frutto a qualsiasi progetto propositivo di sviluppo, soprattutto se alimentato nell’armonia della collettività, poiché siamo chiamati a essere portatori sani di valori e alle nostre radici, alla nostra storia, dobbiamo essere grati per il suo essersi mantenuta fonte genuina di bellezza naturale che ispira e che respira di bene. Ascoltare è elemento di fecondità e se non ci si sente in grado, non si deve andare avanti con l’arroganza del: è il sistema! Tanto meno con creative interpretazioni dovute all'incapacità d’agire, fantasiose e imbarazzanti spiegazioni di lucignola derivazione. Questo non porta da nessuna parte, né politicamente, né umanamente. Ci si deve ascoltare nella verità e senza l’ausilio di supporti poco trasparenti o interessi di parte. La terra natia chiede di essere amata e curata, le persone che la abitano altrettanto!

[Foto: Michelangelo - Cappella Sistina, Giudizio Universale, dettaglio Minosse]

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