Non
c’è più un perché politico per stare insieme, e non da adesso, allora perché
perpetrare uno stillicidio già ampiamente segnato? Perché concentrare energie,
parole, servizio pubblico alla mercé di gente che ascolta solo e unicamente se
stessa a dispetto della comunità degli elettori? Gente che manifesta rancore,
ottusità, antagonismi, personalismi, violenza del linguaggio, totale adesione
ai vizi dell’ego, a fronte di quanti, del corpo elettorale, sembrano imbambolati,
storditi dal non senso a cui è costretta ad assistere. Una conferma dell’inconsistenza
politica che vanta il fare per il Paese ma che tradisce, minuto per minuto, un
mandato temporale, dall'alto del suo benestare.
Alla
moltitudine di persone che ha problemi di sussistenza, di casa, di lavoro, cosa
interessano queste ciarlatanate? Non siete in grado di governare le vostre realtà
di partito, chi pensate di volere governare? Siete così distanti dalla realtà
che verrebbe da dire: Marte ha generato suoi figli sulla Terra. E la
ragionevolezza politica nelle questioni del vivere reale è bene quasi
introvabile, per non parlare del tempo delicato che si attraversa per l’Europa
e la situazione internazionale. Andate a imparare dai Contadini, iniziate
percorso di formazione e cultura, imparate a impastare le mani nella terra della
verità del lavoro, del sudore, poi forse avrete altra occasione di dare
contributi nel mondo reale. È così difficile riuscire a capire che si parla
linguaggi diversi? È chiara l'incompatibilità: lo schema della
tradizione e impostazione dei partiti, a fronte dell’inconsistenza generalista della
trasposizione aziendale populista e autoreferenziale delle nuove forme ‘partitico
movimentiste’.
Il
rispetto che si chiede, si deve dare, e non solo ai singoli, ma a chi permette
a quei singoli di stare al comando, singoli che non hanno il senso della
collettività e comunità, la includono solo se uniforme al pensiero unico ‘del
capo’. Il rispetto si deve al popolo, poiché non si è chiamati umanamente e politicamente
ad avere, ma a dare. Se non c’è reciprocità nel senso del rispetto, non ci può
essere lealtà, correttezza, fare politico. Ed è morte lenta, oltre che presa in
giro per il popolo che subisce il malessere e le astiosità basse degli
interessi dei nani, a fronte della gigantesca difficoltà economica ed etica che
la società civile subisce.
Da
chi non ha consapevolezza di valori non si può pensare di ricevere lezioni, governabilità. Senza senno, comunione d'intenti, passione virtuosa al consortium, ogni famiglia si scompone,
senza pensare il bene comune, si perviene al nulla. L’elemento di
congiunzione, il collante non può essere una persona, sono i valori umani a
unire, a fare ed essere corpo dell’anima, delle idee di costrutto, delle
proposte e dei progetti concreti. L’uomo solo al comando è il fallimento di
ogni società civile, anche quello che si intromette in ogni questione pensando
di governarla, e non si può chiamare ordine democratico. Questo vale per l’emisfero
politico tutto. Fin quando lo squallido relativismo, l'autoreferenzialità, l'incompetenza
condizionerà la Nazione? A quando la cultura della vita?
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