Le
narrative saranno sempre diverse, per stile e metodi, ma con chi ha creduto di
avere a che fare visto le sue esternazioni? Conosce per caso la sottoscritta,
Dott.ssa CARNEA?
E a
prova che sicuramente le narrative saranno sempre diverse, riporto per esempio:
“Basti ricordare che il calendario, cosiddetto “Gregoriano”, perché voluto dal
mio predecessore Gregorio XIII, attualmente in uso in tutto il mondo, fu
elaborato nel 1582 dal P. Cristoforo Clavio, professore del Collegio Romano.
(S.S. Papa Benedetto XVI, Discorso in
visita alla Pontificia Università Gregoriana, 6 novembre 2006).
La mia
disamina, in cui non faccio minino riferimento al VIZZA, ma si è sentito
interpellato, per un argomento che crede di aver incarnato, o di averne esclusiva -il compianto Prof. Egidio Mezzi avrebbe tanto da dire-, disamina, -la mia- in cui esplicito pubblicamente tra l’altro apprezzamento
per il tanto lavoro che si è cercato di produrre, in Cirò, sulla figura di
Luigi Lilio, ma -proprio a ragione di maggiore valorizzazione della elevatezza
di Lilio- non reputo bastante l’impegno, e sollecito esplicitamente, con la
passione che mi contraddistingue, a approfondirne conoscenza, lo esplicito
chiaramente con lectio in video, e
nell’articolo
pubblicato.
Saper ascoltare e saper leggere aiuta a una comprensione chiara, l’intelligibilità di testo e video è esplicita. Abbraccia necessario richiamo a più settori del percorso storico che conduce alla figura di Lilio, un metodo analitico che consiglio, atto ad aprire orizzonti alla buona conoscenza che non può essere ridotta a un ‘tweet’, o a un ‘è così e basta’, piuttosto conduce a un più nutrito sistema di elaborazioni concettuali, storiche, e analisi da, necessariamente, congiungere a capacità critica. Alla ‘teoria del faro’ ho fatto riferimento esplicito, ed è un metodo scientifico che aiuta a capire, ma certo può essere cosa complessa. Complessa sicuramente ma non rapportabile al grado di confusione cui la replica del VIZZA -pubblicato sui social e su IlCirotano (1 ottobre 2023) portale online che non mi ha ancora concesso il diritto di replica-, ha inteso gettare la questione, alimentando storture con inappropriati commenti social, attribuendomi sue interpretazioni, tese a screditare la mia persona e professionalità. E ricordo a VIZZA che S. Nicodemo da Sikròs, nello studio dalla sottoscritta ampiamente trattato, è documentato. S. Nicodemo non è nato a Cirò.
Vengo
a DIRIMERE le questioni cui ha voluto replicare il VIZZA, con la serietà che mi
contraddistingue, e contraddistingue i miei lavori. Evito di elencare
auto-incensazioni biografiche a favore di tifoserie, le mie produzioni
intellettuali sono pubbliche e consultabili, note anche ai tanti che nessun
merito hanno, se non arrampicarsi a beni e capacità di altri.
Ho
esortato nell'argomento trattato, ed esplicitamente ad una più completa
conoscenza, ho esortato a dirimere e non a cercare una improbabile
contestazione nei cui punti vado a replicare. Non mi dilungo, questioni saranno
sicuro oggetto di argomentazioni improprie atte a confondere, e a divulgare, a
favore di ‘tifo’ ricercato, un sostegno altamente qualificato alla claque, ma solo a quella, poiché non
supportati intellettualmente da oggettivi elementi di ragionevolezza.
Superficiali
e inconsistenti, a mio avviso, rimangono le argomentazione addotte dal VIZZA a
replica alla mia composita relazione e che non sanano la quaestio disputanda su
Luigi Lilio, permane una tesi l’attribuzione dei suoi natali.
In
sintesi rispondo ai singoli punti elencati:
1. Della data 1575 come inizio lavori della commissione ne riportano diversi studi, cito Agostino Borromeo: “Per risolvere il problema del calendario, G. XIII nominò una commissione in data non posteriore al 1575. Nella fase iniziale essa fu presieduta dal vescovo di Sora, Tomaso Giglio, cui successe - a partire, sembra, dal 1576 -, il cardinale Sirleto. Ne facevano parte giuristi, teologi e matematici: fra questi ultimi il domenicano I. Danti e il gesuita tedesco Cristoforo Clavius”. (Gregorio XIII, in Enciclopedia dei papi, III, Roma 2000, pp. 200-202). Se, come replica VIZZA, la Commissione è istituita nel 1572 e Luigi Lilio muore nel 1574, bisogna supporre che egli -L. Lilio- fosse ancora vivo. Perché dunque avrebbe mandato il fratello Antonio in Commissione a rappresentarlo? Come la mettiamo?! Si risponde da solo.
