Per istruire si deve prima, con serietà, educare se stessi alla responsabilità etica, essere attenti, autorevoli, formati, quindi conoscere il significato fattivo del fare cultura. Viviamo, a livello Nazionale, la fragilità del tempo covid in ogni categoria, i più colpiti però sono bambini, adolescenti, studenti che subiscono disagio sociale reale. La scuola in Dad per bambini e adolescenti è incapace di offrire formazione di costrutto. Propone uno sforzo surreale, che non si può chiedere a tali classi di età, che sfuggono alla concentrazione, tanto più quando non ricevono stimoli e, in passività, diventano recettori e non attori. La scuola è per i ragazzi, non viceversa!!! E pensare le classi magari all'aperto, là dove possibile, non per forza a frequenza giornaliera, è meno dispersivo, più inclusivo, che stare di fronte a un pc, e permette quell'interazione necessaria perché si possa definire scuola.
Il tempo pandemico, purtroppo, costringe a dei metodi che, realisticamente, tutto sono tranne che efficaci strumenti di formazione, impedisce che la società sia società! La tecnologia un pò aiuta, ma manifesta crepe nell'apprendimento, nella conoscenza, non sostituisce l'interazione sociale che deve essere reale, mai virtuale. E, nelle Comunità la cui dimensione scolastica è facilmente conoscibile, i riferimenti istituzionali, educativi, il cui primario obiettivo è quello di mantenere senso d'insieme, hanno contezza della realtà, della fragilità del sistema. Ma si può chiedere a chi non sa guardare di vedere?! Quando tali riferimenti manifestano scarsa quanto particolare empatia, quale riferimento educativo, di contenuto formativo sociale offrono?! È un fenomeno mondiale il disagio che stanno subendo gli adolescenti, disorientati dal tempo infruttuoso a ulteriore carico delle famiglie. E visto che, realisticamente, le aperture in presenza non sono, né saranno garantite, va da sé che, occorrerà prendere atto che l'educatore attento, empatico, dovrà entrare nel disagio corrente e smuovere, motivare, stimolare alla conoscenza, suscitare curiosità al sapere, attraverso contenuti alternativi di attrazione. Niente sarà come prima, il covid lo sta insegnando!
Alla gioventù, reale futuro e speranza dei territori, auguro di guardare oltre questo tempo precario, di credere in se stessi. Siate attori della vostra vita, sappiate essere voi capaci di VEDERE, non fermatevi a guardare! Abbiate a cuore il senso libero del conoscere, la comprensione di cio che è cultura: sensibilità illuminata dall'intelletto. Lasciatevi ispirare dall'ardore di S. Caterina da Siena: Non accontentatevi delle piccole cose. Dio le vuole grandi. Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia.
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