Credere è una bella cosa ma mettere in atto le cose
in cui si crede è una prova di forza. Sono molti coloro che parlano come il
fragore del mare, ma la loro vita è poco profonda e stagnante come una putrida
palude. Sono molti coloro che levano capo al di sopra delle cime delle
montagne, ma il loro spirito rimane addormentato nell’oscurità delle caverne.
Così leggiamo da: I segreti del cuore di Kahlil Gibran. Chi mi conosce sa che dal
fragore del mare genero il mio respiro, innamorata persa del suo essere poesia,
immenso arcano inesplorato che risveglia la brama dell’estate, i canti dei
cuori, il mistero dell’anima.
Il fragore del mare è la solitudine che mi alberga,
che mi quieta di dolcezza, in lei lo spirito, il cuore, l’intelletto trovano
pienezza di vita, soffio di libertà, abisso senza freni di una ricerca
metafisica, di una volontà di purezza disincarnata. L’apertura della mente e
del cuore al trascendente non solo non toglie nulla di vero, di giusto, di
bello alla vita, ma rende migliori le nostre scelte, rende coscienza, senso
compiuto all’agire virtuoso. Occorre, però, mantenersi veri, come lo sguardo
dei bambini, occorre avere consapevolezza, onesta capacità critica, quella che
sa fare la differenza tra suggestioni manipolanti la parola, che deviano dalla
comprensione del reale per soddisfare propri interessi autocelebrativi, e
l’autentica creazione, il sano rispetto, l’edificazione umana. Certo non si può
chiedere a menti chiuse di aprire orizzonti in cui non potrebbero mai trovarsi:
la verità pratica la verità, come la menzogna ristagna nella menzogna. Ogni
simile ama il suo simile, e di questo ama compiacersi.
Intelligenza è straordinariamente quieta, ma
diviene tumulto di raffinata meraviglia quando si scopre all’universo, quando
penetra il fragore del mare, scardinando gli irti della vacuità, e rende luce
all’armonia del creato, al senso ameno della bellezza della vita, e ti fa
comprendere che l’agire umano è quello che ti rende persona, poiché esisti per
rendere sostanza etica alla tua esistenza!
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