2/5-
Circa espressione: ‘attenzione, il Papa non nominò, né incaricò Aloisius
Lilius’. Ne tratta Giovan Francesco Pugliese, affermando che invitò L. Lilio,
quindi una sorta di nomina, incarico, ne riporto ampiamente nella relazione. Lo
storico di Cirò, Giovan Francesco Pugliese, da cui tutti apprendiamo qualcosa,
e a cui tutti dobbiamo tanto, dico tutti, poiché è il suo testo la fonte
storica che riporta della storia di Cirò, compreso Giano Lacinio. A Giovan
Francesco Pugliese è necessario dare giusto apprezzato riconoscimento, essere
grati, poiché ci ha trasmesso il Suo sapere storico, spunti essenziali che –
naturalmente - bisogna aggiornare alla luce del cammino naturale cui la storia
conduce.
3-
Degli studi di Romano Gatto ne ebbi relazione dal caro prof. Pietro De Leo,
anch’egli presente nella circostanza del convegno svoltosi in Cirò. E per amor
di verità, l’amico, Prof. De Leo, mi confidava, che sarebbe stato necessario
approfondimento della storia e persona di Lilio perché ancora non compiutamente
conosciuto per chi fosse, e di dove fosse. Ed è il mio stesso intendere,
argomentato. Romano Gatto, so bene quindi che non fu presente al convegno, ma
nella sua relazione chiarisce, e ne riporto in relazione dettagli, che i
miglioramenti di Clavius, non
interessarono l’architettura del ciclo delle epatte ideato da Lilius, ma il calcolo.
4-
Rimane certo complessa e un pò ingombrante la figura di Copernico ma tant’è la
complessità tant’è l’opportunità che la si calcoli. Ed è nota l’avversità a
Copernico dalla Chiesa in quel tempo e per quali motivi che non mi soffermo a
ripetere.
6-
Circa il monumento funebre e l’attribuzione del nome alla persona genuflessa.
Con la bolla “Inter gravissimas”,
riportata da VIZZA: “Pertanto mentre anch’io, fiducioso nell’aiuto divino connesso
alla mia carica che benché indegno mi ha concesso, pensavo di occuparmi della
faccenda con la dovuta diligenza e preoccupazione, mi fu portato dal mio figlio
diletto Antonio Lilio, dottore in arti e medicina, il libro scritto tempo prima
dal suo fratello germano Luigi”, mi sembra chiaro, il Papa narra semplicemente
l’epilogo della riforma e indica nome di A. e L. Lilio. Da ciò non può derivare
l'attribuzione alla persona genufelssa, la materialità del 'portare' è semplice
indotta interpretazione. La trovo una mera, superficiale interpretazione. E non
certamente Carlo Francesco Mellone, autore del basamento, non
l’erroneamente, citato da VIZZA,
Rusconi, sconfessa il papa, ma riproduce semplicemente un monumento celebrativo.
Ricordo che la Commissione aveva il suo Presidente che, in genere, - negli
ambienti - è colui che consegna gli atti.
7-
Hypsichronaeus è e rimane, a mio
avviso, una qualità, caratteristica della persona, certamente elevata,
definizione non quindi riconducibile a Cirò, essendo Hypsichròn frazione di Cirò che, ripeto, a quei tempi era
ben conosciuta con la sua denominazione Cirò, dallo stesso papa Gregorio XIII.
Ne esplicito chiaramente in relazione.
VIZZA
poi aggiunge: “che Lilio sia nato a Cirò è un fatto oramai appurato da tempo
immemore”, immemore, lo trovo concetto di arbitraio, e non attribuibile a
quanti lo fanno nativo di altre località, ne ho trattato. E prosegue VIZZA: “Hypsichronaeus citato da Clavio
significa da Cirò o cirotano, poiché Hypsichròn nel 1500 era il nome da cui è
derivata la parola Cirò”. Mi dispiace, è l’errore topico, mera interpretazione
non supportata da elementi di ragionevolezza che criteri scientifici
richiedono, e ampiamente chiarito nella mia disamina, tanto più che Cirò,
antica Chone, già nel 1579, godeva della sua denominazione riportata dallo
stesso Gregorio XIII a conferma erezione del Convento dei Minini in terra Cirò.
