La mitezza come virtù, di cui Tommaso d’Aquino ne farà un dono dello Spirito Santo ‘che si misura col volere divino e così ci garantisce una tranquillità morale’, è una virtù che sboccia sul terreno di un’altra virtù che si chiama “dominio di sé”. S. Paolo cita tra i frutti dello Spirito, l’una accanto all'altro, la mitezza e il dominio di sé (Gal 5, 22). Senza dolcezza non c’è vera libertà di linguaggio, spiegherà Giovanni Crisostomo e, aggiungo, alcuna possibilità di dialogo. Non è un paradosso, piuttosto mera verità il dire che una giusta collera è un aspetto della virtù della mitezza, poiché questa non è né priva di carattere, né inconsistente, né mielata; è la virtù della giusta collera (2 Tm 2, 25).