Nel processo evolutivo dell'economia italiana, fino agli inizi degli anni '70, lo Stato ha compiuto uno sforzo a sostegno dell'industrializzazione meridionale con l'intento di attuare un cambiamento sociale capace di superare il "particolarismo e il clientelismo". Terminato però il fumo negli occhi di chi magari, credeva in questo sviluppo, venne ridotto il peso degli aiuti alle attività produttive e di conseguenza venne a crescere l'intervento assistenzialistico. Nel Mezzogiorno la classe politica gestiva flusso di risorse pubbliche e questo come titolo di consolidamento di potere e poltrone.
Di conseguenza, la costruzione dello stato sociale ha portato nel sud a rafforzare l'uso clientelare della spesa. Ciò ha fatto crescere l'inefficienza delle istituzioni e dei servizi pubblici, portando sempre di più singoli e famiglie verso attività che fossero dipendenti dalla politica, forse un po’ più comode e meno rischiose di autonome attività di mercato. Si avverte ancora più che nel passato la volontà effettiva di fuoriuscire dalla schiavitù pressante di una politica economica ingabbiata e incapace di far sì che il Sud si esprima liberamente per quello che possiede in risorse naturali. Non c'è solo da attirare il capitale esterno con incentivi e con forme di flessibilità salariale e normativa. Bisognerebbe collegare queste misure a ciò che già prova a muoversi nel sud, nel mercato del turismo e dell'agricoltura e in quello del piccolo artigianato e delle piccole imprese, per dare più forza a questo settore.
Una buona prospettiva non può perdersi nella precarietà di quella logica assistenzialistica che necessita di essere superata in quanto non produttiva di occupazione e infamante della dignità di chi cerca lavoro e non assistenza. Uno dei più grandi economisti di questo secolo Vilfredo Pareto sosteneva, con grande impegno intellettuale, che ogni eccesso, sia nel positivo che nel negativo, comporta necessariamente delle conseguenze nei mercati; per cui il raggiungimento di un equilibrio è il primario punto di riferimento per la realizzazione proficua di ogni intervento economico.
Caravaggio - Bacco |
Si parte quindi da una base di equilibrio, gridata e richiesta ormai da anni ma ancora "volontariamente" non considerata, forse perché il problema del disastro economico del Mezzogiorno è troppo impegnativo: occorrono meno parole e più fatti. A fronte della domanda, l'offerta poverissima non trova nemmeno necessità d'esistere. Ben venga l'Europa se così deve essere, ma ben venga e forse a maggior ragione quella capacità di equilibrio che porta a considerare che non si può accedere ad un futuro di unione europea puntando solo su una moneta comune senza una politica di comunione, senza pensare che buonissima parte dell'Italia non ha la base "elementare per sopravvivere in un'economia che si vede sprovvisti di un lavoro, orfani di un'offerta che non c'è e carichi di una domanda di occupazione che rappresenta un rischioso campanello d'allarme.
Non si può pensare all'Europa, quindi a qualcosa che è fuori di noi, senza considerare con giusta accortezza ciò che è dentro di noi: l'Italia nord-sud; senza considerare la grande emergenza che si grida nelle famiglie e nella disperazione di una popolazione che non arriva a potercela fare, schiacciata sempre più dalla scarsa attenzione e superficialità che troppe volte calpesta in dignità umana. Un Mezzogiorno che non può più accettare di essere non considerato; non può più accettare parole; non può più vedersi calpestato nella nobile dignità che lo contraddistingue. Si continua a parlare del "problema" Mezzogiorno, ma perché continuare a considerarlo un problema? Un problema è tale quando nessuna soluzione si prospetta nella sua risoluzione. Perché non pensare che il Mezzogiorno economicamente è, (comunque può divenire) una ricchissima risorsa? Perché non considerare l'agricoltura come fonte primaria di ricchezza e il turismo come incentivo di un grande benessere economico?
Ogni meta raggiunta può essere principio di un nuovo percorso e il Mezzogiorno economicamente può essere principio di questo nuovo percorso poiché esiste una Italia che a sud vuole realizzarsi.
Ogni meta raggiunta può essere principio di un nuovo percorso e il Mezzogiorno economicamente può essere principio di questo nuovo percorso poiché esiste una Italia che a sud vuole realizzarsi.
[Foto: Cornucopia - Mitologia greca]
(Pubbl. su L’Attualità, Giugno 1998)
Nessun commento:
Posta un commento