La politica è una vocazione, non un passatempo per dilettanti temerari. L'eloquenza, nutrita di filosofia, è costruzione di pensiero che porta coerenza, dato valoriale, contenuti ideali, visione che matura e alimenta la speranza del domani di un Paese curato e pensato e, in esso, un modello di uomo politico la cui capacità di governo
è fecondata da una ricca e profonda analisi filosofica. In questa visione è la Persona al
centro del servizio della politica, con il desiderio di edificarne talento e
virtù. Tuttavia, che tipo di umanità politica siamo?
giovedì 30 giugno 2016
sabato 25 giugno 2016
I dominus gregis del potere civico, in Italia, ignorano la voce di chi non trova voce
Và dove soffia il vento! Ma che eleganza: la grande
presa di Roma, e con Roma il buzzo di altri territori. E, mentre inizia, con
convinzione, il Popolo d’Europa a lamentare e rigettare le politiche estenuanti
di austerità, si è avviata, in dipartita, la partitura fragorosa dalla Gran
Bretagna, in Italia non si tiene conto che metà circa della popolazione non va
a votare, si ignora il popolo che non viene soddisfatto da proposte liquide,
inconsistenti, dettate da rivendicazioni. Il ‘nuovo’ è imposto dalla non
partecipazione al voto di cittadini che non trovano rappresentanza, non sono
coinvolti e motivati, e vanno sempre più crescendo di numero sul territorio,
con dignità e con operosa coerenza, nel silenzio di chi ignora. Ciò testimonia
come si viva in un Paese di cui, chi non comunica, o comunica ciò che è a
proprio vantaggio, alimentando odio e discredito, ambisce a essere dominus gregis, poiché di questo che si
vuole essere capi, del gregis, perché
il bene comune è Altro e Alto argomento che richiede struttura politica e
competenza valoriale, stima anche di coloro che, politicamente, si avversano.
lunedì 13 giugno 2016
Tomismo: punto di riferimento per ritrovare i fondamenti dell’etica, della politica, dell’educazione
La cultura politica moderna è permeata
dalla logica della separazione e della parzialità, gli ultimi risultati delle
elezioni nei Comuni d’Italia hanno dato chiara conferma su cui riflettere. Un
linguaggio di ‘pancia’, che sazia forse chi usa questa dialettica, di matrice
sofistica, non sana tuttavia i problemi reali, non aiuta a conoscere, né a
capire, tanto meno a riportare la persona al centro dell’azione della politica e quindi del bene, fine primo che chiede, piuttosto, metodo e obiettività,
sguardo di lungimiranza, valori umani, e
non continuo attacco verso ciò che è accaduto, poiché puri rimangono i bambini
e, a guardarci intorno, ci sono troppi adulti che hanno dimenticato la genuinità
dell’essere bambini, come anche l’alto concetto della politica: più alta forma
di carità e servizio.
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