Egli, infatti, fu autore di numerose opere, presentate approfonditamente e per esteso nel volume celebrativo “Luigi Siciliani, un poeta e scrittore calabrese tra classicità e decadentismo”, curato dal Prof. Franco Liguori, storico, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. Poesie, lettere, racconti, novelle rendono esplicito l’animo intimista del poeta, così come il legame con le sue radici. Affascinato dal mondo classico, se ne lascia trasportare e, in armoniose sillogi, ne esplica l’ardore. Il volume, ricco di fonti originali, permette di penetrare i meandri del crescendo intellettuale del poeta, il suo cercare e cercarsi anche attraverso la narrativa dei suoi racconti, come anche nei rapporti intensi che ebbe con numerose personalità del mondo della cultura alta.
Luigi Siciliani mise il suo talento e professionalità a disposizione della patria intera, sia letterariamente sia attraverso il suo impegno politico. Dopo avere conseguito la maturità presso il Liceo di Catanzaro, si trasferì al Collegio Nazareno di Roma, dove iniziò la sua brillante attività letteraria. Conseguì la laurea in giurisprudenza e quella in lettere. Nel 1907 si trasferì a Milano, dove fondò, con Gualtiero Castellani, Enrico Corradini, Scipio Sighele, Luigi Federzoni e altri, l’Associazione Nazionalista Italiana e il settimanale interventista “Il Tricolore”. Accorse volontario allo scoppio della guerra; visse in trincea, partecipò alla battaglia che fu detta di Santa Gorizia e, dopo avere raggiunto il grado di capitano di fanteria, fu chiamato al Comando supremo e destinato alla propaganda. A guerra finita, proseguì l’attività politica nell’Associazione Nazionalista. Partecipò con Gabriele D’Annunzio alla leggendaria impresa di Fiume e nel 1919 fu eletto Deputato a Catanzaro in una lista di reduci e combattenti. Alla Camera fece parte del gruppo di Rinnovamento e fu uno dei 15 deputati che votò contro il Trattato di Rapallo. Confermato nella legislatura successiva, fece parte del Gruppo Nazionalista del quale fu anche vice presidente. Nel 1922-23 fu Sottosegretario alla Pubblica Istruzione e Belle Arti nel gabinetto Facta.
Notevole fu l’apporto del Siciliani alla vita letteraria italiana. Nel 1906 pubblicò due volumi di versi “Sogni pagani” e “Rime della lontananza”. Nel 1907, il primo volume di traduzioni, una raccolta di brevi poesie tradotte in italiano dal greco e dal latino, dal tedesco, dal portoghese. Nel 1908 “Arida nutrice”, raccolta di “Poesie intime sulla Calabria”, nel 1909 “Poesie per ridere”, nel 1911 “L’amore oltre la morte”, nel 1920 “Per consolare l’anima mia”, nel 1923 “L’altare del Fauno”. La sua attività si estese anche al romanzo: “Giovanni Francica” del 1910, e a saggi di vario argomento: “Studi e saggi” del 1913, “Confessione e battaglie” e “Volti del nemico” del 1918.
Fu molto apprezzato anche come giornalista, critico letterario e conferenziere. Una preziosa miniera è costituita dalla sua corrispondenza con i letterati più eminenti del tempo: Gabriele D’Annunzio, Giovanni Pascoli, Guido Gozzano, Miguel De Unamuno, Federico De Roberto, F. Marinetti, Marino Moretti, Massimo Bontempelli, G. A. Borgese, Salvatore Di Giacomo, Ada Negri, Emilio Cecchi, Boccioni, De Bosis, e altri.
Nel 1977, l’editore Einaudi ha ristampato “Poeti erotici dell’antologia palatina” con un’introduzione di Glauco Viazzi. Le “Lettere di Giovanni Pascoli a Luigi Siciliani” (68 lettere) sono state pubblicate nel 1979 a cura di Enrico Ghidetti (Ed. Sansoni).
[Foto: Luigi Siciliani]
Cfr. Maria Francesca Carnea, Cirò. Storia, Cultura, Tradizioni. Tracce di Noi, Ed. VivereIn, 2011, pp. 39-40.
Cfr. Franco Liguori, Luigi Siciliani, un poeta e scrittore calabrese tra classicità e decadentismo, Ed. Archivio Siciliani, 2011.
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