L’umanità sta assistendo a scenari
apocalittici, comprovati da un’evidente, inquietante crisi della classe
politica. Nell'espressione di S. Agostino “La speranza ha due bellissimi figli:
lo sdegno e il coraggio, lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per
cambiarle”, ecco che il coraggio incoraggia ed esorta a conoscere, poiché la
costante condotta dell’azione, prodotta dai sedicenti ‘moderati’, ha generato
danni e confusione. Come si è potuti arrivare a tanta indifferenza? Bisogna porsi domande, bisogna sapere
chi si è per determinare cosa si potrà fare: se il venditore di chiacchiere o l’ispiratore
di sogni; se il costruttore di dialogo o il distruttore di talenti; se il Contadino
o il verme che distrugge il seminato. È la Persona al centro del servizio della
politica, con il desiderio di edificarne talenti e virtù? Che tipo di umanità politica
siamo?
Entro in prima persona in questione: io,
chi sono? Una professoressa? Non direi, l’insegnamento non l’ho mai preso in
considerazione, professare non fa per me, l’ho ritenuto sempre espressione di
un credo che molte volte rispecchia il proprio, ne avessi incontrato di professori,
potrei contarne sulle dita, e nemmeno
tutte, di una sola mano, capaci di rimanere terzi rispetto al proprio credo,
certo per esigenze di vita poteva essere una scelta per me, ma di necessità. Sono
una filosofa? Volli e bramo profusamente. Sono una scrittrice? Si, mille volte
si, la penna ha sempre cercato me, affinché fossi libera espressione del mio pensiero
pensante. Di sicuro mi reputo e Ardente
della Giustizia, sempre pronta a credere che fra gli uomini sorgerà il
desiderio della carità nella verità, unica forma in grado di essere
dispensatrice di bene, come anche Mendicante del Cielo, nonostante le
paralizzanti miserie e debolezze dell’uomo che danno discredito e oscurano la
bellezza dell’umanità. Senza dubbio, come fossi intimamente mossa da una sorta
di mistica rivoluzionaria, non rinuncio al sogno del mio tempo, non rinuncio
alla libertà e scrollo di dosso le catene impervie e costringenti che
vorrebbero trattenere nel limbo nella vacuità. Faccio mio un pensiero di P.
Pedro Fernandez, O. P.: Le anime di Dio
non si fanno controllare, non perché siano più intelligenti, ma perché è Dio
che agisce su di esse. Ecco che l’intelligenza scopre, ecco che il brivido
della vita acuisce il fare, il desiderio di non rinunciare e il sogno si ravviva
nella mitezza innovativa che non può astrarsi dal sociale, dalla politica.
E si dipana, come il chiarore di un’alba
appena sorta, un speranza: sogno politici Ardenti della Giustizia, donne e
uomini pieni del fuoco dell’amore acceso al servizio del bene comune e all'urgente superamento delle divisioni, della pericolosa debolezza dell’iniquità
economica/sociale in cui versa il Paese. Politici capaci di pensare in grande,
di osare il Bene! Il Vescovo brasiliano Camara esortava a Correre il dolce rischio di vedere il proprio sogno realizzato. Liberarsi,
dunque, da imprigionamenti ideologici, è ancora possibile! Poniamo occhi e orecchie
alle sorgenti nascoste della volontà libera, che sappia seguire l’intelligenza
nella realtà del quotidiano, capace cioè di leggere i segni dei tempi, di
avvertire le urgenze reali, di corrispondere al grido silenzioso dei bisognosi,
e di perseguire non astratti progetti, utili solo agli interessi di pochi, e in
cui l’esigenza dei conti in regola sacrifichi l’ambito vitale dei deboli. Piuttosto,
si rincorrano progetti di equità, di crescita possibile e, se proprio c’è da
chiedere, lo si faccia rivolgendosi a chi già ha di più. Non rinuncio a credere
nelle possibilità dell’intelligenza umana e nella dignità di ogni donna o uomo che
eserciti i propri diritti e faccia le sue scelte in piena libertà, riconoscendo
anche i propri doveri. Sogno politici che facciano propria l’esigenza dell’essere
Mendicanti del Cielo, in grado di coniugare la fedeltà al mondo presente, e a
quella dovuta al mondo che deve venire, per chiunque. C’è bisogno di interpreti
capaci di misurarsi costantemente e fedelmente con l’universalità valoriale dell’etica,
e con le esigenze dell’amore di Dio e del prossimo. L’impegno in politica
comporta non cedere al compromesso morale, rifiutare la menzogna e il vantaggio
egoistico, non sbandierare valori non vissuti sulla propria pelle.
Ma attraverso quale via perseguire ciò?
Il sogno si alimenta con la realtà possibile che ambisce l’impossibile, con il ragionamento
illuminato dall'intelletto, dato sull'esperienza e sulla ragione. E, allora: è necessario aprire gli orizzonti, volare oltre i piccoli schemi mentali dell’ego,
e planare verso la consapevolezza che il Noi è necessario in politica, il Noi
che ti fa sentire responsabile dell’altro e del tuo agire. Intrattenere così, con
le varie culture, uno scambio vitale, entrare in relazione con esse, le loro strutture
particolari, senza però dipendere o farsi risucchiare dalle stesse, perché al
di sopra di ogni particolarizzazione vi sono le eccezioni umane, vi sono i
sogni di ognuno, i sogni che non hanno etnia, basta fermarsi agli sguardi dei
bambini per comprendere l’universalità che ci alberga.
L’apertura della mente e del cuore al trascendente
non solo non toglie nulla di vero, di giusto e di bello alla vita, ma rende
migliori le nostre scelte, fortifica i nostri cuori, rende sostanza all'agire virtuoso. Non si vive di solo pane: occorre promuovere con la vita la verità
dell’esistenza, facendosi promotori Ardenti della Giustizia, oltreché Mendicanti
del Cielo, una sorta di mistica rivoluzionaria che ravvivi il sogno
incandescente di una mitezza innovativa, concreta, nel sociale e nella
politica.
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