Dal concetto di libertà
cosa emerge? Prendere parte alle decisioni della comunità politica, essere partecipi
del processo di discussione e deliberazione nel quale vengono prese decisioni
che riguardano tutto l’insieme dei cittadini. Pertanto, non si tratta mai,
soltanto, di una libertà dalla politica, intesa come fuga dalla dimensione
pubblica e rifugio nel privato, esenti da occupazioni e preoccupazioni. La poesia permette di
cogliere la straordinaria importanza che il termine libertà custodisce: Libertà vo cercando, ch’è sì cara, come sa
chi per lei vita rifiuta. (Virgilio - I canto del Purgatorio di Dante)
Ora, è possibile una
libertà dalla politica? SI! Può esservi politica senza libertà? NO!
Il relativismo non
resiste alla prova delle aspettative e delle simpatie umane. Alcuni affermano
che in una società pluralista e conflittuale, quale la nostra, c’è ben poco di libertà,
di fatto imperversa il libertinismo. Nel contempo, altri affermano che non si
riesce a scorgere nemmeno un barlume di senso ‘comune’, di bene comune.
Secondo Tommaso d’Aquino,
tra il bene personale e il bene comune esiste una differenza formale (S. Th.,
II-II, q. 58, a. 7, ad 2) che determina una differenza di prospettiva tra
l’etica personale e l’etica politica, da concepire come articolazione interna di
un sapere etico unitario. Le ragioni valide per l’etica personale non sempre
possono essere automaticamente trasferite all'etica politica. Come contraddirne
concetto?!
In questi tempi, e da più
settori, si invoca la necessità di ricercare, da parte di tutte le parti
politiche, il bene comune, il senso proprio di una libertà costruttiva con cui
alimentare scelte sociali di sviluppo. Tuttavia, mi piacerebbe capire se le
parti politiche, tutte, ne hanno recepito contenuto, o se permangono statici nell'autoreferenzialità, nell'interpretarne senso a proprio intendere e far intendere. Mentre al Popolo
continua a giungere, compatta, l’incapacità di gestione da parte dei deputati ad
amministrare la politica, venendosi a creare una sperequazione e mancanza di
equità sociale.
Hanno in sé, il bene
comune e la libertà, una dinamicità intrisa di sostanza, inscindibile, che
diviene costrutto fecondo, se percepito nella sua essenza. E solo in questo
intendere dona frutto. Assumono i caratteri di un desiderio acuto al fine di
ovviare al male comune: estremismo, violenza politica, malaffare, insicurezza
sociale. La misura della libertà e del bene comune è da rintracciare nella
stessa natura umana. La libertà come il bene comune sono destinati a
raggiungere tutti, passando attraverso la loro realizzazione, in ognuno, e con
la partecipazione convergente da parte di tutti. È una perfetta armonia, una
melodia che da sola riempie gli spazi di edificazione umana.
Coerenza etica e di
verità inducono a questo percorso. Certo occorre scontrarsi con il dato reale
della società che spesso non fa decollare alti orizzonti oltre il proprio
interesse, quand'anche ne impedisce sviluppo e crescita. Ma è questa la sfida cui
tendere, è questa non una disamina sterile ma una sana volontà ad avere
contezza della propria vita e superare gli impedimenti, avendo responsabilità
per il bene comune, nutrendolo della giusta libertà e opportunità di crescita.
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