Di
Casopero, e lettera ad Alvise Baldassarre, come chiama Lilio, riportata sempre
dallo storico Giovan Francesco Pugliese, e ripeto a Lui dobbiamo molto, ne ho
trattato e alla stessa relazione rimando.
E
mentre evidenziavo -ponendo analogie di definizione Hypsichronaeus con altre località che hanno stessa definizione,
mera comparazione atta a sollecitare riflessione, non attribuzioni - auspicando
ragionamenti alti, e che considerassero l’improbabilità di attribuzione di
luogo in quell’intendimento, il suo uso non può essere legato al luogo
d’origine poiché al tempo era nota la definizione di Cirò - VIZZA riporta la
relazione finale della Commissione con le firme autografe dei membri che ne
fecero parte: “Io Antonio Lilio dottore di medicina e delle arti, fratello di
Luigi, calabrese”. Domanda: forse Antonio Lilio non chiarendo, non
conosceva il suo luogo d’origine, e ne dà generico riferimento di 'calabrese'?
Manca esplicitamente il 'da' dove.
Circa
il linguaggio ecclesiastico, e ne conosco qualcosa è, di consuetudine, molto
preciso, mai approssimativo. Lo stesso Gregorio XIII quando concede, e lo
riporto nella disamina, atto fondativo del Convento dei Minini scrive: terra di Cirò, Umbriaticensis diocesi.
Anche qui si commenta da solo.
Ergo:
tali argomenti, aimeh, non assurgono ad alcuna determinazione del luogo di
nascita di Luigi Lilio, mera interpretazione supportata da postille di
induzione alla determinazione voluta. Ciò non rientra affatto nella
determinazione della storia che deve essere approfondita.
8-
Circa i cognomi, la risposta non è implicita. I cognomi non erano di uso
corrente al tempo in cui nasce Lilio. A cosa si deve il suo? Patronimico,
toponimico, titolo? Ne ho trattato ampiamente. Ma la risposta non c’è, non si
dà.
9-
Circa il ‘Se Clavio non lo avesse citato’. Clavio lo cita con gratitudine
Lilio, riconoscendolo essere autore della riforma, il riferimento è alla sua
gratitudine, chiara onestà intellettuale. È scontato che il papa lo citasse
posponendolo però al nome di Antonio. Ho rimarcato, e volutamente, la stima di
Clavio a Luigi Lilio. Si commenta da sola la capziosa interpretazione al
riferimento.
Ho
piacere quando si sollecitano questioni, è auspicabile alimentare sano
intendere cultura a favore del territorio e rispetto per la propria gente, che
si deve poter volere edotta, per cui ho sempre dato mia disponibilità, tuttavia
non posso avere alcun diletto, alcuno, quando si sollecitano questioni operando
con l’intenzione precipua di dare discredito alla persona che ne tratta e alsuo
nome.
Si
pensa davvero che denigrando lavori e mia Persona, si renda più credibile chi
agisce nei termini di nocumento? Credo di essere stata CHIARA!
Lo
scrivevo già, l’argomento Luigi Lilio è un italico matematico mistero, e va
riletto. La sottoscritta mai manca di rispetto, il mio stile è coerente, ma
certamente si è chiamati a interrogarsi su questioni che, nonostante replica posta
da VIZZA, non è esaustiva per dirimere la Quaestio
disputanda, quale attualmente rimane la tesi su Luigi Lilio.
Ho
precipuamente sollecitato ad approfondire argomento, ponendo questioni
ragionate, manca innanzi tutto lo sguardo a testo e contesto. Manca il cosa
sappiamo della genialità di Lilio prima della riforma del calendario, chi è
costui, e ciò che viene addotto come comprova di natali non ha supporto
documentale, ma mera interpretazione.
Comunque,
e in genere, bisogna avere rispetto della Persona/e prima che della scienza. La
verità è luminosa, e gradualmente si arriva a palesare splendore. Occorre farsi
persuasi di un dato: le parole rivelano gli uomini, l’agire rivela i grandi
uomini. E, con Girolamo Savonarola, la verità è la perfezione del nostro
intelletto e la purezza della coscienza, è la disposizione necessaria per
ricevere la verità, quanto più l'uomo è purificato dagli attaccamenti terreni,
tanto più conosce e abbraccia le verità e allontana le falsità da se stesso.
Dott.ssa Maria Francesca CARNEA
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